C’è Posta Per Te, il successo di un format e di Maria De Filippi

L'edizione 2022 di C'è Posta Per Te si conclude con la vittoria di Canale 5 su Rai 1. Gli ascolti segnano 4.800.000 telespettatori, merito di un format rimasto fedele a sé stesso e di Maria De Filippi, fautrice un nuovo stile di conduzione

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Ascolti ultima puntata di C'è Posta Per Te 2022, condotto da Maria De Filippi (in foto)

 4.800.000 telespettatori, pari al 27,82% di share. Questi gli ascolti di C’è Posta Per Te della nona e ultima puntata dell’edizione 2022, iniziata sabato 8 gennaio e giunta a conclusione sabato 12 marzo. La media stagionale, invece, è di 5.423.000 spettatori (share 28,48%). Una conferma per Canale 5, che dal 2000 a oggi ha visto il programma di Maria De Filippi rafforzarsi fino a diventare un punto di riferimento per il pubblico.

Il successo di C’è Posta Per Te risiede in due elementi: il format e la sua conduttrice. La liturgia della busta, dalla consegna fino all’apertura, racchiude uno spaccato di vita. Quello delle persone comuni che si rivolgono al programma per recuperare il rapporto con un familiare o per suggellarlo attraverso un ringraziamento pubblico. Un format semplice, in cui emergono sfumature, storie, esperienze in cui chi guarda può ritrovarsi o per le quali può provare empatia.

Maria De Filippi, una garanzia

Il muro portante della casa di C’è Posta, però, è Maria De Filippi, che proprio con questo programma ha inventato un nuovo stile di conduzione. Non davanti alla telecamera, ma a latere, quasi come se la sua presenza non fosse poi così importante. Invece, il modo di condurre e la prossemica hanno fatto della padrona di casa l’elemento imprescindibile.

Racconta le storie passeggiando su e giù per lo studio. Per svariati minuti la telecamera la segue mentre cammina da un lato all’altro degli spalti e intanto riassume la storia di chi sta per entrare. Il suo compito potrebbe fermarsi qui e lasciare la parola a mittente e destinatario, ma fa qualcosa in più.

L’arringa in studio

Dopo aver dato la parola a entrambe le parti, interviene puntando sul ragionamento. Dà, così, inizio alla sua arringa. Lo studio di C’è Posta Per Te diventa un’aula di tribunale sui generis, in cui nessuno è sotto processo. Non vi sono imputati, non vi è accusa e difesa, ma un confronto, a volte pacifico, molto spesso difficile.

Ed è proprio in questo caso che il suo intervento si rivela salvifico. Smonta la storia pezzo per pezzo, ribalta i piani e, alla fine, anche lo scontro più acceso si trasforma in un dialogo. Non sempre riesce nell’impresa di far riappacificare le rispettive parti, ma raramente si assiste a scene violente o poco opportune per il piccolo schermo.

Vi è poi un mondo a latere, quello social, che contribuisce all’appeal del programma. Le storie di C’è Posta Per Te sono un appuntamento fisso per il pubblico del sabato sera, in particolare quello Twitter. Battute, critiche, giudizi caustici, meme: vale tutto e Twitter si trasforma in luogo di analisi, dibattito e anche presa in giro. Un divertissement, forse un po’ canzonatorio, che contribuisce a rafforzare l’interesse verso il programma.

C’è Posta Per Te, innovazione con cautela

Infine, negli anni C’è Posta Per Te si modificato, ha inserito qualche novità (quest’anno ha aperto a una sorta di Trono Over), ma non ha mai tradito il nucleo principale. Così facendo, non ha mai tradito il telespettatore, che il sabato sera vuole conoscere storie comuni per rispecchiarsi nei protagonisti o sentirsi migliore.

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