Ambizione su Netflix: Lale, Asli e la crisi del giornalismo – Recensione

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Il favoloso mondo del giornalismo televisivo fatto a pezzi da una mitomane. Ambizione, la nuova serie turca disponibile in 8 episodi su Netflix, mostra tutte le crepe che talvolta si celano nel dietro le quinte dei programmi di informazione. Una trama densa di intrighi, colpi bassi, ricerca dello scoop in nome degli ascolti, vendetta, dipendenza da social network. Fattori che minano la qualità del lavoro giornalistico, trasportando in secondo elemento principale: la notizia.

La trama di Ambizione

Le protagoniste di Ambizione sono Lale Kiran e Asli, interpretate rispettivamente da Birce Akalay e Miray Daner. La serie è ambientata nella redazione del programma Dall’altra parte, condotto da Lale. Giornalista integerrima e preparata, conduttrice amata dal pubblico, è la star del giornalismo televisivo turco.

Si distingue per la cifra stilistica moderata, carica di empatia. Gli ascolti la premiano, ma non se ne fa abbagliare. La notizia viene prima di tutto e non c’è spazio per facili giochetti. Il mondo, però, va avanti, sempre più veloce, e i social network hanno messo in crisi l’informazione. I tempi si accorciano e le verifiche – alla base del giornalismo – sono sempre più rare. Non per la Kiran, però, che va avanti con la schiena dritta senza piegarsi davanti a nulla.

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In questo contesto si fa strada la stagista Asli, una ragazzina ambiziosa e disposta a tutto pur di avere successo. Il problema di Asli, però, non è la voglia di arrivare in cima, ma come. Non è interessata a calcare le orme di Lale, ma solo a replicarne i successi, senza fatica e senza competenze.

Per riuscirci, ordisce i piani più malvagi. Dietro il viso angelico e la chioma bionda si nasconde una ragazza crudele che riesce a mettere fuori gioco tutti i punti cardine della rete. Dai colleghi stagisti all’assistente personale di Lale, dal suo braccio destro alla direttrice. Tutti cadono nelle sue grinfie e la vita privata di Lale va in frantumi.

Nel mentre, la redazione di Dall’altra parte deve fare i conti con una spia, che tramite un account anonimo dirama sui social notizie più o meno false, provocando una bufera mediatica dopo l’altra. Il connubio stagista mitomane e talpa diventerà micidiale, fino a portare Lale a operare una scelta.

La recensione della serie Netflix

Ambizione è una serie pregevole, che accende un faro sul mondo del giornalismo odierno. L’ambizione del titolo è quella che spinge chiunque voglia scalare le vette della professione, ma il titolo Netflix mostra il rovescio della medaglia. Cosa accade quando l’ambizione prende il sopravvento su tutto il resto?

Nel corso degli episodi sono presenti alcuni escamotage che poco corrispondono alla realtà. Tra questi, il modo in cui Asli riesce a farsi assumere. Bypassa la sicurezza mostrando un messaggio su Instagram, millanta amicizie con i dirigenti del canale e nessuno si prende la briga di verificare. Al di là degli espedienti fittizi che donano un pizzico di esagerazione al racconto, è interessante il puzzle che emerge tassello dopo tassello.

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Da un lato, vi è la correttezza di Lale Kiran. Una donna in carriera che si divide tra la il marito e le due figlie e un lavoro che la assorbe tutta la giornata. Una giornalista che si è fatta strada da sola, contando sulle proprie competenze. Dall’altro, vi è una ragazza cattiva, disposta a qualsiasi cosa pur di mostrare il suo volto al mondo. Nel mezzo, la rivoluzione dell’informazione e gli interrogativi che la governano.

Primo tra tutti, la gestione del flusso di notizie. Oggi le news passano dai social, piazze aperte in cui chiunque può dire la sua. Una costante corsa contro il tempo e talvolta ‘i cani da guardia’, ovvero i giornalisti, decidono di piegarsi al volere dei social, ora per l’engagement ora per non apparire ‘antiquati’, per utilizzare un termine caro ad Asli.

Ambizione consegna allo spettatore una fotografia amara del giornalismo contemporaneo. Certo, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma è altrettanto vero che l’informazione tradizionale non ha ancora trovato gli strumenti per contrastare la forza dei social nella diffusione di notizie false.

Alla fine della serie, Lale dovrà decidere da che parte stare e cosa fare del proprio futuro. La scelta operata potrà lasciare qualche dubbio, ma forse è un furbo escamotage utilizzato dalla sceneggiatrice Meric Acemi, in vista della seconda stagione.

 

Photo credits: Netflix 

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