Voglio essere un mago!: castello di carte? Su Rai 2 un Collegio di fantasia sulle sue gambe

Voglio essere un mago! è un castello di carte? Ecco la recensione della prima puntata su Rai 2: una sorta di Collegio di fantasia che cammina sulle proprie gambe, tra un cast che funziona (perché senza macchiette) e concorrenti che (non) fanno venire il...magone!

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Voglio essere un mago, i concorrenti nel cast del programma di Rai 2

Rai Due evita un castello di carte? Voglio essere un mago!, il nuovo programma in onda ogni martedì sera in prima serata su Rai 2, già cammina sulle sue gambe; anche nel vero senso della parola! Non ci credete? Beh, nella prima puntata di martedì 21 settembre 2021 il dolce dell’iniziale cena al castello è stato gentilmente servito ai concorrenti da 2 gambe senza busto! Magia? Illusione? Trucco? Poco importa! La nuova trasmissione tv, nata da un’idea di Cristiana Farina e con Francesco Sturlese curatore, sembra muoversi – a tutti gli effetti, anche letteralmente – sulle proprie gambe!

Voglio essere un mago!, un castello di carte?

Siamo di fronte, vien da dire, ad una sorta di Collegio più favoloso, diciamo pure fantasy, di fantasia, che però non cade nei difetti produttivi visti ad esempio ne La Caserma. Pur ispirandosi liberamente al collegiale programma di Rai 2, infatti, Voglio essere un mago! fa sin da subito suo un riuscito racconto fiabesco.

Il motivo? Alla giovane sfida talent tra 12 aspiranti maghi (le lezioni, le verifiche di casata, l’eliminazione settimanale) si predilige la dimensione più legata alla favola. Il riferimento sembra così andare a quella magia negli occhi di ognuno, che si preannnuncia trasversale dal punto di vista della narrazione televisiva. Un elemento, questo, senz’altro capace di attirare l’attenzione, tanto dei fan sfegatati di Harry Potter, quanto di chi vuole più semplicemente evadere…dalla realtà!

Due gambe senza busto servono il dolce ai concorrenti di Voglio essere un mago!, su Rai 2
Due gambe senza busto servono il dolce ai concorrenti di Voglio essere un mago!, su Rai 2

Per sognare con la Hogwarts all’italiana, verrebbe da dire, basta un’ora o poco più! Se, poi, a firmare il programma sono anche gli autori Giona Peduzzi e Totò Coppolino (citofare la venerata Maria della tv), allora è anche parecchio riconoscibile un certo stile autoriale che fa la differenza!

Su Rai 2 un Collegio di fantasia sulle sue gambe

Anche al centro di questa recensione, l’elemento forse più riuscito di Voglio essere un mago! – almeno per questa prima puntata su Rai 2 – è la natura eterogenea del cast. A sorpresa, diciamolo pure, il mago Silvan si rivela un giusto voice over per accompagnare i telespettatori nel racconto tv a metà tra reale e ideale. Raul Cremona, seppur apparso a tratti acerbo, soprattutto nelle parti di conduzioni ‘pura’, funziona nel ruolo di Magister: l’attore e comico, infatti, si interfaccia con equilibrio ai concorrenti divisi in 3 squadre, di ‘HarryPottiana’ ispirazione. Ed anche Diego Casalis, il Maggiordomo con un passato nel cast de La Melevisione, l’ex Orco Manno che aiuta i partecipanti nelle attività quotidiane (dal pigiamone in poi), sembra portare quel pizzico di effetto straniamento in più che non guasta.

Il cast senza macchi(ett)e che funziona

Gli altri punti di forza di Voglio essere un mago!, per tutti già #Veum sui social, sono la presenza di insegnanti esperti (come il mentalista Federico Soldati) e l’assenza di macchi(ett)e per il ruolo, a volte viste invece ne Il Collegio. Se, poi, ci si mette la capacità della produzione di sovrapporre quasi il racconto favolistico della trasmissione alle storie di vita e ai reali sentimenti dei partecipanti, allora la magia è davvero servita!

Nel castello Rocchetta Mattei a Bologna – questa la location dove è stato girato il docu-reality co-prodotto dalla Stand by me di Simona Ercolani – ci si ritrova così anche alle prese con reali sofferenze, tra percorsi di vita segnati da malattie, episodi di bullismo, pregiudizi, giovani amori e liti adolescenziali. Insomma, siamo o no di fronte ad un filo narrativo che intreccia due binari? Il reale e il fantasioso? Ciò è davvero qualcosa di determinante e caratteristico per la nuova trasmissione in onda su una rete Rai?

I concorrenti fanno venire il…magone?

La sensazione, del resto, è che Voglio essere un mago! arrivi su Rai 2 dopo un primo test. Quale? Aver già sondato la tenuta di un Collegio ‘out of context’. Creare cioè uno spin off tv a partire dalla scatola di un programma di successo ed adattarla a qualcosa di completamente diverso nel tema madre. Operazione possibile, si può pensare, anche in seguito alla conferma del successo d’ascolti che, in piena pandemia da Covid, ha ottenuto la ciclica replica dei film di Harry Potter su Italia 1 e Canale 5.

Voglio essere un mago! – è dunque il caso di dirlo – sembra proprio un programma che ai concorrenti e al pubblico di Rai 2 non fa venire il…magone! Anche se a volte – in questo senso, la magia insegna – il trucco c’è ma non si vede e l’inganno può essere dietro l’angolo!

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