Home TV Rai Detto Fatto, dopo la sospensione, la BBC: un polverone necessario?

Detto Fatto, dopo la sospensione, la BBC: un polverone necessario?

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Il 25 novembre 2020 verrà ricordato per tre avvenimenti: la morte di Diego Armando Maradona, la Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne e la bufera che ha travolto Detto Fatto. Ventiquattr’ore intense, i cui strascichi a distanza di altre ventiquattr’ore non si sono ancora placati. Nel caso della violenza, perché la cronaca continua a dare notizia di un femminicidio dopo l’altro. Nel caso del Pibe de oro, perché le celebrazioni a Napoli, come nel resto d’Italia e nel mondo, proseguiranno senza sosta. Nel caso di Detto Fatto, perché la vicenda assume contorni sempre meno definiti.

Breve riassunto. Nella puntata del 24 novembre va in onda un tutorial su come fare la spesa al supermercato in modo sensuale. Un blocco di una manciata di minuti in cui una modella insegna alle donne come muoversi in modo ammiccante tra gli scaffali della pasta per attirare l’attenzione del vicino di casa intento a leggere le etichette dei biscotti.

I social chiedono la chiusura, la Rai sospende

Il giorno dopo, la mattina del 25, il video rimbalza su Twitter e, in pochi minuti, l’hashtag #DettoFatto entra in trending topic. Offensivo, sessista, irrispettoso, specialmente perché mandato in onda il giorno prima della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, recita la maggior parte dei tweet tuonanti. Scoppia una bufera.

I social invocano la chiusura del programma, la Rai opta per la sospensione e la conduttrice Bianca Guaccero ci mette la faccia, chiedendo scusa. Non si sa ancora cosa ne sarà del factual di Rai 2. Giuseppe Candela, sul sito de Il Fatto Quotidiano, dà quasi per certa la chiusura, già paventata una stagione addietro dall’ex direttore Carlo Freccero.

Detto Fatto sulla BBC

In attesa di quel che sarà, la notizia varca i confini nazionali e ottiene un posto tra i tweet di BBC News World. Una figuraccia per l’Italia, per la televisione italiana e per le maestranze tutte.

La domanda che ci poniamo è la seguente: era davvero necessario? Non ci riferiamo al tutorial di dubbio gusto, sicuramente specchio di una televisione superata e di uno stereotipo non accettabile. Ci riferiamo al polverone che è sorto.

Non tutto è violenza (per fortuna)

Innanzitutto, accostare la violenza sulle donne a un tutorial brutto e riuscito male, a tratti ridicolo, è troppo. È un insulto a chi la violenza l’ha subita, la subisce e la subirà veramente (chi scrive parla con cognizione di causa, dunque astenersi criticoni pronti a puntare il dito). Soprattutto, rischia di banalizzare la causa. Non tutto è violenza e provare a far rientrare ogni cosa nel novero della violenza sulle donne annulla l’importanza della battaglia.

Poi, il tutorial incriminato non è una grande pagina di televisione. Anzi, è una brutta pagina di televisione, se vogliamo. Siamo sicuri, però, che sia intellettualmente onesto gridare allo scandalo? Siamo certi che il piccolo schermo sia un covo di prodotti austeri dove la sobrietà regna sovrana? Il repulisti su Detto Fatto appare una mossa del tutto ipocrita.

Una malcelata ipocrisia di fondo

Lo dimostra il fatto che lo scandalo sia esploso a scoppio ritardato, il giorno successivo e solo dopo l’insurrezione dei social. A nulla sono servite le scuse di Bianca Guaccero, la padrona di casa. Detto Fatto è offensivo, al rogo, bannato. Va bene, ma bisogna tenere presente cosa è Detto Fatto.

È un factual, un programma cioè fatto da tanti piccoli blocchi, che dispensano consiglio ai telespettatori. Il target è prevalentemente femminile, ecco perché la declinazione al femminile di tutti gli argomenti trattati. Certo, chi ha partorito la lezione su come fare la spesa in modo sexy deve avere un grande talento comico, vista la riuscita altrettanto comica del siparietto. Ciò detto, gridare allo scandalo risulta francamente ipocrita.

Un polverone sulle spalle di Bianca Guaccero

A rimetterci le penne sarà Bianca Guaccero, una brava conduttrice, un’artista poliedrica, che la Rai non dovrebbe farsi sfuggire. Quest’anno il programma è partito con grande ritardo e, sin dalla prima puntata, la scrittura è risultata diversa e meno accattivante rispetto alla scorsa stagione. Esperimento o strategia, gli ascolti ne hanno risentito.

La chiusura invocata per il tutorial al centro dello scandalo ha il sapore di una scusa. Esattamente com accadde a Paola Perego con Parlamone…sabato, chiuso dai dirigenti del tempo in seguito alla gogna social per un servizio – quello sì – offensivo, ma soprattutto becero e inutile, sulle donne dell’Est. Ai tempi si parlò di una vendetta trasversale nei confronti del marito, l’agente Lucio Presta. Quale fosse la verità non è dato sapere. Ciò che è certo è che la Perego è rientrata in Rai solo adesso con Il Filo Rosso.

La storia si ripete, dunque. Solo che nel caso della Guaccero non si capisce bene quali nemici possa avere al punto da volerla fuori a tutti i costi. La punizione della sospensione, ancora peggio di una eventuale cancellazione, pare eccessiva.

Se sobrietà deve essere, che sobrietà sia. Su tutti i piani, però. Dunque, una volta mandato in soffitta Detto Fatto, sui canali Rai non si dovrebbe più assistere a liti in diretta (come accade, ad esempio, a Ballando con le Stelle), così come non avremmo più programmi comici perché certe battute potrebbero ledere la sensibilità del pubblico, per fare due esempi facili facili. Siamo sicuri chiudere che Detto Fatto sia la soluzione giusta?

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