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Ciao Maschio, Nunzia De Girolamo conduttrice in cerca d’autore

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Ciao Maschio ha finalmente debuttato nel sabato sera di Rai 1. Inizialmente previsto per l’autunno, il programma condotto da Nunzia De Girolamo ha visto la luce nella seconda serata del 13 febbraio. Uno spazio annunciato urbi et orbi con una grande promozione sia sulle reti Rai, presenziando in diversi programmi, sia con decine di interviste a rafforzare il lancio.

Purtroppo, nonostante l’entusiasmo preventivo della padrona di casa, l’esperimento non ha dato i risultati sperati, e non ci riferiamo agli ascolti (745.000 telespettatori, pari all’8,6% di share). Il problema fondamentale di Ciao Maschio è l’obiettivo. Non si capisce quale sia. Vuole elogiare le donne? Vuole mettere gli uomini sulla graticola? Si vuole trovare un punto d’incontro tra i due sessi? Di certo, nel corso della prima puntata si contraddice a distanza di pochi minuti.

Un mix di luoghi comuni

La donna giusta è quella tradizionale, ma anche quella moderna e contemporanea; ora quella forte, ora quella fragile. Ciao Maschio strizza l’occhio a tutti i luoghi comuni, così come prova a distruggerli. Prende le distanze dal sessismo, ma ci finisce involontariamente.

Più volte, nel corso del programma, Nunzia De Girolamo puntualizza: ‘Le donne da casa vogliono sapere…’. Siamo sicuri? Il pubblico femminile è interessato a questo botta e risposta intriso di frasi fatte e argomenti triti e ritriti? Provare a entrare nella psicologia di un uomo, così come di una donna, è una pratica annosa, tanto affascinante quanto ardua.

Il fine ultimo di Ciao Maschio

Gli autori, però, dovrebbero ricordare che Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere è un best seller del 1992. Riproporlo oggi come esperimento innovativo, all’avanguardia, risulta anacronistico. Se, invece, l’intento è quello di corroborare le due diverse ‘fazioni’, con il precipuo fine di trovare un punto di incontro – ripetiamo – si rivela fallimentare.

Stefano De Martino, Luigi De Magistris e Francesco Paolantoni sono l’unico elemento interessante della prima puntata, nonché spalle fondamentali della padrona di casa. Sono gli ospiti del programma, dunque portano il loro pensiero e la relativa responsabilità è pari a zero, ma, grazie alle continue battute, creano movimento e danno colore a un programma monocromo.

La responsabilità di Nunzia De Girolamo

Gran parte della responsabilità va addossata alla padrona di casa. Nunzia De Girolamo non è una conduttrice e si nota sin dall’inizio. Rigida, impostata, concentrata a leggere il gobbo anziché coinvolgere il pubblico, ha difficoltà alla sua prima prova al timone di un programma. Negli ultimi anni, ancora prima che lasciasse la politica, si è fatta le ossa come opinionista, prevalentemente a Non è l’Arena con Massimo Giletti.nunzia de girolamo conduttrice

Poi ha indossato i panni di ballerina a Ballando con le Stelle e, forse il clima da balera del talent di Milly Carlucci, forse l’entusiasmo dello studio televisivo, devono averle instillato la voglia del grande salto. Come in tutti i lavori, però, non si arriva dall’oggi al domani. La gavetta è fondamentale per accumulare esperienza e metterla in pratica al momento utile.

La sua immagine, inoltre, è fortemente collegata a tematiche di attualità, spesso politiche. Trattare tematiche più leggere, ma di più ampio respiro, è compito non semplice. Se, poi, il debutto avviene con un format mancante della sua essenza, beh, le difficoltà si moltiplicano.

Tempo addietro abbiamo espresso perplessità circa il nuovo corso di Nunzia De Girolamo. Dopo un ventennio in cui hanno invaso i talk show, i politici hanno iniziato a strizzare l’occhio all’intrattenimento, al pari di attori, conduttori, artisti. L’intrattenimento, però, necessita di qualità precipue, esattamente come la politica e qualsiasi altro ambito lavorativo. A ciascuno il suo, scriveva Sciascia.

Il suo debutto corrobora una vecchia legge, purtroppo passata di moda: non tutti possono fare tutto. A maggior ragione, sulla TV pubblica. Sui social i commenti negativi si sprecano. Qualcuno sottolinea la differenza di trattamento tra programmi e tra reti. Pochi mesi fa Detto Fatto è stato tacciato di sessismo e misoginia per un tutorial di pochi minuti. Rai 1 offre un programma in cui non si capisce quale sia il messaggio finale e tutto tace. Due pesi due misure? A conti fatti, verrebbe da rispondere di sì.

Ciao Maschio, un programma necessario?

Nonostante ciò, ci si chiede cosa ne sarebbe di Ciao Maschio se fosse condotto da una conduttrice rodata. Cambierebbe qualcosa? Forse collezionerebbe meno sbavature, ma il risultato finale non cambierebbe granché considerando – repetita iuvant – che manca l’idea a supporto di tutto il format.

In tempi di crisi, in cui gli addetti ai lavori non fanno altro che ripetere che sperimentare è difficile, perché viene approvato un programma come Ciao Maschio? Cosa aggiunge alla narrazione televisiva e al dibattito sociale? E’ una critica al femminismo dilagante? Una critica alla donna emancipata? Una stilettata agli uomini spaventati dalle donne o poco affini alle relazioni di coppia? Soprattutto, ne sentivamo il bisogno? Così come è stato costruito, no. Se l’intento era altro, beh, non si evince.

Cosa resta, dunque, della prima puntata di Ciao Maschio? Nulla. Al massimo, un’ora di chiacchiere da bar fini a sé stesse. Unico guizzo, l’intervento finale di Drusilla Foer, bocca della verità. ‘Mi sono un po’ annoiata’, dice. Anche noi.

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