After Life e il tema della perdita, un faro sulle emozioni

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after life Netflix Ricky Gervais

Ancora una volta, Netflix scandaglia l’animo umano e analizza tematiche considerate tabù. Stavolta è il turno di After Life, la serie TV con e di Ricky Gervais, che racconta cosa accade dopo la vita, appunto. Non ha l’ardire di mostrare l’aldilà, bensì si riferisce alla ‘vita del dopo’, di chi resta, di chi è costretto a fare i conti con la perdita, con il dolore e tutto ciò che ne consegue.

Sinossi di After Life

Le due stagioni fino ad ora disponibili sono composte da sei episodi ciascuna. La storia ruota attorno a Tony, un uomo quasi cinquantenne da poco vedovo della moglie Lisa, morta di cancro al seno. Sin da subito, la depressione suona alla porta e a poco servono gli aiuti esterni: Tony la accoglie e vi si rifugia. La depressione assume le rischiose sembianze del cantuccio sicuro.

Non sapendo dove trovare appiglio per andare avanti, decide di abbandonare i freni inibitori che le regole sociali impongono. Dunque, dice e fa tutto ciò che sente senza filtri. Diventa menefreghista e noncurante, indifferente a ciò che accade intorno. Con ovvie ripercussioni sul proprio microcosmo.

I personaggi

I personaggi di After Life sono tutti diversi e ciascuno rappresenta non solo una categoria, uno spaccato di vita, ma anche un approccio specifico alla stessa. Vi è Matt, il cognato, fratello di Lisa e editore del giornale in cui lavora Tony; lavoratore indefesso dall’animo buono, si mostra comprensivo e sempre pronto a tendere una mano. Poi vi è Anne, una signora che incontra per caso al cimitero e con la quale instaurerà una profonda amicizia. Emma, l’infermiera della casa di cura in cui è ricoverato il padre. Daphne detta Roxy, una prostituta con cui creerà un legame fraterno. E poi, i nuovi e i vecchi colleghi, il postino e un ventaglio di persone sui generis, che, poco alla volta, costruiscono attorno a Tony una nuova quotidianità.

I pregi di After Life

After Life non è una serie drammatica, o forse sì, ma non presenta l’elemento pesantezza comune al genere. Mescola sapientemente comicità e drama, senza scadere nel banale. Le emozioni di Tony sono quelle di qualsiasi essere umano. Chiunque ha dovuto esperire il dolore della perdita e chiunque ha dovuto far fronte alla mancanza, al senso di smarrimento, alla disperazione, alla apatia, e così via.

Il tema della perdita

Grazie ai videomessaggi-testamento della moglie Lisa, Tony imparerà a rimettersi in piedi, ma sarà un percorso lungo e insidioso. Attraverso le difficoltà del protagonista, After Life accende i riflettori sulle ripercussioni e sulle relative conseguenze che un lutto comporta.

Il suicidio per il troppo dolore e la paura di non riuscire a sopportare tanta sofferenza. L’astrazione dai rapporti umani per mancanza di stimoli. La volontà di abbandonare le convenzioni sociali perché nulla ha senso. Ecco il punto. La perdita di significato, lo smarrimento. Continuare a comprendere il significato della vita e ad apprezzarla anche quando quella vita rimarrà mozzata per sempre.

La scrittura di After Life è assolutamente pregevole. Non vi è nulla di morboso né pruriginoso. È la trasposizione degli alti e bassi della vita nei momenti di estrema difficoltà. Nonostante le apparenze, la serie è portatrice di un messaggio assolutamente positivo.

La vita va avanti, sempre e comunque. Soprattutto, nessuno si salva da solo, ma per riuscirci bisogna concedersi una possibilità.

 

Photo credits: Netflix 

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