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A casa cucina papà, su Food Network con Vittorio Vaccaro: intervista

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Su Food Network arriva A casa cucina papà, nuovo programma di cucina condotto da Vittorio Vaccaro. La prima puntata andrà in onda domenica 3 luglio 2022 alle 15 e successivamente sarà disponibile anche in streaming su discovery+. Prodotta da Jumpcutmedia per Warner Bros. Discovery, la prima stagione è composta da 6 episodi da 30 minuti.

Attore e opinionista a Forum, per Vittorio Vaccaro si tratta della prima esperienza in un cooking show. «Spero non sia l’ultima», rivela nel corso dell’intervista ad ApMagazine. «È stata un’esperienza bellissima, divertente. Soprattutto, mi ha permesso di mettere in campo le cose che ho imparato da vent’anni a questa parte. Un conduttore è anche un narratore. In A casa cucina papà racconto storie e quindi il mio lato da attore diventa un ingrediente fondamentale». 

Al centro del format, la passione del conduttore per i fornelli, unita all’amore per la convivialità. Dunque, ricette per organizzare un pranzo o una cena per familiari e amici. L’obiettivo è raccontare «un papà moderno che sta a fornelli e si prende cura della famiglia, dei suoceri, degli amici. e di tutti coloro che frequentano la casa!, anticipa Vaccaro.

In cosa è un papà moderno?

«Nell’essere dinamico. Lavora fino alle 6, arriva a casa e prepara una cena composta da antipasto, prima e secondo con tanto amore. Infatti, ogni puntata si conclude con una frase: ‘L’ingrediente fondamentale per cucinare bene è l’amore’».

Durante la preparazione delle ricette racconterà di sé? 

«Sì. Racconterò aneddoti, curiosità e darò anche qualche consiglio. Ad esempio, come rendere accattivante le verdure, un cibo che solitamente i figli piccoli non mangiano. Oppure da quale portata cominciare la preparazione per ottimizzare i tempi. In qualche modo, questo papà diventa anche collante di una famiglia allargata. Ed ecco la parte moderna. Vivo con la mia compagna e, come tante famiglie italiane, entrambi abbiamo storie precedenti alle spalle, figli. Volevo mostrare in televisione che una famiglia allargata può stare bene sotto lo stesso tetto». 

Ha origini siciliane. Le sue radici troveranno spazio all’interno delle puntate? 

«Ogni episodio avrà una tematica diversa. Un giorno arrivano i suoceri a pranzo, un giorno gli amici o mia figlia piccola con l’amica vegetariana. Ci sarà una commistione. Ad esempio, i miei suoceri sono lombardi. Allora cucino cibo siciliano, ma strizzo l’occhio a piatti lombardi. Un modo per raccontare questo gemellaggio».

Per gli italiani la tavola è il luogo dell’incontro, dello scambio, dello stare insieme. La sua passione per la cucina da dove arriva? 

«Da lontano. I miei genitori fanno questo di mestiere e i miei ricordi ruotano attorno al cibo. A 4 anni, quando mi mettevano in castigo, mi facevano sedere attorno alla cucina e nel frattempo guardavo, ascoltavo, sentivo i profumi del buon cibo, che sono sempre stati parte di me. Questa cosa mi è rimasta attaccata. Ho imparato da mio padre, innamorato del suo mestiere. Ancora oggi, le nostre conversazioni riguardano la cucina, mi dà consigli. Per me la cucina è una cosa molto naturale, di pancia. Fa parte di me nel quotidiano». 

Ha un piatto forte o un piatto che la riporta alle radici?

«Un piatto forte no perché potenzialmente tutti potrebbero diventarlo. Invece, ho un piatto che mi riporta alle radici. Quando torno in Sicilia, torno figlio e chiedo a mia madre di prepararmi la pasta incaciata ‘ncasciata. A volte la rifaccio ed è pure buona, ma quella di mia madre ha il sapore di casa, che è impossibile da riprodurre».

A casa cucina papà anche nel quotidiano o solo su Food Network?

«L’idea nasce proprio dal quotidiano. Infatti il programma è girato a casa mia, nella mia cucina, con i miei coltelli. Ripropongo la mia quotidianità, in casa con quattro donne, una squadra di calcetto. Io faccio il portiere, loro le attaccanti e giocano contro di me (ride, ndr)». 

È anche musicista. La musica entrerà nelle puntate? 

«La musica mi accompagnerà durante la preparazione, sarà di sottofondo. A fine puntata, invece, mi cimento con il sassofono». 

Il programma vuole abbattere il pregiudizio che vuole la donna presenza fissa in cucina?

«Vogliamo raccontare l’uomo appassionato di cucina. L’uomo, quando cucina, lo fa bene perché non lo fa per sfamare la famiglia. Lo fa perché ha una passione. Tra gli uomini che conosco, ben pochi cucinano male. O meglio, si arrangiano bene».

Nell’ultima stagione l’abbiamo vista a Forum nel ruolo di opinionista. La rivedremo?

«Sono scaramantico e, dopo ogni esperienza, dico sempre: ‘fatto e dimenticato’, ma spero di sì». 

Com’è andata Barbara Palombelli?

«Benissimo. Forum è stata una scuola e Barbara una maestra. Per me era un ruolo nuovo e mi ha insegnato a prendere confidenza con il linguaggio televisivo, a essere me stesso. Ha una grande sensibilità e mette tutta la squadra a proprio agio. In studio c’è una bella atmosfera». 

Gli insegnamenti l’hanno aiutata per A casa cucina papà? 

«Certo, ma dopo quasi 25 anni di mestiere, su Food Network ho messo insieme tutti i linguaggi imparati. Sicuramente nel programma ho portato la leggerezza, scoperta proprio grazie a Barbara». 

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