Sanremo sì, Sanremo no? Una sola certezza: le solite polemiche

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amadeus fiorello festival di sanremo

Sono giorni caldi non solo per la politica, ma anche per il Festival di Sanremo. Anzi, se possibile, la frenesia per Sanremo 2021 supera di gran lunga quella che riguarda le sorti politiche del Paese. Nulla di nuovo, verrebbe da pensare, considerato che l’interesse per la kermesse è, da sempre, trasversale.

L’edizione 2021 sarà, vis maior, diversa dalle altre. Il Festival della rinascita, lo aveva definito Amadeus la scorsa primavera, confidando in una fine imminente della pandemia. I dati dimostrano che non sarà esattamente così, anzi, Sanremo 2021 sarà ricordato come quello della pandemia, della mascherina e del distanziamento.

C’è un elemento, però, che lo accomuna a tutti gli altri Sanremo. Un elemento costante, che precede l’inizio della competizione e che invade ogni terreno di comunicazione. Radio, televisione, stampa, social: nessuno ne rimane indenne.

La polemica, elemento imprescindibile di ogni Sanremo

L’elemento sempre presente è la polemica. Ebbene sì, la vera protagonista del Festival. Il resto, ovvero la gara, le canzoni, i cantanti, gli ospiti, è mero contorno. Ingredienti funzionali ad accenderla e rinvigorirla ove necessario.

Sanremo 2021 è stato spostato a marzo, dunque è ancora presto per criticare le donne che saliranno sul palco, gli ospiti e il cachet di Amadeus. Ci si concentra allora su altri aspetti, quest’anno sono molto più seri, ma che rischiano comunque di accomunarsi alle solite critiche per un abito e un’acconciatura sbagliati.

Prima fra tutte, la polemica sul pubblico. Se ne discute da settimane. ‘Sanremo senza pubblico non si fa’, aveva detto Amadeus lo scorso settembre. Così, si prende in considerazione l’ipotesi della nave per ospitare la platea. Nel frattempo, gli animi si surriscaldano, l’idea forse naufraga e la Rai pubblica il bando per la ricerca di figuranti che possano presenziare alle cinque serate.

Subito il pensiero va alla chiusura dei teatri. Perché Sanremo sì e il resto d’Italia no? Perché i programmi di Maria De Filippi hanno i pubblico e la Rai no? E ancora, la sala stampa. È probabile che la Rai riduca grandemente il numero degli accreditati (a nostro parere, unica opzione possibile), consentendo l’accesso solo ai quotidiani e a poche altre testate. Anche in questo caso, perché lui sì e io no? Insomma, uno scenario più da scaramucce tra compagni di scuola che tra professionisti.

E così via a un tutti contro tutti in cui si perde di vista cosa è Sanremo (oltre al lume della ragione). La Rai non vuole rinviare il Festival a causa del peso economico del programma. Sì, perché non va dimenticato che Sanremo è un programma televisivo, il più importante.

È ovvio che stavolta la matassa sia incredibilmente ingarbugliata, molto più di qualsiasi altra edizione. Così come è altrettanto ovvio che qualsiasi scelta verrà operata, non soddisferà la totalità di pubblico e addetti ai lavori.

Tanto rumore per nulla

Se allargassimo l’analisi al fenomeno Sanremo, però, verrebbe da pensare che ci troviamo davanti alla solita bagarre preventiva. L’anno scorso Amadeus è stato criticato per qualsiasi cosa: dalla frase sul famoso passo indietro in poi, è stato un susseguirsi di minacce di boicottaggio. Minacce rivelatesi infondate, visti i risultati in termini di ascolti.

Tutto fa brodo, dunque, e anche le polemiche di queste settimane, destinate a protrarsi almeno fino al 2 marzo, si dissolveranno appena l’Ariston riaccenderà le sue luci. Ovviamente non spariranno, ma lasceranno il posto ai commenti feroci sulle canzoni in gara. Insomma, tanto rumore per nulla, come sempre.

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