Bar Stella, Stefano De Martino parte in salita: poche idee, troppo caos 

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Stefano De Martino, conduttore di Bar Stella

Il nuovo programma di Stefano De Martino, Bar Stella, parte in salita. La prima puntata, trasmessa martedì 28 dicembre in seconda serata su Rai 2, ha in parte disatteso le aspettative. Troppo caos all’interno del ‘bar’, poche idee, spesso slegate tra loro. Il risultato è un insieme di elementi che non raggiungono l’obiettivo sperato. Annunciato come ‘un carosello di chiacchiere, ironia, colori, citazioni, omaggi, canzoni’, Bar Stella presenta diverse criticità, a partire dai testi. Battute deboli, spesso prevedibili e al limite della banalità, che non coinvolgono a sufficienza.

L’omaggio alla TV di Arbore

Il programma è un omaggio dichiarato alla TV di Renzo Arbore, ma è sufficiente trincerarsi dietro l’omaggio per costruire un prodotto televisivo interessante? Non aiuta neanche la figura del critico televisivo Umberto Orfeo, a cui è affidato il compito di criticare aspramente il programma, al fine di giocare sull’autoironia. La sensazione, invece, è che vi sia la volontà di proporre un late show/varietà leggero e scanzonato che coinvolga lo spettatore. I troppi elementi in scena, invece, rischiano di confonderlo e annoiarlo.

Bar Stella si apre con una sigla carina, ma quello che succede subito dopo è destabilizzante. Al di là della scrittura debole, troppi personaggi si avvicendano l’uno dopo l’altro, senza un filo logico. Anche i ruoli affidati a questi ultimi mancano di qualcosa. Herbert Ballerina è il barista aspirante attore Luciano: simpatico, ma poco incisivo. Lo stesso dicasi della professoressa Marta (Marta Filippi), dell’avvocato D’Afflitto (Giovanni Esposito) e di tutti gli altri personaggi nel cast.

La crescita artistica di Stefano De Martino

A mancare, soprattutto, è il riferimento al nonno, citato solo in apertura e in un breve monologo. Considerando che il format è stato lanciato dallo stesso conduttore puntando l’accento proprio sulla figura del nonno, si fa fatica a incastonarla all’interno del copione.

Nel programma, poi, è presente la Disperata Erotica Band, che accompagna i tanti momenti musicali. Intermezzi in cui Stefano De Martino si improvvisa cantante con risultati più che dignitosi. La crescita artistica iniziata qualche anno fa inizia a dare i suoi frutti, ma questo format necessita di qualche aggiustamento.

Bar Stella, margini di miglioramento

Bar Stella parte in salita, dicevamo, ma ha del potenziale. L’idea di un nuovo programma che vuole ricalcare il varietà e la tv di Arbore emerge. De Martino lavora parzialmente di sottrazione, è l’elemento di congiunzione tra i tanti (troppi) avventori del locale. Conduce, intrattiene e, soprattutto, canta. A non convincere, purtroppo, è l’insieme. Non è detto, però, che con qualche modifica, correggendo il tiro e asciugando ove necessario, Bar Stella non diventi un prodotto interessante per la seconda serata di Rai 2, attualmente in crisi di ascolti e di idee.

‘Il bar Stella è un posto in cui le lancette rallentano un attimo, in cui il tempo si dilata’, dice De Martino a fine puntata. In effetti, i toni si abbassano e il caos iniziale diventa quasi una ninna nanna che simboleggia la chiusura del bar dopo una giornata di lavoro. Ci si augura che già dalla seconda puntata le lancette rallentino veramente per rendere il racconto televisivo più omogeneo e dare così al Bar Stella un’anima chiara e precisa.

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