Biancaneve sotto accusa: addio sogno, arriva la paura

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Fino a che punto si può spingere il politically correct? Non lo sappiamo ancora, ma potremmo scoprirlo presto. A finire sotto accusa è Biancaneve, celeberrima fiaba dei fratelli Grimm, nonché cult di casa Disney. La ragione? Il bacio del principe che suggella il lieto fine non è lecito, poiché frutto di libero arbitrio.

Disneyland ha riaperto da poco e tra le novità ha proposto una nuova versione di Snow White’s Scary Adventure, una delle giostre disponibili all’interno del parco giochi. La fiaba di Biancaneve viene adesso riscritta alla luce dei giorni nostri, ovvero, si conclude con la morte della strega cattiva, Grimilde, e non con il bacio salvifico del principe.

Il bacio pomo della discordia

Il motivo è semplice. Biancaneve, sdraiata e inerme, riceve dal suo amato un bacio non consensuale. In quanto tale, la scena potrebbe causare fraintendimenti negli occhi di chi guarda, cioè i bambini, al punto da far credere loro che per baciare non sia necessario il consenso.

Dunque, in base a questo assunto, tutte le fiabe, i film, i racconti, qualsiasi cosa sintetizzi la frase ‘happily ever after’ va cancellata per evitare fraintendimenti. E per evitare di crescere generazioni di stupratori. E’ vero che negli ultimi anni gli ‘insegnamenti’ di fiabe e film romantici sono finiti sotto accusa, in quanto portatori di messaggi falsati (l’amore eterno, la donna che ha bisogno di un uomo per essere felice, l’uomo ricco che stravolge la vita della donna, e così via).

Se Biancaneve fa più paura di un conflitto

E’ altrettanto vero che una cosa è criticare in modo ironico un libro o un film entrati nell’immaginario collettivo, un’altra è demonizzare qualsiasi cosa non rientri entro certi canoni. Canoni che, a dirla tutta, si assottigliano sempre più. Di questo passo, da qui a uno o due anni, avremo cancellato tutto ciò che ci ha preceduto?

Cambiare il finale di Biancaneve perché la protagonista non presta il suo consenso al principe è una follia, oltre che illogico. Certo, è più à la page immaginare una donna (una persona) che si risveglia grazie alle sue sole forze senza l’intervento di qualcun altro, ma è sufficiente per demonizzare una fiaba? 

Per par condicio ci aspettiamo che vengano censurate, dunque stravolte, le opere liriche, i grandi classici e qualsiasi altra testimonianza artistica che preveda scontri all’ultimo sangue. Sia mai che i lettori decidano di emulare i protagonisti dei romanzi e sfidino a duello i rivali in amore. E’ curioso, poi, come nessuno si curi dei film di guerra, dove la violenza è parte integrante della sceneggiatura. In quel caso nessuno storce il naso. La ragione è semplice: è più facile individuare un nemico invisibile che quello che abbiamo davanti agli occhi. Abbiamo più paura delle fiabe che della guerra. Le fiabe alimentano la fantasia. La guerra?

La pagliuzza e la trave

Da notare come nel mirino rientrino i cartoni animati, le fiabe, i film romantici. Tutti simboli che rappresentano un determinato momento storico e determinate generazioni. Ci si affanna tanto a voler riscrivere la storia ‘pop’ degli ultimi decenni, ma non ci si cura di intervenire sulle fondamenta della società, che – sorpresa! – non è la televisione, non è il cinema, non è la musica.

Alla base della società c’è la politica. Se proprio volessimo applicare davvero la cancel culture, dovremmo partire da lì, dalla politica, dalla storia, da chi gestisce da sempre le sorti del mondo. La Rivoluzione Francese del 1789 fu spacciata per una sommossa partita dal popolo affamato dagli sprechi di Luigi XVI e Maria Antonietta, invece fu una rivolta organizzata dalla borghesia. E la stessa borghesia che, dopo la decapitazione dei sovrani, governò la Francia finì per rendersi artefice del Regime del Terrore. Questo per dire che le rivoluzioni vanno fatte, ma forse bisognerebbe andare un pizzico più a fondo e combattere per le cause giuste e reali.

Che un bambino guardando o leggendo Biancaneve possa pensare che crescendo potrà stuprare una donna è un’iperbole inaccettabile. Abbiamo davvero così poca fiducia nell’umanità? Basterebbe davvero cancellare tutte le fiabe dell’universo – e a questo punto anche tutti i film romantici – per vivere in un mondo giusto?

Continuando su questa scia, si arriverà a estremizzare qualsiasi cosa, che sia un libro, un film o anche una semplice conversazione tra amici. Si avrà paura a esprimersi, a esporsi per paura di essere censurati, oscurati, ostracizzati. E nel mentre, avremo perso il diritto di sognare e inizieremo a vivere nella paura.

 

Photo credits: Disney 

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