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Summertime, il teen drama a tinte pastello di Netflix

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L’offerta Netflix dei teen drama si allarga anche in Italia e arriva Summertime, la serie TV dedicata agli adolescenti, che racconta di un’estate romantica e di scoperte sul litorale romagnolo. Protagonisti sono Alessandro (Ludovico Tersigni), motociclista di successo momentaneamente in crisi, e Summer (Coco Rebecca Edogamhe), giovane studentessa introversa sempre pronta a risolvere le crisi familiari.

Sinossi

La storia si apre con l’incontro-scontro tra Ale e Summer, due ragazzi diversi, ma che impareranno a trovare un punto di incontro. La nascita del loro rapporto si intreccia con le amicizie e le vicende familiari, comuni agli adolescenti di ogni epoca.

Per i protagonisti, l’estate funge da stagione spensierata, ma anche di crescita e, all’arrivo dei primi acquazzoni che suggellano la fine di un ciclo, sono tutti diversi, più consapevoli. Vi è chi si innamora per la prima volta, chi trova il coraggio di essere se stesso, chi capisce di dover fare delle scelte importanti per il proprio futuro. Per tutti è un momento di iniziazione.

I temi trattati

Le tematiche affrontate da Summertime sono comuni agli adolescenti di ogni epoca. In Alessandro ritroviamo i conflitti genitore-figlio e la paura di rialzarsi dopo una caduta; in Summer la difficoltà di gestire una madre buona, ma distratta (interpretata da una brava Thony), afflitta per l’assenza del padre, musicista in giro per il mondo, e una sorella insicura; in Dario (Andrea Lattanzi) e Sofia (Amanda Campana), rispettivamente i migliori amici di Ale e Summer, il valore dell’amicizia e la scoperta dell’amore. Nel secondo caso, verso un’altra ragazza.

I pregi di Summertime

Nel complesso Summertime è un buon prodotto, ben recitato, ben scritto. Gli attori si dimostrano all’altezza delle aspettative, nonostante alcuni siano esordienti (Summer e Sofia) e le tematiche sono sviscerate in modo puntuale, ma leggero. La componente dramma è inserita sapientemente, un pizzico edulcorata, in modo da non appesantire il racconto.

A rilevare, soprattutto, è la distanza da altri prodotti Netflix dedicati agli adolescenti, come ad esempio Baby o Elite. Qui i ragazzi non sono rappresentati come una generazione allo sbando, egocentrica e avida di denaro. Sono adolescenti normali, con ansie, paure e problemi comuni pressoché a tutti. L’effetto immedesimazione è garantito ed è questa la sua forza: rappresentare la semplicità.

I riferimenti a Tre Metri Sopra Il Cielo

Accanto alla scorrevolezza della serie, emerge una piccola nota stonata. Summertime è ‘liberamente ispirata all’opera letteraria Tre Metri Sopra il Cielo di Federico Moccia’, recita il comunicato stampa. È vero, i riferimenti mocciani vi sono, ma paradossalmente risultano quasi una forzatura.

Ale indossa sempre un giubbotto di pelle come Riccardo Scamarcio-Step. Viene dipinto come duro, ma è chiaro sin da subito che l’appellativo rischia di risultare eccessivo. Ha un amico, Dario, che lo seguirebbe in capo al mondo, che ricorda Pollo; dal canto suo, Summer-Babi ha la sua Pallina, Sofia.

Poi vi sono i rimandi agli anni ’80, e qui iniziano le contraddizioni: I Love Chopin e Tainted Love si scontrano con la colonna sonora, prevalentemente indie e trap. Inoltre, Ale va in giro su un Booster tipico degli anni ’90, con indosso il suo inseparabile giubbotto: una scelta forzata, considerate le alte temperature estive e la location, ovvero il lungomare di Cesenatico. Infine, l’omaggio a Moccia forse risiede nella nostalgia degli anni ’80, che emerge chiaramente dalla scelta fotografica. La saturazione degli otto episodi è alta, molto alta: tutto chiaro, colorato, tinte accese, quasi fluo. Il risultato, però, è un pizzico eccessivo.

In definitiva, si ha la sensazione che Summertime stia a Tre Metri Sopra Il Cielo nella misura in cui in entrambi i casi i protagonisti sono due adolescenti che si innamorano nonostante le diversità. Ale e Summer, in comune con Step e Babi, hanno solo l’età. E un giubbotto in pelle.

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