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Sanremo 2022, Drusilla Foer e il monologo sull’ascolto delle unicità

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Drusilla Foer durante il monologo sull'importanza dell'unicità a Sanremo 2022

Il gran finale della terza serata di Sanremo 2022 lo regala Drusilla Foer con un monologo che arriva a conclusione di una performance a dir poco eccellente. Per l’ultimo atto dello spettacolo che porta in scena giovedì 3 febbraio sul palco dall’Ariston, rinuncia agli abiti sgargianti e si presenta in tailleur nero.

Le luci si abbassano. L’Ariston è in silenzio. Drusilla Foer inizia il suo pezzo, il tono della voce è pacato, ma le sue parole arrivano forti come se fossero pronunciate da un megafono. ‘Ci sono tanti temi che affollano la mia mente e la società, ma non posso ammorbare e parlare di integrazione e diversità‘, esordisce.

‘Quando le parole non funzionano, vanno cambiate’

Diversità è una parola che non mi piace‘, continua la co-conduttrice della terza serata di Sanremo 2022. ‘E’ comparativa, ha in sé una distanza che non mi convince e io credo che quando la verbalizzo sento di tradire qualcosa che sento o che penso. Trovo che le parole siano come gli amanti: quando non funzionano vanno cambiate‘. Un messaggio potente, che funge da apripista al prosieguo.

Drusilla Foer: ‘Aprirsi all’unicità dell’altro’

‘Ho cercato un tema che lo sostituisse e ne ho trovato uno molto convincente: unicità. Una parola che piace a tutti. Tutti pensiamo di essere unici, è facile. Non è facile per niente perché per capire è necessario capire di cosa è fatta la nostra unicità, di che cosa siamo fatti noi. Certamente di cose belle, ambizioni, valori, convinzioni, talenti. I talenti vanno allenati, seguiti, delle proprie convinzioni bisogna avere la responsabilità. Bisogna averne cura. Insomma, non è facilissimo’, aggiunge.

‘Immaginate i dolori che vanno affrontati, le paure che vanno esorcizzate, le fragilità di cui bisogna prendersi cura. Non è facile entrare in contatto con la propria unicità. Come si fa a tenere tutto insieme?’, si chiede.

‘Io un modo ce l’avrei’, dice Drusilla. Si prendono per mano le cose brutte e si portano in alto, nella purezza dell’aria, in un grande abbraccio innamorato e gridiamo: Che bellezza, tutte queste cose sono io! Sono io! Sarà una figata pazzesca!. E sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità. A quel punto, io credo che sarà anche più probabile aprirsi all’unicità dell’altro ed uscire da questo stato di conflitto che ci allontana’.

La dolce rivoluzione di Drusilla Foer

‘Io sono una persona molto fortunata a essere qui, ma vi chiedo di farmi un altro regalo per dare un senso alla mia presenza su questo palco. Facciamo un atto rivoluzionario, il più rivoluzionario che si possa fare oggi: l’ascolto. L’ascolto di sé stessi, l’ascolto degli altri, l’ascolto delle unicità. Ascoltiamo, doniamoci agli altri, confrontiamoci gentilmente, accogliamo il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni. Vi prego. Facciamo scorrere i pensieri in libertà, senza pregiudizio, senza vergogna’. Applausi.

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