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L’Anfora di Clio, film contro il cyberbullismo a suon di lirica

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L’Anfora di Clio è il nuovo Opera Movie Show firmato da Mario Acampa, selezionato dal programma Fuori Concorso Documentari del Torino Film Festival. Un film rivoluzionario ai confini tra arte e tecnologia, realtà e mitologia che sensibilizza, diverte, emoziona con la speranza di deviare l’approccio – ahimè – così spesso fiducioso e superficiale nei confronti dell’Internet. E perché no, accendere la curiosità per un’arte tanto sublime come quella dell’Opera.

Non aprite quell’Anfora di Clio

L’Anfora di Clio, prodotta con la Fondazioni Accademia Perosi nell’Ambito del progetto Diderot, è il film documentario che chiude la trilogia che si sviluppa sul Monte Elicona, inaugurata nel 2017 con La Vestale di Elicona e proseguita nel 2018 con La Maschera di Erato.

Dei e umani convergono in una problematica di ordinaria follia, ma vi è un antidoto che potrebbe alleviare la gravità del caso: la speranza. Ci troviamo nel Tempio di Elicona in compagnia della bella Thalia, la (bisbetica) Musa della Commedia interpretata da Mirjam Schiavello, quando il simpatico corriere di AmaZeus (Matteo Sala) incombe con un pacco straordinario.

Dopo qualche titubanza iniziale, Thalia lo apre scoprendo un cubo dalle funzionalità tecnologicamente invitanti: si tratta del software di nome Clio, pronto ad esprimere ogni desiderio. Restia dall’accettare l’utilizzo dei dati personali – sono personali! – Thalia dovrà salvare le sorelle Muse che, contrariamente ad essa, saranno abbindolate dal bagliore della novità.

L’obiettivo de L’Anfora di Clio

La morale è chiara al termine di un racconto frivolo e lineare adornato di un’atmosfera starwarsiana e luci al neon alla Blade Runner: combattere il cyberbullismo. Una missione estremamente importante e la delicatezza con cui il tema viene trattato è la chiave vincente del film.

Il cyberbullismo combattuto dall’Arte

Una trasposizione grottesca di uno scenario quotidiano, tanto reale e spaventoso, forse perché troppo umano. Una storia semplicemente efficace che affronta il problema a suon di arte. L’Opera è al centro della scena, la danza, la musica – interamente registrata dall’Orchestra Master dei Talenti -, il bel canto. La lirica riempie di atmosfere oniriche una realtà fantastica, fondendo la tecnologia con l’arte più classica che ci sia.

Un cast che fa la differenza

La bravura e la rocambolesca predisposizione del cast artistico fa la differenza in un film interamente basato sulle doti dei protagonisti. Penso all’esilarante Musa Tersi – così buffamente amorevole – interpretata da un’impeccabile Claudia Sasso, soprano di tutto rispetto nel panorama dell’Opera. Un talento trasversale che ha massima espressione sia nel canto che nella recitazione.

Sulla stessa scia seguono la bravissima Valentina Iannone (soprano), il baritono Alfonso Michele Ciulla, che diverte con il suo accento siciliano, e il napoletano Francesco Fortes, tenore. E per la danza i ballerini della compagnia EgriBiancoDanza, che hanno saputo giostrarsi tra le muse ribelli dando quel tocco di leggerezza intergalattica.

Mario Acampa, un regista futurista

La firma è del grande e simpatico Mario Acampa, attore, conduttore, autore televisivo e regista affermato. Artista eclettico che vanta un bagaglio di esperienze che spaziano dal teatro alla fiction, dal cinema alla televisione.

Se poi ci aggiungiamo l’amore e la dedizione per il mondo dei ragazzi che dimostra quotidianamente alle telecamere di Rai Gulp, beh, allora possiamo definirlo un artista fuoriclasse (e non a caso ne è il capobanda: guardare Rai Gulp per credere).

Il suo sguardo visionario sulla realtà ha permesso la realizzazione di un progetto di cui avevamo bisogno, di cui gli adolescenti avevano bisogno. E così, dopo accurate ricerche sul cyberbullismo e sulle fake news, Mario Acampa si dedica a una frizzante e vivace scrittura, raccontata da una regia (che vede protagonista anche la mano di Riccardo Alessandri) semplice e per questo funzionale.

Il risultato è un film che si avvale di una scenografia interamente virtuale, di costumi ambiziosi e di una trama originale e avvincente. E anche questo è un piccolo ma centrato contributo al cinema italiano.

 

 

 

Photo credits: Ufficio Stampa

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