Ivan Cottini e la forza di rinascere: ‘La malattia mi ha reso migliore’

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ivan cottini

Ha fatto della danza la sua arma nella lotta alla sclerosi multipla. Ivan Cottini, ex modello oggi ballerino, combatte la malattia danzando. ‘Mi rende libero, libero di volare’, dice. Dopo la diagnosi, ha deciso di raccontare pubblicamente la sua storia e sono tanti i programmi televisivi che gli hanno dato spazio. Ha collaborato con Amici, si è esibito a Ballando con le Stelle, è stato spesso ospite di Storie Italiane e ha ballato sul palco dell’Ariston durante il Festival di Sanremo 2020. Il suo obiettivo è chiaro: offrire la propria testimonianza per aiutare chi ha smarrito la capacità di apprezzare la bellezza della vita, anche nelle difficoltà. Una forza fuori dal comune, quella di Ivan, che deriva dalla sua esperienza e che traspare dalle sue parole.

Come ha trasformato la fragilità in forza?

Ho dovuto reagire. O rimanevo fermo, malato, ad aspettare o mi rimboccavo le maniche e ricominciavo. Ho fatto la scelta forse più difficile, ma felice per me. Ho ripreso in mano la mia vita, i miei sogni e tutto ciò che mi era stato tolto. Io voglio essere felice. Ed è così, sono la persona più felice del mondo!

Il primo pensiero dopo aver scoperto di avere la sclerosi multipla.

Ho pensato che la mia vita fosse finita. Nel primo periodo, durante un lungo ricovero a Milano, ero diventato pelle e ossa. Avevo perso la voglia di vivere. Mi spostarono al piano terra perché avevano paura che potessi commettere qualcosa di grosso. Poi, però, ho capito che non ero pronto a stare seduto, fare il malato e aspettare. Non potevo vedere finire tutto così. Allora mi sono reinventato ed è nato il nuovo Ivan, quello ribelle.

Considera la malattia una seconda possibilità?

Una seconda possibilità nel senso che ho imparato ad apprezzare anche le piccole cose e vedere il mondo da un’altra prospettiva. Mi ha reso una persona diversa e migliore, rispetto all’Ivan che ero prima. Ero molto egoista, facevo una vita frenetica, che non mi permetteva di apprezzare e assaporare ciò che di bello c’è in questa vita.

Da dove nasce la passione per la danza?

È nata per caso durante un evento nella mia provincia. Bianca, quella che poi sarebbe diventata la mia insegnante, mi danzava intorno insieme ad altre ballerine, quasi come facessero la veglia al morto. Chiesi loro di coinvolgermi, nel limite del possibile. La mia passione è nata in quel momento e oggi non posso più farne a meno.

Per un ballerino il corpo è uno strumento per comunicare. Cosa prova quando danza?

La danza non mi fa sentire malato. Mi sento libero da tutti quegli ostacoli che la malattia mi mette davanti.

Qual è la rinuncia più grande che ha dovuto fare?

Aver sospeso i farmaci salvavita per concepire Viola. Questo ha portato a un aggravio della malattia e a un’accelerazione, ma è stata la rinuncia più bella di cui non mi sono mai pentito e che rifarei altre infinite volte.

Che rapporto ha con sua figlia Viola?

Mia figlia è la mia cura! Da quando è nata non ho più paura del domani. Con la sua nascita sono tornato a ‘camminare’. Desideravo da sempre essere padre e sono riuscito a realizzare questo mio grande desiderio.

Sa della malattia?

Viola ha capito subito come funzionava. Tutti i bambini dicono ‘papà, vieni qui’, invece nel mio caso è lei che viene da me con le stampelle o con la sedia a rotelle perché sa che ne ho bisogno per muovermi. Quando era più piccola riuscivo a starle dietro un po’ di più, quando gattonava o faceva qualcosa che mi sfuggiva, le tiravo una stampelle e la fermavo. Ora ha quattro anni e mezzo, corre qua e là e non riesco più. Forse è proprio adesso che mi fa sentire malato. Non possiamo fare una passeggiata mano nella mano o correre insieme. La conquisto da seduto prestandomi ai suoi giochi. Mi trucca, mi mette lo smalto, mi pettina quei pochi capelli che ho. Mi fa bello, insomma, soprattutto quando sa che devo esibirmi in televisione.

A Storie Italiane ha rivelato che percepisce una pensione di 298 euro al mese. Vuole lanciare un appello?

Uno Stato, se vuole essere definito tale, deve garantire una pensione per una vita dignitosa e non da parassita che dipende economicamente dai propri cari, costretti a prendersi cura di te. Questo è vergognoso.

Ha il sostegno della sua famiglia? Quanto è importante non chiudersi e chiedere aiuto?

La mia famiglia è ancora ferma alla diagnosi. Non appoggia tanto le mie scelte di vita, soprattutto quando devo esibirmi, mi faccio male e poi mia madre deve prendersi cura di me e lenire i dolori e le fratture che mi procuro. Tutto questo, però, mi fa stare bene e mi rende felice. Stare seduto non fa parte di me. Abbiamo solo una vita e io non voglio stare fermo ad aspettare, voglio vivere ed essere felice! E soprattutto essere di riferimento per quelli che non hanno il mio stesso spirito e la mia stessa forza.

Eleonora Daniele è una sua grande sostenitrice. La televisione gioca ancora un ruolo importante nell’informazione e nella divulgazione?

Eleonora ha creduto in me sin dall’inizio, ha creduto nella mia storia nella mia forza. La televisione è il mezzo più importante, arriva subito nelle case di tutti. E con essa ciò che si vuole trasmettere. Se non ci fosse, non esisterebbe nulla.

Cosa ha provato quando è tornato ad Amici?

Con la scuola di Amici ho iniziato una collaborazione in veste di insegnante per i ragazzi. Voglio far capire che i limiti sono solo nella nostra testa perché, se vogliamo, possiamo tutto. Ogni volta che entro in quella scuola è un’emozione, soprattutto vedere i ragazzi attorno a te con quegli occhioni pieni di tutto e capire che per loro, oltre alle tue parole e al ballo, non esiste nulla.

È stato ospite di Ballando con le Stelle. Cosa ricorda di quella esperienza?

È stato un trampolino di lancio. Proprio Milly Carlucci ha scoperto il mio talento. Ho partecipato ai provini di Ballando on the road e sono stato scelto da tutti, dai maestri, dalla giuria e dalla stessa Milly. Tutti hanno chiesto espressamente che fossi fuori gara per essere l’ospite dell’ultima puntata e portare la danza a tutti.

La danza in televisione è un veicolo positivo? Andrebbe insegnata anche nelle scuole?

Certo che sì. Le persone che mi seguono sui social e in TV hanno trovato la forza e il coraggio di tornare a vivere e a sognare, di fare quello che avevano abbandonato e in cui nessuno credeva. Sono rinate. E questa è la cosa più bella che la televisione deve trasmettere. Come nelle scuole. Ci vado spesso e vedo i ragazzi abbandonare i cellulari e ogni cosa che hanno intorno per ascoltare.

Il suo motto è ‘La diversità è bellezza’. L’ha sempre pensato o l’ha capito dopo?

Prima della malattia non mi accorgevo di tante cose, soprattutto di quelle piccole, che ho riscoperto. Ognuno è diverso e bello a modo suo. La diversità è bellezza ed io ne ho fatto un’arte, con la danza.

Cosa l’ha spinta a parlare pubblicamente della sua storia?

Durante uno dei miei primi ricoveri a Milano, mi sono affacciato sui social con il nuovo Ivan, raccontando frammenti di vita ospedaliera, fino a mostrare com’è la mia vita oggi. Sono di ispirazione e forza per la tanta gente che mi segue e che con me è rinata. Ricevere costantemente messaggi che testimoniano questa rinascita mi ripaga di tutto.

La diversità è accettata dalla società?

Non tanto. Ancora oggi si tende molto a puntare il dito e a fare selezione. Nessuno ha capito che siamo tutti diversi, tutti speciali e belli. Il mondo è bello proprio per questo.

Il lockdown è giunto a termine. Da dove riparte?

Sicuramente dalla danza. Mi è mancata tantissimo in questo periodo, anche se con la mia maestra Bianca danzavamo attraverso uno schermo. Il solo fatto di rientrare in sala, però, per me è già tutto.

Qual è la stata la difficoltà maggiore incontrata negli ultimi mesi?

Ho cercato di mantenere la mia solita quotidianità. Allenandomi da solo e con l’aiuto di mia mamma o di mia sorella, visto l’assenza della fisioterapia domiciliare, mi arrangiavo come potevo. Forse è stata questa la difficoltà, perché il corpo è diventato più rigido rispetto a prima.

Ha in cantiere una fiaba. Di cosa parlerà?

Vorrei raccontare la mia storia, prima e dopo la malattia. Scavare dentro di me e far luce su cose mai raccontate prima.

A Sanremo 2020 ha ottenuto una standing ovation. Cosa ha provato?

Sul palco sono molto professionale. Penso al ballo. Sono solo io con la mia maestra, la musica e nient’altro. Vedere a fine esibizione l’intero Teatro Ariston tutto in piedi ad applaudirmi è stata l’emozione più bella e più forte. Ancora oggi ho la pelle d’oca al solo pensiero.

Vorrebbe ritirarsi dal palco di Sanremo 2021. Ha già avuto contatti con Amadeus?

La mia intenzione era quella di ritirarmi quest’anno, con un ultimo ballo a Ballando con le Stelle, ma il lockdown ha fermato tutto. Questo mi ha permesso di recuperare il rapporto con mia figlia, visto che nell’ultimo anno sono stato un po’ assente, e poi mi ha permesso di ricaricare le pile e stringere i denti fino al prossimo Sanremo e lì dire addio alla danza. Vedo che la malattia avanza e il mio corpo non mi consente più questi strapazzi. Ci stiamo accordando, ma svelerò tutto più avanti.

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