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Jams, un nuovo modo di raccontare gli adolescenti

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Jams, Rai Gulp

Rai Gulp trasmette dal lunedì al venerdì Jams, una serie prodotta da Stand by me, rivolta agli adolescenti e al loro mondo. La lodevole iniziativa mira a educare i ragazzi a risolvere i problemi tipici dell’età. Soprattutto, a ben gestire le relazioni digitali in un periodo storico difficile per l’uso inappropriato dei social e il relativo abuso.

I temi affrontati sono: il bullismo, il cyberbullismo e le molestie su minori. Per meglio aiutare i ragazzi, la produzione si avvale della consulenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

La serie usa la tecnica del Constructed reality, in cui i ragazzi improvvisano, pur seguendo un canovaccio raccontato loro dal regista. Così facendo, il loro apporto ne acquista in spontaneità.

I protagonisti di Jams

I protagonisti sono quattro adolescenti, molto amici tra loro, alle prese con le esperienze tipiche della loro età. I primi amori, le nuove amicizie, le piccole novità, le nuove sfide, come ad esempio comporre i testi per un contest musicale o preparare una torta che verrà giudicata da Alessandro Borghese.

Attraverso la narrazione di storie avvincenti, li si vuole educare a fare un uso consapevole della tecnologia. Laddove fossero vittime o testimoni di abusi, lato sensu, a non chiudersi nel loro mondo, ma a parlare con la famiglia e con gli insegnanti.

Il racconto è sempre stringente sulla realtà, con ogni tipo di problematica che i ragazzi possono vivere. Accanto a Jams, poi, è stata prodotta una mini serie, Jams #UnitiPiùCheMai, in cui si racconta la complessa quotidianità degli adolescenti in tempi di Coronavirus. Racconti che rispecchiano il vissuto di quelle settimane. Quindi un nonno ammalato di COVID-19,un genitore che lavora in ospedale, la didattica a distanza, la costrizione dentro casa.

Narrazione garbata

Quello di Jams è un modo garbato per avvicinarsi al complesso mondo adolescenziale, qui narrato con semplicità, in modo pulito, rispettando le dinamiche proprie dell’età. Meritorio il lavoro svolto dagli autori, che hanno trattato le tematiche senza ammiccare alla laidezza e al turpiloquio.

I ragazzini sono trattati come tali, non scimmiottano i grandi, vivono la loro età nel candore che appartiene loro, come è giusto che sia. Lasciamo ai grandi il trash, gli amorazzi televisivi, il gossip, i falsi miti, le vite rocambolesche.

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