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Sex and The City 7 stagione, il reboot fuori tempo massimo

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Carrie is back. Ebbene sì, torna Sex and The City. La conferma arriva dalla HBO e dagli account Instagram di Sarah Jessica Parker, Kristin Davis e Cynthia Nixon. Non si tratterà del terzo film, come inizialmente ipotizzato da The New York Post, che ha dato la notizia poco prima di Natale, ma di una nuova stagione, la settima, dal titolo And just like that.

Il gruppo si ricompone, dunque, ad eccezione di Samantha, interpretata da Kim Cattrall, la quale ha sempre affermato che non avrebbe preso parte a una nuova reunion. Il rumor lanciato a ridosso delle feste ha subito rallegrato i fan e, soprattutto, invaso pagine e pagine web e cartacee. La domanda sorge spontanea: abbiamo davvero bisogno di un reboot? La nostra risposta è no. Le ragioni sono diverse.

I primi due film

Dopo la fine delle sei stagioni cult, gli sceneggiatori hanno dato vita alla trasposizione cinematografia per concludere in bellezza anni e anni di pene d’amore e Manolo Blahnik. Il primo film, infatti, ha coronato l’amore travagliato tra Carrie e Mr Big. Nel mentre, ha affrontato le varie fasi dei rapporti duraturi, dal tradimento alla conclusione, passando per la maternità e il perdono. Sex and The City 2 ha iniziato a scricchiolare, mostrando le lacune della maggior parte dei sequel: una sceneggiatura poco credibile con una storia debole. Ambientato ad Abu Dhabi, SATC 2 sposa l’eccesso, quasi al limite del ridicolo. Le protagoniste non sono più le beniamine che abbiamo amato, seguito e inseguito per anni, bensì quattro sosia con meno appeal e poco da dire.

I meriti della serie Sex and The City

Sex and The City è la serie che ha rotto gli schemi e introdotto un nuovo modello di donna. Ha raccontato la moda e l’indipendenza femminile, l’amore e le sue mille sfaccettature, gli ostacoli del mondo del lavoro e la scelta tra la vita familiare e la carriera. In un certo senso, ha anticipato in nuce il Me Too e ciò che esso ha comportato.

Ha descritto una New York dai mille contrasti, ma sempre up to date, al passo coi tempi, trasformandola in meta ancora più ambita. Lo ha fatto, però, quando ancora aveva qualcosa da dire.

Sex and The City 7 stagione, un’idea anacronistica

Oggi una nuova stagione di Sex and The City 3 ha senso? Sì per i fan, no per chi ricerca ne settimo capitolo il Sex and The City di vent’anni fa. La serie e i due film hanno esautorato gli argomenti cardine che li hanno resi iconici. Perché insistere nel raschiare il barile? Carrie, Charlotte e Miranda cosa potrebbero raccontare oggi del mondo che Sex and The City ha rappresentato?

Dunque, la storia ruoterà attorno alle tre amiche e alla loro vita newyorchese. Quale sarà, però, il quid pluris? Carrie e Big alla prese con una gravidanza in tempi di menopausa? Charlotte e Harry in balia dei capricci delle figlie già al College? Miranda e Steve in procinto di lasciare Brooklyn per tornare a Manhattan? Un racconto che non eguaglierebbe ciò che è stato.

Il ritorno di Sex and The City può solo essere bollata come fuori tempo massimo e lo affermo a malincuore. Sono stata una fan accanita di Carrie sin dalla prima ora, quando in Italia era trasmessa su TMC, l’attuale La7. Ho amato gli outfit, le storie, la dipendenza da New York, i successi e le sconfitte. Per sei stagioni mi sono appassionata alla storia d’amore con Big, sperando nel lieto fine, e ho adorato il primo film. Lungi da me farmi travolgere dai pregiudizi, quindi.

Tuttavia, è bene capire quando giunge il momento di fermarsi e togliere il disturbo. Abbiamo affrontato la crisi del 2008, il Me Too ha rivoluzionato ogni tipo di narrazione e il pianeta è nel mezzo di una pandemia. Imbastire una storia sulla vita delle quattro ragazze mondane che incendiavano Manhattan risulterebbe credibile?

Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha hanno fatto sognare più di una generazione, facendo la storia. Sono personaggi che hanno raggiunto la vetta più alta, oltre la quale non è possibile avanzare per una semplice ragione: si rischia di cadere. E anche rovinosamente.

 

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