Mi chiamo Francesco Totti è il titolo del film-documentario sul Capitano della Roma per antonomasia. Prodotto da The Apartment e Wildside, con Capri Entertainement, Fremantle, Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video, non è un semplice e ricorrente excursus sulla vita personale e professionale del calciatore, ma di un racconto a cuore aperto. È la notte che precede l’addio al calcio e Francesco Totti ripercorre la sua vita come se fosse proiettata su un grande schermo. E la commenta, come se fosse con gli spettatori.
Francesco Totti, un racconto per tutti
Francesco Totti si racconta a tutti in un inedito film documentario andato in prima visione su Sky Sport Serie A e Sky Cinema Uno il 16 novembre 2020. Un confronto diretto, quasi interattivo, con lo spettatore. Profondo, riflessivo, con un’unica voce narrante: la sua.
Dice che è un ‘racconto per tutti’, perché è così. Non si tratta, infatti, solo di calcio. O meglio, Mi chiamo Francesco Totti è inevitabilmente la storia di un percorso così intenso e motivato che regala inedite riprese relative ai primi palleggi a scuola e finisce al centro di un Olimpico che si inchina e idolatra il proprio Capitano. L’ottavo Re di Roma, un monumento della città. Perché è così che Totti viene definito.
È vero, si ripercorrono i punti salienti di una straordinaria carriera. Per farla (molto) breve, essendo poco ferrata in materia, si va dall’approdo nelle giovanili della Roma all’esordio in Serie A e il primo gol contro il Foggia.
Poi la consacrazione e la fascia da Capitano, ceduta da Aldair nel ’98, il terzo Scudetto della Roma (e la successiva settimana di festa) e la prima Supercoppa. Il 2006 è l’anno del grave infortunio e della conseguente operazione: il suo unico pensiero erano i mondiali, che giocò. E vinse. Il resto è poi storia contemporanea.
Francesco uomo, Totti calciatore
Alla base di tutto c’è però un uomo. Un uomo che si racconta con semplicità, pacatezza, con quel tono piatto e, ahimè, poco trascinante e dal marcato accento romano tipico del Capitano. Eppure coinvolge, desta interesse, e si merita attenzione.
C’è il racconto di un uomo devoto al destino – destino, questo termine che Totti usa spesso in un’ora e 45 minuti – un uomo che sogna, e che spesso e volentieri, si trova a viverlo, quel sogno. Talvolta contro il volere di qualcuno (il riferimento a Spalletti è quasi casuale).
È una popolarità sofferta e un bisogno insistente di sentirsi ‘normale’, ‘comune’. È una lunga riflessione sulla vita impegnativa di chi ha una sorta di responsabilità nei confronti di qualcuno, in questo caso di una squadra, dei tifosi, di una città. È la storia di un amore eterno per un’eterna Roma.
La più grande vittoria? La famiglia
Lo ha ribadito più volte, e lo ribadisce ancora. La sua più grande vittoria è la sua famiglia. E Ilary Blasi è il segreto di quell’uomo che con passione e determinazione ha avuto per 25 anni la Capitale ai suoi piedi.
Con grande emozione si torna al primo incontro tra Totti e Ilary. ‘Quella è la donna della vita mia, la devo sposare‘, sono parole che riecheggiano ancora oggi. Poi la maglia ‘6 unica’ nel derby Lazio-Roma. Quei tre assist, quella vittoria 5-1 con il goal finale di Totti. Doveva segnare per forza, per Ilary.
Il 19 giugno 2005 si sposano, e il matrimonio viene trasmesso in diretta da Sky. Ilary c’è sempre stata, e continua ad esserci. Di solito succedeva così, il calciatore usciva con la letterina e dopo qualche settimana finiva tutto. Tra loro è andata diversamente, e anche questo Totti lo chiama destino.
Sul campo per l’ultima partita
Il film si apre e si chiude al centro del campo Olimpico. È una notte magica, eterna. È la notte prima dell’ultima partita in campo di Francesco Totti che segnerà l’addio al calcio. Francesco Totti, probabilmente spinto da una situazione di inadeguatezza causata dal cambio di registro dell’allenatore Spalletti, decide di giocare la sua ultima partita.
Il 28 maggio 2017 la Roma gioca contro il Genoa, vince, e saluta Francesco Totti. La cerimonia è emozionante, le lacrime infestano l’Olimpico. Un Totti fortemente provato entra in campo e viene accolto con un raro calore da una platea infinita. Adesso dovrà proseguire da ‘Solo‘, come il brano che accompagna l’ultimo saluto caricandolo di un’intensità stravolgente.
Photo credits: Ufficio stampa Sky