Ancora una volta, Gianni Morandi si conferma un passo avanti rispetto a tutti, colleghi e non. Il cantante di Monghidoro si è lasciato andare a uno sfogo su Facebook in cui affronta il suo futuro nella musica, senza nascondersi dietro a un dito. ‘Da un po’ di tempo non incido nuove canzoni e ho evoluto scambiare qualche opinione con i miei discografici’. I discografici sono quelli della Sony, la sua etichetta.
‘Ci siamo resi conto che negli ultimi anni sono cambiate molto cose nel mondo della musica e nel modo di ascoltare la musica da parte di tutti gli appassionati. Sempre meno CD e vinili, le canzoni si ascoltano sulle varie piattaforme in rete e moltissimo sugli smartphone’.
Morandi: ‘Il pubblico giovane indirizza il mercato’
Come dargli torto? Oggi la musica passa da Spotify e altre piattaforme e ha raggiunto una velocità di diffusione tale da non lasciare spazio a chi vuole, sì, adattarsi i tempi, ma senza farsi risucchiare dalla bulimia musicale.
‘Nel frattempo, le nuove tendenze musicali si stanno affermando ed è il pubblico giovane che indirizza il mercato (ma anche al tempo dei 45 giri, erano sempre i giovani a decretare il successo di un brano)’. Ecco il passaggio di testimone. Gianni Morandi prende contezza della situazione attuale, e probabilmente futura, e con sincerità e umiltà, comunica ai fan il suo pensiero.
‘Il direttore artistico mi ha chiesto se avevo qualche idea per il mio futuro o qualche proposta da presentare, io ho risposto vagamente, poi ci siamo salutati. È stato un incontro che mi ha fatto riflettere su come dovrà essere questo mio futuro. A dire il vero, non ho le idee chiare…’. Nonostante Morandi affermi di non avere le idee chiare, alla veneranda età di 75 anni dimostra di essere molto più lucido di tanti colleghi, persino più giovani, che si ostinano a non vedere la realtà circostante.
La musica è cambiata, i supporti fisici non si vendono più e ad alimentare l’indotto è l’attività live. A ciò si deve aggiungere la moltitudine di artisti che scalano le classifiche. Se si escludono le meteore, rimane una pletora di cantanti che sfornano, giorno dopo giorno, decine di singoli. I generi, poi, hanno – per fortuna – oltrepassato le nicchie e, ad esempio, l’indie ha invaso il pop, di fatto decretando il successo di decine di artisti. Alcuni nomi su tutti: Tommaso Paradiso, Levante, Coez.
La musica oggi, tra ‘progetti’ e balli su TikTok
A ciò va aggiunto l’aspetto negativo di tutta questa corsa: la presenza di prodotti di marketing travestiti da cantanti e spacciati per Artisti. In questo caso vale la regola del tanto fumo e niente arrosto, tutta apparenza e niente sostanza, e così via. Ovvero, canzoni tutte uguali, testi a dir poco brutti, se non orribili, video costruiti per sfondare su TikTok. Insomma, tutto il contrario di ciò che dovrebbe essere la musica: guizzo, ispirazione, poesia.
Ecco, davanti a uno scenario simile, non ci stupiremmo se Gianni Morandi decidesse di ritirarsi. Non perché a 75 anni debba ritirarsi nella sua Bologna, ma perché appartiene a quella generazione che – come quelle successive – ha scritto la storia della musica italiana. Ha fotografato gli anni del cambiamento e contribuito all’evoluzione della musica.
Quella evoluzione che sta avvenendo anche adesso, ma, sotto certi aspetti, in negativo. La frenesia che ha travolto la discografia rischia di svuotare il mondo della musica e ridurlo, sempre più, a sterile contenitore di tormentoni e coreografie per TikTok.
Tornando a Morandi, se dopo sessanta di onorata carriera decidesse di abbandonare la musica e godersi la vita senza impegni lavorativi, non potremmo che essere felici per lui. Ciò che colpisce è l’onestà di dire: ‘Signori, non ho progetti, non ho idee, non so cosa sarà’. Altri colleghi, meno qualificati, avrebbero espresso lo stesso pensiero riversando tonnellate di rabbia sul mondo che cambia e prendendosela soprattutto con i discografici. Gianni, invece, no. Mette sé stesso in primo piano, dunque in prima linea con le eventuali responsabilità.
Gianni Morandi, un simbolo della professionalità
Ecco, la discografia sta cambiando velocemente, gli artisti sono diversi da quelli di trent’anni fa e anni luce distanti da quelli dell’epoca di Morandi, la musica sembra essere stata risucchiata da un frullatore impazzito, gli scenari sono completamente diversi, eccetera eccetera. Se c’è una cosa, però, alla quale la discografia non dovrebbe rinunciare – oltre al talento – è la signorilità, qualità sempre più rara, che rischia di perdersi tra l’autotune e un passo per TikTok.
Gianni Morandi ha sessant’anni di carriera. Sessanta. Oggi, se sei bravissimo resisti sei anni, se sei fortunato sei mesi. È vero che in passato le carriere duravano di più perché vi era meno concorrenza, ma è anche vero che – senza voler fare i vecchi tromboni – l’artista aveva qualcosa da dire. Soprattutto, a definire un artista non era solo la canzone o il ‘progetto’, ma anche la professionalità, elemento necessario per resistere oltre la classifica estiva.