Nome di Donna, su Rai 1 il film contro la violenza sulle donne

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Il 25 novembre andrà in onda su Rai 1 Nome di donna, film contro la violenza sulle donne. Pellicola del 2018 diretta da Marco Tullio Giordana, è la storia di Nina – interpretata da una bravissima e matura Cristiana Capotondi – che si troverà a fronteggiare le tematiche relative agli abusi sessuali sul luogo di lavoro. In occasione del 25 novembre la TV torna a parlare di violenza sulle donne: un problema che ha ancora (tanto) bisogno di essere affrontato, e denunciato.

La storia di Nina, la storia di tutte

Nome di donna è la storia di una ragazza madre di nome Nina, una ragazza semplice, alla ricerca di un lavoro stabile, con una bambina a carico. Su indicazione di un prete amico, accetta il colloquio per una sostituzione in una pensione per anziani situata in Brianza.

Un posto tranquillo, uno di quelli che Luca Guadagnino dipinge con velature oniriche. In clinica lavorano donne italiane e straniere che accolgono con calore e simpatia la nuova arrivata, Nina. Tra esse anche una simpatica Adriana Asti, nei panni di un’ex attrice di teatro, ormai anziana, di nome Ines.

Cristiana Capotondi Adriana Asti nome di donna

Un mistero si cela, però, nei meandri di quel luogo fiabesco, e sarà il primo incontro serale con il direttore della struttura a sfaldare la fiduciosa reputazione che Nina ha nei confronti della clinica. Le sue repellenti avances sconvolgono la giovane donna, che scopre per la prima volta le ingenti verità che si nascondono dietro i favori elargiti dal direttore Torri alle sue dipendenti. In quella clinica vige un clima di omertà, di silenzio e superficialità: la paura di perdere il posto di lavora minimizza la gravità della situazione.

Nina, però, denuncia. È arrabbiata, sdegnata, inorridita, è decisa a far valere i propri diritti di donna andando contro tutti: le colleghe la isolano e finiscono per odiarla – ‘Sei arrivata qui per rovinarci la vita?‘, le chiedono – persino il fidanzato la scoraggia a denunciare perché ‘tanto non serve a nulla‘, visti i precedenti. ‘Non hanno ragione loro, ho ragione io‘, si impunta la Capotondi. Non è più quel posto che ispira fiducia e serenità, la clinica Baratta.

Cristiana Capotondi nome di donna rai 1

Nome di Donna, storia di un’ingiustizia

Una storia di coraggio, intimidazione, perseveranza, tormento. Parallelamente vi è la storia della giustizia italiana, che sospende le indagini, ma denuncia Nina per diffamazione. Le solite incongruenze indignanti che rallentano o paralizzano l’eterna battaglia contro la violenza sulla donne. È una storia – purtroppo – ancora troppo analoga alla realtà quotidiana dei fatti.

Il film si conclude frettolosamente. Forse, probabilmente, senza rendere la dovuta giustizia – ah, questo termine – a una tematica trattata delicatamente, ma con la dovuta attenzione per tutti i 90 minuti di girato.

Cristiana Capotondi al cinema e in TV contro il femminicidio

Non è la prima volta che Cristiana Capotondi si esprime in cinema o in Tv contro il femminicidio, interpretando ruoli di punta e di denuncia. La Capotondi è una bravissima attrice e la sua sensibilità le permette di immedesimarsi con cuore ed empatia nei personaggi da interpretare e questo le permette di poter toccare temi tanto delicati.

Solo lo scorso marzo abbiamo seguito su Rai 1 la fiction Bella da morire, in cui la Capotondi vestiva i panni dell’ispettrice di polizia Eva Cantini. Una trama dai risvolti drammatici, che fa leva sul femminicidio e sugli abusi sessuali.

Ma ancora prima, nel 2016, Cristiana Capotondi è protagonista di Io ci sono, in cui si riportava in scena l’agghiacciante storia Lucia Annibali, sfigurata con l’acido gettatole dall’ex fidanzato. Il film era andato in onda su Rai 1 sempre in corrispondenza della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

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