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Addio a Philippe Daverio, conduttore di Passepartout e divulgatore pop

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Philippe Daverio passepartout rai3

Riprendiamo dopo la pausa estiva con il ricordo di Philippe Daverio, scomparso mercoledì 2 settembre a 70 anni a causa di un tumore. Divulgatore e esperto di arte, è stato conduttore di Passepartout, programma di Rai3 dedicato alla storia dell’arte, in onda dal 2001 al 2011.

Il linguaggio di Philippe Daverio

Daverio era un personaggio sui generis, certamente non omologato, che ricordava e nell’abbigliamento e nell’eloquio gli uomini dell’Ottocento. Nonostante l’apparenza anacronistica, però, il suo Passepartout si caratterizzava per il linguaggio: contemporaneo, diretto, scevro da orpelli e tecnicismi, apriva al telespettatore una finestra su mondi più o meno conosciuti, con lo stesso appeal con cui i rotocalchi leggeri confezionano servizi di cronaca rosa.

Possedeva l’arte del docere, dell’insegnare, dell’appassionare senza annoiare. Che parlasse di Rinascimento o di arte moderna, di antica Grecia o di D’Annunzio, il risultato era il medesimo: catapultava lo spettatore in un viaggio spazio-temporale, una capacità che compete a pochi.

Portava avanti un’idea di televisione lenta in anni in cui l’avvento del Grande Fratello iniziava a trasformare il piccolo schermo in un frullatore impazzito. Nonostante ciò, il suo racconto, sebbene lento, aveva il pregio di risultare attraente.

Daverio e il caos

Uomo di grande cultura, nel corso della sua carriera Philippe Daverio ha presenziato centinaia di eventi, uno dei quali è ancora impresso nella mia mente. Era l’estate del 2010 e teneva un incontro presso la Biblioteca di Via Senato, a Milano, sull’importanza della lettura. O meglio, sul suo approccio alla lettura, non razionale, ma assolutamente casuale.

In quelle due ore di racconto, portò all’attenzione dei presenti aneddoti personali su come la scelta casuale dei libri aveva, in quale modo, indirizzato la sua vita e la sua carriera. Il rifiuto per il predefinito in favore del caos, che talvolta si rivela più utile delle scelte razionali. Un fulmine a ciel sereno, un’illuminazione per chiunque sia alla ricerca della propria strada. Da allora, ogni volta che entro in una libreria, mi lascio sorprendere da ciò che attira la mia attenzione. Ho scoperto, così, mondi ai quali razionalmente non mi sarei mai avvicinata. Di questo gliene sarò per sempre grata.

Philippe Daverio nella televisione italiana

Con la morte di Philippe Daverio diciamo addio a un grande uomo di cultura, ma si restringe anche la cerchia di divulgatori ‘pop’ di cui la televisione ha estremo bisogno.

Piero e Alberto Angela sono i massimi esponenti della categoria, ma non bastano a riscrivere una nuova liturgia di cui la televisione necessita. La cultura deve essere pop, deve aiutare a costruire un ponte tra passato e presente e deve fornire gli strumenti per comprendere ciò che è stato e porre le basi per ciò che sarà. Deve essere un ‘passe-partout’, come Daverio stesso ha dimostrato.

Photo credits: Facebook 

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