Revenge Room è il nuovo progetto psicologico contro il revenge porn, disponibile su RaiPlay. Si tratta di un cortometraggio poco convenzionale. Firmato da Diego Botta e prodotto in collaborazione con Rai Cinema, è stato presentato al Festival del Cinema di Venezia lo scorso settembre.
Revenge Room, un tentativo di denuncia che parla a tutti
Revenge Room è un tentativo di denuncia rivolto a tutti. Letteralmente. Parla alla Generazione Z, ai Millenials e, ancor di più, genitori. È un progetto innovativo, quasi sperimentale, riscritto in chiave thriller al fine di toccare uno degli argomenti – purtroppo – più ricorrenti e delicati, il revenge porn.
Stiamo parlando di quel malato tentativo di ‘vendetta’ che prevede la diffusione sul web di contenuti intimi senza, ovviamente, l’approvazione del diretto interessato. Le conseguenze psicologiche e morali sulle vittime sono sempre più drastiche e di primo conto, tema spesso legato alla violenza sulle donne.
Un dialogo parallelo in chiave thriller
Il progetto, come sopra accennato, è poco convenzionale: si tratta, infatti, di un dialogo parallelo in chiave thriller. Una scelta funzionale ai fini del racconto, che è tensione, dramma, ripensamento e pena. E poi liberazione, per uno; pentimento, per l’altro.
I protagonisti sono Davide e Federica, un tempo innamorati. Quando Federica decide di lasciare Davide, si ritrova catapultata in un vortice di insulti e diffamazioni causata dalla diffusione di contenuti personali intimi che la vede protagonista di video un po’ spinti (video goliardici girati – un tempo – con la persona amata).
Il cortometraggio: 19 minuti di tensione
Federica si sveglia una mattina nella propria stanza dove inizierà, con difficoltà e vergogna, un dialogo aperto con un’amica della mamma – così si definisce -. Nel frattempo, Davide si ritrova in una stanza scura, un poco inquietante, fissato da un uomo elegante e misterioso che incute timore.
Un dialogo parallelo, quasi un botta e risposta, un gioco di raccordi che collega le storie dei due ragazzi, guidate da queste due – sconosciute, e forse irreali – presenze adulte. Un po’ come a mettere in contrasto il bene e il male: la camera di lei rosa, la stanza di lui nera. Poi il timer (che ricorda un po’ Saw).
Federica deve fare i conti con le proprie frustrazioni, con il proprio disagio psicologico ancora troppo difficile da risanare, deve fare i conti soprattutto con ‘le amiche che la guardavano come se avesse una malattia contagiosa’. E per la prima volta ne parla.
Davide vive probabilmente i 15 minuti più brutti e intensi della sua vita: ripensa all’accaduto, guarda i video, si arrabbia, è furioso davanti alle risate dell’uomo sconosciuto, gli dice di non guardare quei video, che è la sua ragazza, si rende conto dello sbaglio insanabile che ha commesso. Urla. Si pente.
Una responsabilità mediatica
Lavorare a progetti tanto importanti quanto delicati è sempre una ‘missione’ di grande responsabilità per i media. Il progetto Revenge Room prodotto da One More Pictures in collaborazione con Rai Cinema e scritto da Alessandro Diele, è stato ideato e pensato per ogni canale di diffusione. Disponibile sulla piattaforma RayPlay, Revenge Room vede nel cast Alessio Boni e Violante Placido e può essere visto da qualsiasi dispositivo. Una tattica funzionale ai fini della diffusione di un messaggio molto delicato dall’enorme peso psicologico che, ahimè, talvolta muta in ben altro.