Home TV Canale 5 Fausto Leali, le frasi razziste e la giusta squalifica

Fausto Leali, le frasi razziste e la giusta squalifica

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Il Grande Fratello VIP 5 è iniziato da poco giorni e la nuova edizione deve già sbrogliare la matassa. A distanza di poche ore, Fausto Leali si è reso protagonista di due episodi spiacevoli che hanno fatto storcere il naso ai telespettatori e che aprono una riflessione sulla responsabilità della televisione.

Dapprima, durante una chiacchierata con i coinquilini, ha inneggiato a Benito Mussolini e alle opere da questi realizzate. Successivamente, ha intrattenuto una conversazione a dir poco agghiacciante con Enock Barwah.

Il diverbio con Enock Barwah

‘Nero è un colore, ne*ro è una razza’. ‘Non dire queste cose’, interviene Enock, ‘da casa ci guardano, non deve passare sta cosa’. Noncurante, Leali prosegue: ‘Assolutamente. Allora gli uomini di colore siamo noi bianchi perché cambiamo colore continuamente. Allora che faccio con la canzone Angeli negri? È nata così, 80 anni fa, che colpa ne ho io?!’. ‘Il problema è che ci guardano da casa. È una parola che non dev’essere detta, se no la gente pensa che è normale dirlo, non è normale’.

È già la seconda volta che Fausto Leali si lascia andare a esternazioni imbarazzanti e gravi. In attesa della puntata di lunedì 21 settembre, l’ipotesi più avvalorata sui social è la squalifica. Secondo TvBlog, la produzione arerebbe già deciso e il verdetto sarà letto nel corso della puntata. Alla squalifica, poi, per coerenza e equità andrebbe aggiunto il divieto di ingresso in studio, come è accaduto nella scorsa edizione con Salvo Veneziano, responsabile di alcune frasi sessiste.

Il caos italiano

Allargando l’analisi, è evidente che il Paese Italia stia vivendo nel pieno caos e la televisione ne sia uno specchio. L’aspetto più grave è che se, fino a poco tempo fa, il populismo, il razzismo e altre amenità rimanevano confinati all’interno dei talk show politici, adesso hanno conquistato il reality per antonomasia.

Se una volta al Grande Fratello si parlava di corna e diete, adesso si affrontano argomenti seri, serissimi. Peccato, però, che lo si faccia in chiave negativa.

La responsabilità della televisione

Le frasi pronunciate da Fausto Leali vanno condannate e non necessitano di alcuna analisi ulteriore, come è invece accaduto il giorno stesso all’interno di Pomeriggio Cinque. Inneggiare a Mussolini in un programma televisivo di intrattenimento non può essere consentito.

La dissertazione sul termine nero, con relativa strafottenza, poi, non solo fa arrabbiare, ma provoca anche tanta tristezza. Tristezza per Enock Barwah e chiunque altro sia stato o venga discriminato per il colore della pelle, tristezza per Fausto Leali perché le sue parole definiscono un uomo distante dall’artista. Tristezza perché è evidente che la società italiana sia ancora mille passi indietro rispetto al concetto di civiltà che nel terzo millennio dovrebbe aver raggiunto.

Fausto Leali: ‘Mi dimenticano che ascoltano’

Leali ha 75 anni e 55 di carriera. Ha ottenuto premi prestigiosi, fama, popolarità. Ha certamente incontrato centinaia di artisti che avranno favorito lo scambio di idee, che lo avranno accresciuto come uomo e come artista. Scoprirlo, nel 2020, ancorato a un retaggio dei secoli scorsi, sbagliato e folle, lascia basiti.

‘Quando sei qui sembra che parli con un amico e mi dimentico che ascoltano. Mi devo ricordare sempre di questa cosa qua’, si è giustificato in seguito alle frasi su Mussolini. Cosa dirà, invece, durante la puntata di lunedì 21 settembre?

In un mondo sottosopra, dove la questione razziale è, ora più che mai, aperta e bisognosa di soluzioni urgenti, dare la possibilità a un cantante di formulare affermazioni gravi dal megafono di un reality show è sbagliato e azzardato.

Leali merita la squalifica dal gioco. Si spera che durante la puntata, dopo l’intervento del conduttore, il cantante non adduca la giustificazione trita e ritrita del ‘qui è tutto amplificato’. Risulterebbe un insulto all’intelligenza dei telespettatori. Sarebbe più proficuo chiedere scusa e iniziare ad allargare il proprio punto di vista. Magari chiedendo consiglio proprio a Enock Barwah una volta finito il programma.

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