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Crisi di governo, un imbarazzante reality show

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La televisione dà il benvenuto a un nuovo reality: la crisi di governo. Lunedì 18 e martedì 19 gennaio l’agenda politica rivoluziona i palinsesti e invade il piccolo schermo. Con una conseguenza: programmi saltati e talk show pieni di opinionisti per dire la loro sulla stringente attualità. Enrico Mentana costretto a dar vita a svariati speciali.

Il discorso del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quello di Matteo Renzi, l’intervento di Giorgia Meloni e di tutti i protagonisti della scena politica attuale: questi i momenti salienti. Ore e ore di diretta dal Senato trasmesse quasi ininterrottamente. Nei momenti di pausa, i programmi proseguono il dibattito con esperti e presunti tali, per suggerire una soluzione.

Un nuovo reality

È giusto informare l’opinione pubblica degli sviluppi della crisi di governo, ma basta osservare l’andazzo perché una domanda sorga spontanea: si discute di un Paese sul baratro o di una nomination del Grande Fratello VIP?

Il clima politico è, a dir poco, incandescente. Siamo nel bel mezzo di una pandemia, in cui bisogna essere veloci a pensare e, ancora di più, ad agire. L’Italia, invece, si ferma per discutere della gestione dell’emergenza, degli aiuti economici, delle poltrone. Per farlo, apre una crisi di governo. Proprio come accade al GF VIP quando la casa si coalizza contro Maria Teresa Ruta.

Il cast si allarga

La politica, però, è una cosa seria. È la base di una società civile. In questi giorni, invece, si è assistito, e si assiste, a tutto. Attacchi, frecciatine, provocazioni: una tarantella senza fine sulla pelle dei cittadini. Come qualsiasi reality show che si rispetti, poi, bisogna metter mano alla scaletta, specialmente se il programma si allunga di qualche puntata o se il cast non rende come dovrebbe.

Ecco, dunque, che ci si affretta ad aprire le gabbie, pardon, i casting. Ed è così che, nel bel mezzo della crisi di governo, spuntano come funghi i volti delle edizioni precedenti, ormai caduti nel dimenticatoio.

I politici come le tifoserie del GF VIP

La diretta dal Senato è argomento di discussione anche su Twitter e fa piacere notare cotanta partecipazione, ma il parallelismo con i reality show diventa ancora più appropriato. Con una differenza sostanziale. Il lunedì sera le fazioni sono nette e distinte che possono essere così riassunte: fan di Tommaso Zorzi e fan di Stefania Orlando contro i fan di Giulia Salemi e Pierpaolo Pretelli, tutti fan di Maria Teresa Ruta.

Per la crisi di governo, invece, le divisioni nette non valgono e si brancola in uno scenario pregno di mille sfumature che si avvicinano sempre più al torbido. Conte chiede il voto di fiducia e si fanno accordi e previsioni. Nel mezzo, il caos. Un imbarazzante tutti contro tutti, in cui anche un solo voto può essere decisivo.

Una gestione talmente oltre che anche la votazione perde di valore e assomiglia sempre più a un becero televoto. Un televoto che decreterà se Giuseppe Conte dovrà abbandonare la casa del Grande Fratello, rectius Palazzo Chigi. Lo definiamo televoto volutamente per sottolineare il punto folle a cui la politica italiana ha avuto il coraggio di arrivare. Un punto di non ritorno davanti al quale possiamo soltanto affermare: c’est la débâcle.

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