In epoca di femminismo 2.0, di polemiche a mezzo social e indignazione facile, in cui basta un tweet, un aggettivo, una foto per gridare al maschilismo, ecco che Temptation Island sbatte in faccia la cruda realtà. All’inizio della nuova edizione, avevamo definito il reality dei sentimenti di Canale 5 un ottimo espediente per chi si condanna a soffrire per amore. La terza puntata, andata in onda giovedì 16 luglio, lo ha evidenziato ancora di più.
Ciavy e Valeria
Al centro del racconto, le coppie formate da Valeria e Ciavy e da Anna e Andrea. Ciavy, l’identikit dell’uomo che non vuole una compagna, ma un comodino. Una che dove la metti sta e, se qualcosa non va, abbastanza discreta ed educata da tacere per non urtare il di lui egocentrismo. Insomma, ‘donna schiava, zitta e lava’.
Ciavy, un tizio talmente preso da sé stesso da non accettare non solo una critica dalla compagna, ma neanche un cazziatone da Filippo Bisciglia. Lui è perfetto, bravo, bello, interessante, capace di far cadere ai suoi piedi uno stuolo di donne. Quali non si sa, ma ne è fermamente convinto. Buon per lui.
‘Non so se sono innamorato, ma lei lo sa’, aveva esordito all’arrivo nel villaggio, riferendosi alla fidanzata Valeria. ‘Che ci sto a fare?’, si era chiesta lei. E anche i telespettatori si erano posti la stessa domanda. ‘Che ci stai a fare, Valeria?’. Col passare dei giorni, grazie al cielo Valeria riacquista fiducia in sé stessa e alza la testa, gli va contro, forse si rende conto che Ciavy non è esattamente un principe azzurro.
‘Io ho ventisette anni, non mi faccio rovinare la vita da nessuno. Merito di stare bene’. Ecco, finalmente apre gli occhi e, con un vero coup de théâtre, lo molla. La figurante Valeria lascia il burattinaio Ciavy.
Anna e Andrea
Poi ci sono Anna e Andrea. Lui ha 27 anni, lei 37 e due figlie e preme per costruire una famiglia. Chiede ad Andrea di assumersi delle responsabilità, un figlio, forse il matrimonio, e, per riuscirci, lo tortura facendolo ingelosire con il tentatore Carlo. Tattica condivisibile, ma che si rivela un’arma a doppio taglio quando si lascia andare e sceglie le parole sbagliate.
Allo sfogo di Andrea – ‘Per l’affitto e per le bambine sono un uomo, poi sono un bambino. Sono un uomo o sono un bambino?’ – risponde: ‘Ti faccio vedere io se sono viziata. Non vado più a lavorare e mi mantieni pure. Se da qui non esce come dico io, esce da solo’. Andrea, sei un bancomat. Scappa finché puoi.
Coppie sull’orlo di una crisi di nervi
E poi Manila e Lorenzo, Antonella e Pietro. Insomma, nessuno va d’accordo con il partner. Non sono coppie alla ricerca di risposte, ma gente accoppiata in modo strambo sull’orlo di una crisi di nervi. La domanda, dunque, sorge spontanea: se la crisi è già a uno stadio avanzato e siete consapevoli di essere agli sgoccioli, che andate a fare a Temptation Island? Un passaggio in televisione vale più dei propri sentimenti? E, soprattutto, uomini e donne di oggi troveranno mai un punto di incontro, un equilibrio, la voglia di condividere un pezzo di strada, breve o lungo che sia, senza buttarsi addosso tonnellate di rabbia e odio?
Maschi contro maschi, femmine contro femmine
È la modernità, bellezza. E i panni sporchi si lavano davanti a un falò, a favore di telecamera, insieme agli immancabili compagni di brigata. Maschi con maschi, femmine con femmine. Maschi contro femmine, femmine contro maschi. Più delle scaramucce tra fidanzati, a colpire è la polarizzazione dei due gruppi. I maschi si sostengono recitando la parte dell’uomo che non deve chiedere mai. Puntano l’accento sul comportamento sbagliato della compagna, ora troppo libera ora troppo sguaiata, sempre sbagliata e poco incline a comprendere le loro esigenze. E se l’amico è colto da un attimo di tentennamento, da un briciolo di sentimento, ecco che ci sono loro, schierati come una vera brigata, pronti a rammentargli quanto la dolce metà sia scorretta, non innamorata, pertanto sbagliata.
Le femmine non sono da meno. Si lasciano andare a confidenze più frastagliate di qualunque flusso di coscienza che nemmeno James Joyce. Dicono le cose peggiori, rivelano magagne, raccontano gli aspetti più intimi e privati, gettando ombre talmente pesanti che sarà impossibile ritrovare un cielo sereno. Per poi concludere, a differenza degli uomini, sempre nello stesso modo: ‘Lo amo, non ce la faccio a lasciarlo’.
Rapporti disfunzionali
Il viaggio nei sentimenti di Temptation Island e, in particolare , il falò di confronto è un affresco, francamente aberrante, delle coppie odierne. Non perché non ci possano essere screzi o non ci si possa lasciare. Il mondo rosa e fiori è un sogno romantico, un cliché evidentemente poco aderente alla realtà e alla quotidianità.
Tra il mondo fatato, elucubrazione romantica, e un incontro sul ring, però, vi è una marea di sfumature, che nel villaggio sardo non trovano spazio. Il dubbio è che non trovino spazio non solo all’interno del programma perché attratti dalla voglia di fare spettacolo e guadagnare il quarto d’ora di celebrità, ma anche nella vita reale.
Ciavy e Valeria, Anna e Andrea sono solo due degli innumerevoli esempi delle coppie disfunzionali. Dei rapporti squilibrati in cui sfugge, agli occhi di chi osserva, la ragione fondante dello stare insieme. La rabbia può dare adito a pensieri negativi, a esclamazioni sbagliate, ma anche i rapporti d’amore meritano un codice deontologico, una linea guida, una soglia di rispetto al di sotto della quale non si dovrebbe mai scendere. Una soglia che chi partecipa a Temptation Island supera nel momento in cui varca quella del villaggio.
Una scelta legittima, che cozza, però, con il dibattito stringente ovvero quello riguardante il patriarcato, il maschilismo, il femminismo 2.0 e l’indignazione facile a mezzo social. La ricerca della parità dei sessi. Il reality, dicevamo all’inizio, sbatte in faccia la cruda realtà ovvero che delle lotte per l’uguaglianza non frega niente a nessuno. Quello che va in onda a Temptation Island potrebbe mostrare una realtà del 2020 come degli anni ’80 o anche prima: uomo egoista, donna zerbino; donna egoista, uomo zerbino.
È un semplice gioco delle parti esistente dalla notte dei tempi in cui ciascuno indossa la maschera che gli si adatta meglio, ma alla fine della fiera, quando si dovranno tirare le somme, a emergere sarà sempre la stessa evidenza: se non c’è amore, è inutile che lo cerchiate in un villaggio turistico. Accettate la triste realtà e provate a stare da soli. Difficile, certo, e anche banale, ma potreste persino scoprire nuovi lati di voi stessi che vi impediranno di ripetere gli stessi errori. Se lo fate prima di arrivare al Pinnettu, vi risparmiate la gogna mediatica, ma questa è un’altra storia.
Ascolti della terza puntata
Intanto, mentre gli innamorati alla ricerca del proprio amore trascorrono ventuno giorni con l’obiettivo di urlarsi le cose peggiori, a gongolare sono Maria De Filippi, Canale 5 e l’intera produzione del programma. La terza puntata di Temptation Island ha totalizzato 3.720.000 telespettatori, pari al 22.6% di share, segno che al pubblico piace ficcare il naso negli affari altrui e giudicare per sentirsi migliori. Del resto, a mente fredda e dall’esterno siamo bravi tutti, ma chissà quanti tra i telespettatori si ritrovano in questo ritratto arido e a tinte offuscate. La speranza è che siano pochi, il dubbio è che siano in realtà molti più di quanto si possa immaginare.