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Gli irregolari di Baker Street, un Conan Doyle vietato agli adulti

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L’attesissima serie Gli irregolari di Baker Street (The irregulars), è finalmente arrivata su Netflix. Disponibile da venerdì 26 marzo, è basata sulle opere di Sir Arthur Conan Doyle. La novità di punta del catalogo arricchisce la sconfinata serie di rielaborazioni del mito di Sherlock Holmes.

Un cambio di prospettiva

A fare da cornice al racconto, una Londra vittoriana di fine ‘800, ricca di sfumature noir e presenze sovrannaturali. Protagoniste della storia sono Bea (Thaddea Graham) e la sorella Jessie (Darcy Shaw), alle prese con attività paranormali, legate alla misteriosa scomparsa della madre. Chiamate in causa per svolgere indagini su omicidi e sparizioni, le due ragazze possono contare sull’aiuto di Spike (McKell David) e Billy (Jojo Macari), conosciuti in orfanotrofio.

Al quartetto si aggiunge un quinto elemento diverso dal background culturale e familiare, Leopold (Harrison Osterfield), un giovane rampollo di nobili origini, desideroso di abbandonare la sua torre d’avorio per lasciarsi travolgere dalla frenesia dei bassifondi.

L’impercettibile presenza del detective per antonomasia

Tom Bidwell, creatore della serie, delude le aspettative di coloro che immaginavano una storia incentrata sulle indagini della coppia di detective più famosa al mondo, collegando in modo troppo marginale le vicende de Gli irregolari al 221B di Baker Street. Watson si inserisce nella trama come cinico manipolatore, è scontroso, detestabile e sfrutta i cinque protagonisti come pedine di un pericoloso gioco.

A fare scalpore, però, è la presenza/assenza di Sherlock Holmes, ridotto a figurante, citato a malapena. Il collegamento forzato dà l’impressione di essere più un’operazione di marketing che una scelta narrativa.

Gli irregolari di Baker Street, il solito teen drama

Il risultato finale è apprezzabile e si lascia cadere l’ascia del confronto con altri sceneggiati e versioni più credibili della creatura di Doyle. Nonostante una buona prova del cast e la dinamicità conferita al racconto dalla scelta di articolare le puntate con l’espediente narrativo del monster of the week, Gli irregolari di Baker Street resta un prodotto destinato a una platea più adolescenziale che di esperti.

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