‘Parliamo di nuove generazioni, amore, cultura, diversità, uguaglianza, pregiudizio, razzismo, radici, identità, possibilità. Parliamo di Rajel, una nuova serie per andare oltre le differenze‘. A introdurre la webseries, disponibile dal 9 luglio su YouTube, è Mahmood. Composta da quattro episodi, è un affresco di una nuova Italia, quella composta da italiani di nuova generazione, quella ancora poco conosciuta e talvolta bistrattata, ora dalla politica, ora dalla poca conoscenza, spesso dall’ignoranza.
Il protagonista di Rajel
Protagonista è Raf, italiano di seconda generazione interpretato da Ramzi Lafrindi, che deve fare i conti con una condizione complessa. È arabo, musulmano e italiano e, all’interno di questo caleidoscopio di opportunità, deve trovare la propria strada, probabilmente anche sé stesso, e far convivere più anime e più punti di vista. Inoltre, è un ragazzo ribelle, refrattario alle regole, con precedenti penali. Condannato per furto, per ottenere la libertà vigilata patteggia la partecipazione a una fiction. Sin dall’inizio, i rapporti sul set saranno tesi. Non mancheranno gli scontri con il regista, così come i confronti con Fatima, interpretata da Dounia Falali, un’italiana di seconda generazione, completamente diversa e distante da Raf.
Emerge, poi, la figura del ‘reclutatore’, autore di alcuni bigliettini indirizzati al protagonista, che puntano l’accento sui suoi punti deboli e provano a minarne la serenità. A fare da sfondo, i conflitti generazionali, tipici dell’adolescenza. ‘Raccontiamo dei giovani e la loro identità, la complessità con cui si confrontano un po’ per stereotipi un po’ per politici idioti’, afferma il regista Andrea Brunetti.
Il concetto di uomo
Rajel significa uomo ed è un tema che attraversa tutta la serie. Nei dialoghi tra Raf e la madre il concetto di uomo è particolarmente sentito. Deve essere capace, maturo, responsabile, ma non sempre è all’altezza delle aspettative. Il tutto in un contesto nuovo, diverso da quello d’origine, che fa a pugni con un’identità non definita. Ancora una volta, a emergere è il tema dell’integrazione in senso lato, attraverso la commistione di passato e presente, radici e ali, con tutte le difficoltà che ciò comporta.
Rajel rientra nel progetto OLTRE – Oltre l’orizzonte – Contro-narrazioni dai margini al centro, è sostenuto dalla Commissione Europea per aiutare i giovani di nuova generazione a integrarsi e non vivere situazioni di esclusione e discriminazione e vede la partecipazione delle università di Tor Vergata, Sapienza, Cagliari e Palermo.
I nuovi italiani
La serie nasce ‘per la prevenzione della radicalizzazione di nuove o seconde generazioni di giovani italiani di religione musulmana’, afferma Andrea Volterrani dell’Università di Tor Vergata. ‘Vi sono 1.316.000 persone nate in Italia da genitori stranieri o arrivate nei primi tre o quattro anni di vita’.
La partecipazione di Mahmood
La colonna sonora, ‘Tutto il mondo è paese’, è scritta dal trapper milanese di origini marocchine Maruego. Mahmood è ambassador e alla fine di ogni puntata darà il proprio contributo con una clip in cui si racconterà ai protagonisti della serie.