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Tutto chiede salvezza: recensione, trama e cast della serie Netflix con Federico Cesari

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Federico Cesari, protagonista di Tutto chiede Salvezza, serie in 7 episodi in cui interpreta Daniele Cenni. (Andrea Miconi/Netflix)

«La vera pazzia è non cedere mai, non inginocchiarsi mai». A pronunciare queste parole è Daniele Cenni, il protagonista di Tutto chiede salvezza, uscita lo scorso 14 ottobre. La serie, composta da 7 episodi, è tratta dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, pubblicato nel 2020, finalista al Premio Strega e vincitore del Premio Strega giovani. A indossare i panni di Daniele, uno straordinario Federico Cesari, già nel cast di Skam Italia.

Tutto chiede salvezza, cast e trama

Daniele ha 20 anni e si risveglia in un reparto psichiatrico. Non ricorda nulla di ciò che è successo la sera prima né immagina quale sia la ragione di quel TSO che lo ha portato fin lì. Sa soltanto che per una settimana dovrà condividere la stanza con altri cinque compagni di viaggio. Cinque uomini con cui pensa di non avere nulla in comune. Inizialmente prova rifiuto, quasi ribrezzo per quei mondi distanti con cui è costretto a entrare in contatto.

Cinque uomini, ciascuno con una storia personale difficile. Gianluca (Vincenzo Crea) ha 25 anni ed è bipolare. Combatte con un padre, generale dell’esercito, severo, che non accetta la sua omosessualità. Si invaghisce di Daniele e fa di tutto per catturare la sua attenzione.

Mario (Andrea Pennacchi) è un maestro di scuola elementare di 60 anni, che diventa presto un punto di riferimento per il protagonista. Uomo di cultura, si porta il peso di un passato pesante, che fa capolino tutte le notti, costringendolo all’insonnia. Mangia solo mele cotte e trascorre le sue giornate osservando un uccellino che ha costruito il proprio nido sull’albero di fronte alla finestra della stanza.

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Tutto Chiede Salvezza, Vincenzo Crea (Gianluca), Ricky Memphis (Pino), Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Federico Cesari (Daniele). Credits: Andrea Miconi/Netflix

Poi vi è Madonnina (Vincenzo Nemolato), trentenne piromane che pronuncia solo una parola: Madonnina. Anche Giorgio (Lorenzo Renzi) ha trent’anni. È un bambino nel corpo di un gigante, che non ha superato il trauma della perdita della madre. È buono, ma basta poco per scatenare la sua ira. Infine, Alessandro (Alessandro Pacioni), venticinquenne in stato catatonico, di cui nessuno riesce a dare una spiegazione plausibile.

Oltre ai compagni di stanza, Daniele entra in contatto con i medici e gli infermieri che lo hanno in cura. Pino (Ricky Memphis) è un infermiere sui cinquant’anni, maschilista, razzista, con poca voglia di lavorare. Nonostante il biglietto da visita non proprio eccelso, è il perno del reparto. È anche il primo ad aprire gli occhi al ragazzo. Con due o tre frasi dette al momento giusto, gli farà capire che non deve affrettarsi con i giudizi.

Il dottor Mancino (Filippo Nigro) è uno psichiatra cinico e, a tratti, persino privo di empatia e umanità. Con Daniele si mostra distaccato, poco incline ad ascoltare le sue ragioni, ma saprà smussare alcuni angoli. La dottoressa Cimaroli (Raffaella Lebbroni) è un punto di riferimento per i pazienti. Severa, ma allo stesso tempo materna, sa quando le contingenze risiedono elasticità. Infine, vi sono le infermiere Alessia (Flaure BB Kabore) e Rossana (Bianca Nappi). Dolce la prima, tosta la seconda, entrambe nascondono una grande umanità.

Federico Cesari e Fotinì Peluso nella serie Netflix Tutto chiede salvezza in cui interpretano Daniele e Nina.

Daniele viene ricoverato in seguito a una crisi psicotica, durante la quale si è scagliato contro il padre Angelo (Michele La Ginestra) e la madre Anna (Lorenza Indovina). Poco alla volta, i frammenti di quei momenti drammatici affiorano alla mente. Prima dell’exploit, ha trascorso una serata in discoteca in compagnia degli amici. Ha assunto cocaina, ma per quelli come lui «un tiro vale come mille», gli spiega il dottor Mancino. Il suo sistema nervoso, cioè, non è strutturato per sopportare le sostanze stupefacenti. Un dettaglio non da poco, con cui dovrà convivere e che lo aiuterà a capire qualcosa di più di cosa è successo.

La scintilla che fa scattare qualcosa dentro di lui è l’incontro con Marcello, un vecchio compagno delle medie, risvegliatosi dopo tre mesi di coma in seguito a un incidente. «Perché succedono certe cose? Poi a uno come Marcello, che aveva una testa così. Che ca**o di giustizia c’è?», si chiede. È quello l’istante in cui il suo mondo si accartoccia e la sua testa viene governata da un unico bisogno: trovare un senso alla vita.

Dovrà cercare risposta all’interno di quel reparto, di quella stanza, accanto a quei cinque uomini strani, matti, da cui inizialmente si tiene distante. Giorno dopo giorno, imparerà a conoscerli e i cinque si dimostreranno i migliori compagni di viaggio che avrebbe mai potuto chiedere. In questo viaggio negli abissi, incontra Nina (Fotinì Peluso), sua ex compagna di scuola, adesso attrice alle prime armi con un grande seguito social. A dispetto della vita stupenda che mostra sui suoi profili, combatte con una madre invadente, Giorgia (Carolina Crescentini) e i suoi demoni.

Il suo soggiorno forzato lo porterà a un cambio totale di prospettiva. Se all’inizio dice: «Io non c’entro niente con questo posto, qua ce stanno i matti veri», alla fine il suo pensiero sarà completamente stravolto.

Andrea Pennacchi è Mario nella serie Tutto chiede salvezza. (Andrea Miconi/Netflix)

La recensione della serie con Federico Cesari

La serie segue il corso della settimana, da domenica a sabato. Sette giorni che condurranno Daniele in una discesa agli inferi, da cui risalirà cambiato, più forte, benché consapevole delle proprie fragilità. Tutto chiede salvezza ricalca quanto descritto da Daniele Mencarelli nell’omonimo libro autobiografico. La trasposizione di un romanzo non è mai semplice, ma il titolo Netflix riesce appieno nel suo intento.

La sceneggiatura, cruda e delicata allo stesso tempo, è ben costruita. A colpire, però, è soprattutto la bravura del cast, a partire da Federico Cesari. Intenso e sfaccettato, attraverso un costante cambio di registri, regala profondità al personaggio, catturando l’attenzione dello spettatore. Nel corso dei sette episodi, traccia un percorso, fatto di alti e bassi, che non lascia indifferenti.

In Tutto chiede Salvezza Vincenzo Crea è Gianluca. (Andrea Miconi/Netflix)

Una folle corsa sulle montagne russe, da togliere il fiato. Una corsa che rischia di creare più sbalzi del dovuto se non si ha la volontà di abbandonarsi completamente per lasciarsi trasportare. Daniele, il diverso tra i diversi, diventa l’elemento di congiunzione tra i mondi che abitano il reparto. Un mondo chiuso, che quello considerato ‘normale’ tiene a debita distanza, quasi per paura di esserne contagiato.

Grazie al buio dei sette giorni, impara a guardare il mondo con occhi nuovi. Riceve una lezione importante. «Li chiamano pazzi, squilibrati, piangono quando amano e ridono quando soffrono», dice, «ma la vera pazzia secondo me è un’altra. La vera pazzia è non cedere mai, non inginocchiarsi mai». E ha ragione. In Tutto chiede salvezza, Mencarelli prima e Netflix poi, viene mostrato il lato più duro, più vero non solo dei disturbi mentali, ma anche della natura umana.

Federico Cesari e Fotinì Peluso in una scena dell’episodio 7.
(Credits Andrea Pirrello/Netflix)

Ciascuno dei protagonisti, si è inginocchiato davanti alle storture e alle difficoltà della vita. Qualcuno prova a rialzarsi, qualcun altro ha ceduto definitivamente. Nessuno, però, merita di essere giudicato. A dispetto del contesto, in quella stanza dai muri gialli e dall’atmosfera triste, vi è sete di vita. Di sorrisi, di amicizia, come quella che lega i vari personaggi.

Gianluca e Mario diventano i punti di riferimento di Daniele. Il primo è l’amico distante anni luce da lui, ma di cui non potrà fare a meno. Mario (un eccelso Andrea Pennacchi), «un fratello offerito dalla vita». Gianluca, Mario, Giorgio, Madonnina, Alessandro, Nina, Giorgia sono archetipi che dovrebbero indurre lo spettatore a riflettere. Sul senso della vita, sugli errori, sulle proprie fragilità, sui bisogni, sui desideri. Sulla consapevolezza che dalla «punta estrema dell’universo (…) giù fino ai talloni, (…) attraverso ogni atomo di materia», tutto chiede salvezza.

Attraverso le parole di Daniele, la serie chiede salvezza. Per chi la guarda e «per i pazzi di tutti i tempi ingoiati dai manicomi della storia». Dall’inizio alla fine, Tutto chiede salvezza è un pugno nello stomaco, forte, ma necessario. Una gemma preziosa, che affronta un tema, come quello della salute mentale, spesso censurato, perché difficile. I nodi inestricabili della mente umana fanno paura e si preferisce non vedere, non sapere, non parlarne. Netflix, invece, grazie alla regia di Francesco Bruni, decide di infrangere un tabù e fa centro. Aprendo, si spera, a un nuovo filone narrativo.

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