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Techetechetè, il fiore all’occhiello di Rai 1

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Techetechetè si conferma, ancora una volta, uno dei titoli più forti di Rai 1. La puntata di venerdì 11 settembre 2020 ha totalizzato 3.690.000 telespettatori, con il 17,22% di share, risultando il programma di Rai 1 più visto dell’intera giornata.

Protagonisti dell’appuntamento, intitolato Numeri uno, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Quaranta minuti dedicati alla coppia più amata della televisione italiana. Dai varietà agli sketch, le teche Rai hanno raccontato il decennio che li ha visti tra i protagonisti del piccolo schermo.

L’omaggio a Sandra Mondaini e Raimondo Vianello

Tante scuse (1974), Tanto piacere (1975), Di nuovo tante scuse (1975-76), Io e la befana (1978), Noi…no (1977), Stasera niente di nuovo (1981). Titoli di un’epoca lontana che ancora oggi danno la misura di ciò che erano la televisione italiana e i suoi artisti.

Techetechetè ha raccontato la carriera televisiva dei due giganti inarrivabili, mescolando accuratamente gli sketch pungenti con cui si sono fatti conoscere e amare dal grande pubblico.

L’omaggio si apre con uno spezzone tratto da Di nuovo tante scuse. ‘Tu sei Raimondo Vianello. Chi eri?’, chiede la Mondaini, ‘Eri un cretino. Adesso non lo so, ma prima eri un cretino. Non sei mai stato nessuno, ma hai avuto una grade fortuna: hai sposato Sandra Mondaini.

‘Chi è Sandra Mondaini?’, prosegue, ‘Una grande soubrette, una grande cantante, ballerina eccezionale, attrice comica e tragica eccelsa. Tu devi tutto a Sandra Mondaini, è lei che ti ha creato, perché tu eri un cretino’.

Poche battute che racchiudono ciò che sono stati: una coppia unita nella vita e nel lavoro, capace di raccontare il mondo con ironia, semplicemente presentandosi per quello che erano.

Non si è mai saputo dove finisse Raimondo e iniziasse Sandra e viceversa. Erano un tutt’uno artistico e umano, un connubio indissolubile. Attori, ballerini, cantanti, due artisti completi, come si suol dire. Soprattutto, erano due immensi professionisti che con il loro racconto ironico, leggero, ma intelligente hanno intrattenuto milioni di italiani senza mai stancare.

La professionalità del passato

La puntata, intitolata ‘Senza di noi…che barba, che noia!’, è la sintesi perfetta di ciò che manca nella televisione di oggi. Intrattenimento vero, professionalità altissima, eleganza, garbo, sobrietà.

E poi, la semplicità. Quella semplicità apparente, che non lasciava trapelare il grande lavoro dietro ogni battuta e ogni passo di danza. La loro forza risiedeva nel presentarsi in modo familiare: punzecchiarsi come due giovani innamorati anche dopo quarant’anni e farne la loro cifra stilistica. Nel 1999 alla domanda di Paolo Limiti ‘A casa, invece, com’è la vostra vita?’ nel programma Alle due su Raiuno, la Mondaini rispose: ‘Uguale’. E si fa fatica a credere il contrario.

Techetechetè, fiore all’occhiello di Rai 1

Techetecheté è il fiore all’occhiello di Rai 1. Un programma intelligente, a costo zero, creato per ricordare la televisione recente, ma soprattutto lontana. Un espediente persino furbo, che si rivela vincente. Dagli speciali sul Festival di Sanremo alle monografie dedicate ai grandi artisti che hanno fatto la storia della televisione italiana, ogni puntata è un mondo da scoprire, come i vecchi bauli riposti in soffitta, che, una volta aperti, regalano un prezioso affresco del passato.

Fortunatamente il pubblico apprezza e gli ascolti lo dimostrano sera dopo sera. Quando si parla di morte della televisione, di dispersione degli ascolti, delle nuove generazioni interessate ad altro, bisognerebbe forse tenere a mente che non è del tutto vero e che oltre al trash c’è di più. Basta lavorare sodo, scegliere professionisti veri e smettere di arruolare eserciti di presunti artisti incapaci talvolta di leggere persino il gobbo.

 

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