Enrico Brignano, un marziano a Rai 2. L’amato comico romano, nella seconda puntata di Un’ora sola vi vorrei di martedì 13 aprile 2021, ha dimostrato di essere un vero e proprio marziano televisivo. Lo ha fatto all’interno di un palinsesto ultimamente composto anche da ‘Giochi Lochi’ e da informazione in stile ‘Anni 20’.
Dopo una sigla a effetto, come per i vecchi varietà, anche nella puntata di martedì 13 aprile Brignano ha dedicato ai monologhi una parte del suo nuovo spettacolo televisivo. Una breve parentesi sulle ultime notizie politiche, poi il comico di 55 anni ha parlato delle spedizioni su Marte. Si è concentrato dapprima sul mancato decollo di Ingenuity. C’è stato tanto di finto audio della Rai a mimare un motorino che non parte. Successivamente, ha anche fatto riferimento a Curiosity, servendo al pubblico una finta chiacchierata marziana e il surreale dialogo immaginario tra abitanti del pianeta rosso e i curiosi della Nasa.
Il monologo di Brignano sull’Orologio del Giudizio
È stato però durante il monologo sull’Orologio del Giudizio che Brignano è riuscito a spiazzare e a creare tensione rivolgendosi al pubblico di Rai 2. L’orologio fu inventato da alcuni scienziati per stimare la probabilità della fine del mondo e l’Enrico della tv ha portato come esempio la storia di Stanislav Evgrafovic Petrov. L’unico abile a capire che la testata atomica segnalata dai monitor fosse in realtà un falso allarme; tempo stimato alla catastrofe: tre minuti.
Nonostante questo, però, ‘in casa’ l’uomo non fu mai premiato per la sua intuizione. I fatti furono raccontati solamente molto dopo e, qualche anno più in là, il diretto interessato è morto da povero. Brignano, dunque, ha così concluso l’inaspettato monologo in Rai. ‘Noi – ha detto – siamo in piena pandemia e mi auguro che tutti gli uomini e tutte le donne che si troveranno a prendere decisioni importanti per l’umanità lo facciano da persone libere. A proposito, l’ultimo aggiornamento del doomsday-clock del 27 gennaio 2021 dice che siamo a cento secondi dalla mezzanotte, meno di due minuti. Possiamo solo migliorare’.
Riuscito anche il finale con Flora Canto
Per il resto, in Un’ora sola vi vorrei si nota anche una scaletta ben costruita, soprattutto grazie a una continuità logica tra i temi trattati in puntata, mentre Brignano fa pure da spalla funzionale per la new entry Marta Zoboli. E anche il finale, con la compagna Flora Canto, regge bene il video e con tanto di omaggio velato all’indimenticato letto di Casa Vianello.
Insomma, la sensazione è che il vecchio Brignano maschera romana ai tempi di Zelig sia stia definitivamente liberando dallo stereotipo televisivo di se stesso. Già da anni ha sposato una forma più riflessiva di comicità, che non può che passare anche dai monologhi-analogia. Per dire comunque tutto senza dire tutto in maniera palese, tanto più solo in un’ora e sulla Rai.