La seconda stagione di Belve targata Rai 2 è al suo giro di boa. Venerdì 18 marzo andrà in onda la quinta delle dieci puntate previste per questa nuova edizione. Alla conduzione, la sua ideatrice, Francesca Fagnani, che con Belve ha mostrato nuovi lati di sé e l’ha fatta assurgere a beniamina di quella fetta di pubblico che non ama le interviste comode.
Il racconto delle ombre
Belve ha debuttato nel 2018 su NOVE. Sin da subito, ha avuto il pregio di raccontare il protagonista dell’intervista sotto una nuova luce. Anzi, ne racconta le ombre. Difetti, errori, gaffes, guai giudiziari, gossip, scandali, tradimenti: nella liturgia del programma c’è di tutto. Tutto tranne l’edulcorazione dell’ospite.
L’intervista non è un’operazione di santificazione. Chi si siede sullo sgabello sa che verrà messo sulla graticola. Nonostante ciò, accetta perché sa anche che una confessione, totale o parziale, non nuocerà alla propria immagine, nella misura in cui il giorno dopo si parlerà già d’altro. Del resto, la televisione di oggi fagocita le notizie, anche quelle più forti, e dopo 24 ore il dibattito si è già spento.
Inoltre, a Belve non ci sono tranelli. Francesca Fagnani pone domande su aspetti che si conoscono già. Nessun trabocchetto, dunque. L’intervistato è chiamato a rispondere a fatti e affermazioni di cui è o è stato protagonista.
La forza del format
La forza del format risiede proprio in questo. Fagnani indaga il passato e il presente del personaggio della puntata, ma non punta alla novità. Piuttosto all’argomentazione di fatti scomodi che lo riguardano.
Ecco, dunque, emergere la vena giornalistica della conduttrice. Una approfondita ricerca portata avanti con dovizia di particolari, spiattellata in faccia all’intervistato, il quale – il più delle volte – non ricorda o finge di non ricordare.
E se l’ospite si mette nei guai da solo, contraddicendo chi si limita a chiedere ragguagli circa affermazioni o fatti incontrovertibili, ad aggiungere un pesante carico ci pensa ancora una volta la padrona di casa. Davanti a un ‘no’, un ‘non ricordo’, un ‘non sono cattiva, mi dipingono così’, Fagnani non si accontenta e prova a raggiungere l’obiettivo aggirando l’ostacolo.
L’ironia intelligente di Francesca Fagnani
Quest’anno, però, fa qualcosa in più. Oltre a incalzare l’ospite, sfodera un’anima da vera belva. Al posto dell’aggressività animalesca, però, stende l’ospite al tappeto con battute taglienti e espressioni ironiche. Un graffio profondo davanti ad affermazioni talvolta poco credibili, discutibili o persino false.
Inoltre, non perde mai la pazienza. Monica Guerritore definisce le sue domande ‘volgari’? Lei non reagisce, fa un sorriso, ma non si lascia intimorire. Pamela Prati si spertica in lodi verso sé stessa? Fagnani lascia correre, e così via. E’ consapevole di essere la parte forte e, dunque, inattaccabile. La scelta, poi, di chiedere all’ospite di commentare sue affermazioni, più o meno recenti, fa sì che sarà lui stesso a tratteggiare il proprio profilo, spesso impietoso. Alla Fagnani, dunque, il merito di condurre il gioco senza che chi è seduto di fronte sia in grado di rendersene conto.