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Valeria Graci e il coraggio di denunciare la violenza

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Si dice spesso che i comici celino una grande tristezza. Forse è vero, forse no. Di sicuro, Valeria Graci dietro il suo sorriso nasconde una ferita profonda. Ospite di Verissimo nella puntata speciale di sabato 21 novembre dal titolo Verissimo per le donne, racconta la sua storia in qualità di vittima di violenza psicologica.

‘Ci sono cose che accadono nella vita. Cose belle e cose brutte, che sono successe anche a me’. Per la prima volta, la Graci parla pubblicamente del periodo buio vissuto qualche anno fa. È un racconto di dolore, ma anche di rinascita e di speranza. La protagonista di questa storia è ‘una donna indipendente, che fa spettacolo da vent’anni, che fa ridere gli altri e mi viene anche bene, a quanto pare. Però anche a me è capitato di non essere forte, di subire una forma di violenza, che è quella psicologica’, afferma.

La causa della violenza è il rapporto con l’ex marito. ‘Grazie a Dio non mi è successo altro, nessuno mi ha mai sfiorato anche solo con un dito, però la violenza psicologica, denigrare una persona e farla sentire piccola è anch’essa una forma di violenza ed è anche più subdola’.

‘Sei una nullità, parole che lacerano dentro’

La Graci, pur non entrando nel dettaglio della storia, punta il dito contro alcune frasi, tipiche dei rapporti in cui si opera violenza psicologica. ‘Far credere a qualcuno che si è sbagliati, sentirsi dire ‘Sei una nullità, senza di me non vai da nessuna parte’, sono parole che lacerano dentro. C’è stato un momento in cui ho creduto a questa cosa’.

Una delle conseguenze della violenza – fisica o psicologica – è la perdita di autostima, della fiducia in sé stessi. Ci si sente smarriti, deboli, e ci vorrà del tempo per ritrovarsi e rimettersi in piedi.

Il messaggio di Valeria Graci: ‘Denunciate’

Il messaggio di Valeria Graci è chiaro e non lascia spazio a ulteriori soluzioni: ‘Bisogna avere il coraggio di denunciare’, cosa che l’attrice ha fatto. Ne parla adesso per la prima volta e spiega il perché di questa scelta. ‘È la prima volta perché non era necessario farlo prima. Lamentarsi, spettacolarizzare. Faccio un lavoro che amo molto e che difendo tantissimo. Perché non ero pronta‘.

Non ero pronta. Tre parole che riassumono molto bene la condizione di chi subisce violenza e si chiede quando e se racconterà la propria esperienza. La violenza, di qualsiasi tipo essa sia, provoca delle ferite profonde nell’anima della vittima. Ferite che vanno rimarginate col tempo, con tanta forza, coraggio, e anche tanta pazienza. Forse non si sarà mai completamente pronti a raccontare – e quindi rivivere – un momento doloroso, perché il dolore riemergerà e sarà difficile tenerlo a bada, ma in qualche modo si avrà la consapevolezza che quel dolore non potrà più farci del male.

Nel corso della sua intervista a Verissimo Per Le Donne, la Graci squarcia il velo di Maya su un ulteriore problema che accompagna la violenza: il dopo. La fase, cioè, in cui il fatto finisce e resta il trauma. Da capire, da vivere, da affrontare, da combattere, da superare. La violenza arriva nella vita delle vittime come uno tsunami che tutto travolge e qualcosa distrugge. Riuscire a rialzarsi dopo quella mareggiata irruente non è facile, ma la soluzione per fare un primo passo c’è: chiedere aiuto.

Il coraggio di chiedere aiuto

‘Fortunatamente ho avuto il coraggio di farmi aiutare’, confessa, ‘di andare in analisi, di raccontare alle mie amiche e alla mia famiglia. Ho avuto una grande rete accanto a me’. La violenza è una terribile piaga della nostra società, un male ancestrale difficile da estirpare anche a causa del pregiudizio che vi aleggia intorno.

A volte subentra la vergogna‘, prosegue. ‘La verità è che non bisogna mai permettere a nessuno di farsi dire anche solo una volta ‘puttana’ o ‘non vali niente’. Io sono forte e coraggiosa, anche se ho avuto momenti di grandissima debolezza, ma non sono tanto diversa da un’altra donna. C’è solo una differenza: faccio un lavoro per cui la gente mi vede in televisione’.

La visibilità è, dunque, la spinta che le consente di offrire il suo racconto al pubblico. E lo fa con un intento ben preciso: far riflettere chi si trova in quella stessa situazione affinché si riconosca e decida di dire basta. Nonostante il pregiudizio che accompagna la violenza sulle donne, può succedere davvero a chiunque, anche a chi ‘non ha questo coraggio di andare in analisi, di farsi aiutare o che non ha una famiglia che la supporti veramente’, prosegue.

A proposito di pregiudizio, c’è sempre chi si sente in dovere di giudicare, di obiettare, di instillare il dubbio. ‘Una volta mi sono sentita dire: ‘Insomma, nessuno ti ha mai menato’, ma non bisogna farsi menare! Certe frasi sono l’anticamera di qualcosa che non va’, conclude.

‘Sto imparando a prendere le misure con una nuova vita’

Le conseguenze psicologiche, dicevamo, sono profonde. E la Graci racconta dei grandi ostacoli che ha dovuto superare per ricominciare a vivere. ‘Io ho avuto paura di non sentirmi sicura. Per una come me, abituata a vivere da sola da quando avevo 18 anni, è stata tostissima. (Dopo, ndr) ho vissuto con i miei genitori per tre mesi e mezzo a Roma. Sono separati di quarant’anni e, in un momento di grande bisogno, mi hanno aiutata. C’era bisogno di quello, della mia famiglia, di una sicurezza. Mio papà mi aspettava sotto casa anche alle sette e mezza di sera per parcheggiare la macchina. Mi ha fatto tanta tenerezza ed è stato giusto così. Ora stiamo imparando a prendere le misure con una nuova vita, però il papà ancora si preoccupa‘. La famiglia, il porto sicuro.

Infine, conclude con un messaggio positivo, di speranza. ‘La vita toglie e la vita dà, anche tanto e quando meno te l’aspetti. In un momento difficile, complicato, la vita mia restituito questi due vecchietti qua’.

Valeria Graci alle donne: ‘Abbiate fiducia in voi stesse’

Alle donne vittime di violenza Valeria Graci lancia un monito: ‘Avere fiducia in sé stesse. Sembra una frase banalissima che leggiamo nei libri o sentiamo nei film, in realtà noi donne abbiamo grandissime risorse. Io ho fatto mio il motto ‘ce la faccio sempre anche quando non ce la faccio’. Chiunque si trovi in un momento di difficoltà deve sempre ricordarsi che tutto passa, passa anche il tempo, però quel momento là passa. Bisogna avere la pazienza di affrontarlo’.

La storia della Graci è la storia di tante, troppe, donne vittime di violenza perché intrappolate in storie sbagliate o perché vittime di violenza perpetrata da sconosciuti. Parlarne, chiedere aiuto è la soluzione. All’attrice il plauso di avere avuto il coraggio di rendere pubblico il suo vissuto, sebbene doloroso, e di raccontarlo con garbo e lucidità, quasi in punta di piedi. Un racconto che ha il sapore di una ‘liberazione’, come lei stessa lo definisce a fine intervista, che funge da anticamera un nuovo capitolo. E allora, che nuovo capitolo sia. Buona vita, Valeria.

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