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Operazione Amore, su Netflix il lockdown tra lacrime e risate

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Il COVID-19 ha rivoluzionato le nostre vite e la TV si è adattata a un nuovo racconto. Operazione Amore su Netflix (Plan Confiné.e.s. è il titolo originale) fa ancora di più. Dedica un intero episodio ai mesi di quarantena collettiva della scorsa primavera e racconta sensazioni, paure e incertezze attraverso lo stato d’animo dei protagonisti.

Elsa e Jules convivono, sono innamorati e il loro rapporto sembra aver finalmente raggiunto un sano equilibrio. Emilie e Antoine sono diventati genitori di Eddy, Charlotte vive da sola. L’episodio speciale parte da qui: un gruppo di amici deve urgentemente organizzare la propria quarantena per le prossime settimane.

Le tre protagoniste

In pochi giorni, l’adrenalina iniziale svanisce e ciascuno si trova di fronte alle proprie paure. Mentre Emilie scappa in campagna e non capisce perché il resto del gruppo non voglia raggiungerla per pranzo, il marito Antoine fa la spola tra casa e ospedale. ‘È l’inferno’, le dice, ma la donna continua a fare orecchie da mercante. Il virus è una cosa lontana, un noioso impedimento che non ci consente di continuare a svolgere la nostra vita come meglio crediamo.

Charlotte, poco prima di darsi alla fuga con la valigia già carica di vestiti, decide di rimanere a Parigi. Non si sa bene quanto sia potente questo virus e se davvero resti nell’aria per diverse ore. Si dà alla vita casalinga, quindi, condita però da litri di gel disinfettante.

Elsa sposa, ancora di più, le sue tesi ambientaliste. Dopo essersi data alla preparazione di alcune torte per il personale sanitario, decide di chiudere con il consumismo e liberarsi del superfluo.

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Ciascuna delle tre protagoniste reagisce a modo proprio e gli equilibri iniziali, attraversati da una insolita euforia per la ‘vacanza forzata’, sono destinati a mutare. Nel giro di pochi giorni, i risvolti psicologici hanno il sopravvento. Il rapporto tra Elsa e Jules va in crisi. Mentre lui prova a rendere le giornate diverse ora con un puzzle ora con una sorpresa, Elsa si lascia andare, fino a toccare punte di follia. Vive sul divano in un costante stato di apatia, decisa a cancellare il mondo di ‘prima’, in attesa del ‘dopo’, sottolineato dalla frase cult ripetuta da virologi e esperti: ‘Niente sarà più come prima’. Presto i due si ritrovano a vivere nel loro nido d’amore, da estranei.

Emilie si dà alle dirette Instagram. Come milioni di persone, i social diventano una finestra sul mondo per raccontarsi e sciorinare pillole di positività ai follower. Un impegno quotidiano che le consente di non pensare a ciò che accade non solo nel mondo, ma anche a pochi chilometri dalla sua casa di campagna. Un espediente, però, che presto le fa perdere il contatto con la realtà, ovvero un figlio piccolo, che ha bisogno delle attenzioni di una madre, e un marito che appartiene alla categoria dei cosiddetti eroi.

Charlotte deve affrontare il lockdown in solitudine. Benché si mostri forte agli occhi degli amici, è quella più accusa il colpo. La paura del contagio è talmente alta da sigillare le finestre e fare sport in casa con la mascherina. Ha paura per sé e per gli altri e quando il fratello Antoine le parla attraverso la porta di casa per spiegarle la gravità della situazione, crolla. Le tre storie si intrecciano, poi, con quelle degli amici Maxime e Roman, legate da un comune fil rouge: l’impatto del COVID-19 sulle vite di chiunque.

La paura del contagio e dell’altro

Operazione Amore condensa in un episodio speciale quanto accaduto durante il primo lockdown. Lo fa con una chiave leggera, ma realistica, finalizzata a far riflettere e accettare una situazione di forza maggiore che sarà possibile superare soltanto facendo ciascuno la propria parte.

Gli applausi per il personale sanitario, gli insulti dalla finestra contro chi passeggia per strada anziché stare in casa, la ricerca della farina e le torte impastate, gli allenamenti, le videochiamate di lavoro in pigiama o, addirittura, senza i pantaloni. Piccole abitudini che hanno accomunato l’intero pianeta.

Abitudini, però, che lasciano presto il posto alla tristezza per poi culminare nella sindrome della grotta e nella paura estrema dell’altro. La casa diventa l’unico rifugio sicuro in cui attendere quel che sarà e l’altro si trasforma in un possibile untore, dunque da tenere alla larga.

Chi guarda Operazione Amore si può facilmente rispecchiare in uno dei protagonisti. Tutti, però, possono emozionarsi ascoltando il discorso di Antoine, che racconta cosa succede negli ospedali. Medici e infermieri impegnati a curare i pazienti, si ritrovano a dover scegliere chi salvare perché non ci sono abbastanza respiratori. Lavoratori stremati dalla stanchezza, che vedono arrivare pazienti della stessa età dei genitori, dei fratelli, dei figli. Poche battute che sintetizzano appieno la quotidianità di milioni di sanitari impegnati negli ospedali di tutto il mondo.

Tutti si ritrovano con sé stessi quando ammettono di avere paura e iniziano a farci i conti. L’isolamento è una situazione estrema che accomuna chiunque. Il terrore di essere contagiati, di stare male, di non poter essere curati, di morire. Ed è a questo punto che l’egoismo si fa da parte per diventare più umani e ascoltare l’altro. Empatizzare con l’altro in una situazione di impotenza.

I meriti di Operazione Amore

Operazione Amore è un intelligentissimo esperimento di comunicazione, che rende omaggio a chi combatte il COVID-19 in prima linea, a chi ne viene contagiato, a chi prova a proteggersi mettendo la propria vita in stand by. Prova, poi, a far riflettere chi, invece, è ancora attraversato da un esecrabile egoismo o addirittura negazionismo. È un esperimento da cui prendere esempio. Purtroppo è disponibile solo su Netflix, ma sarebbe utile se venisse trasmesso in prime time a reti unificate al posto degli sterili talk show ormai passerella di virologi e politici, intenti prevalentemente a contraddirsi a vicenda.

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