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Alessandro Borghese, lo chef più rock della TV italiana
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Alessandro Borghese, lo chef più rock della TV

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In una televisione piena di abbuffate culinarie da mane a sera, vi è un personaggio che emerge dalla folta cricca di chef, cuochi e amatori prestati alle telecamere. Stiamo parlando di Alessandro Borghese, lo chef più rock della televisione italiana. Conduttore di 4 Ristoranti e Kitchen Sound (in onda su Sky Uno), Borghese non ha nulla degli chef che, negli anni, hanno raggiunto l’Olimpo e si sono guadagnati la fama di terroristi dei fornelli. Ha decisamente qualcosa in più.

È simpatico, garbato e severo quando basta, ma anche i rimproveri sono elargiti con una benevolenza di fondo che non fa terrorizzare i concorrenti e lo rendono simpatico a tutto il pubblico, donne, uomini e bambini. L’era dei Carlo Cracco urlanti a Hell’s Kitchen e dei Bastianich scorbutici a MasterChef è giunta a termine. Cer to, i format sono diversi: Hell’s Kitchen e MasterChef necessitano di severità e un pizzico di sadismo sugli aspiranti chef, mentre 4 Ristoranti è pubblicità per i locali che si mettono in gioco, ma la figura del conduttore-giudice acquista qui nuove sfumature. Non vi è cattiveria, non vi è la volontà di ricercare il colpo ad effetto per risultare efficaci.

Alessandro Borghese accompagna il racconto con la sua personalità e questo è sufficiente a renderlo una compagnia piacevole durante la visione del programma. La sua parlata spiccatamente romana (il suo ‘cuscina’ gli ha fatto guadagnare diverse parodie) è diventata un tratto distintivo. Non solo. Gli occhiali neri, i capelli ricci fluenti e gli anelli delineano un personaggio nuovo, che non segue la moda ma la fa, decisamente rock. È simpatico – dicevamo – e diretto. Pur essendo il padrone di casa, non fa nulla per mettersi su un piano superiore rispetto ai concorrenti e la ragione è semplice: non ne ha bisogno. Sa che la sua personalità è la forza del programma, e crea dipendenza.

4 Ristoranti è in onda dal 2015, Sky ripropone le repliche a rotazione, ma ciononostante non si crea l’effetto saturazione. Ogni puntata crea dipendenza: appena si arriva al tavolo finale, si ha voglia di ricominciare il tour culinario e scoprire quali imprevisti accadranno nella prossima cena. Con un pregio: non sfiora mai il rischio abbuffata.

La televisione è invasa dal cibo, si è giunti ormai al punto in cui un programma senza una ricetta o una gara tra cuochi non ha senso di esistere. Così non è, ovviamente, e anche i cooking show conosceranno la loro fase calante, com’è stata per i reality ed è adesso per i talent show. Borghese, però, resiste, forse perché ha lavorato in sordina, forse perché ha costruito mattone dopo mattone senza mai strafare, puntando solo sulla sua personalità. Forse perché a volte, less is more si rivela la mossa vincente.

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