Donne che non vogliono avere figli, il coraggio di Stefania Orlando

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Nell’epoca del politically correct e del pensiero omologato a tutti i costi, una voce fuori dal coro squarcia il velo di Maya e offre un nuovo punto di vista. La voce è quella di Stefania Orlando, concorrente del GF VIP 5, che ha fatto luce sulla sua scelta di non diventare madre.

‘Non ho mai desiderato diventare mamma’, dice. Una questione intima, privata, di cui parla pubblicamente e che gli autori del reality non si fanno sfuggire. Benché all’argomento siano stati dedicati solo pochi minuti, lasciando il passo – nelle puntate successive – agli scontri con Elisabetta Gregoraci, è d’uopo qualche riflessione.

Stefania Orlando è una donna di spettacolo che, da qualche anno, in parallelo con il lavoro sul piccolo schermo, porta avanti la passione per la musica. Una vita frenetica, in giro per l’Italia, che fa a pugni con una dimensione casalinga. Dopo il divorzio da Andrea Roncato, nel 2008 incontra Simone Gianlorenzi. Si sposano nel 2019. Oggi Stefania ha 53 anni e non ha mai esplicitato la volontà di tre figli.

Stefania Orlando sulla maternità

Al GF VIP fa luce sulla questione e ammette candidamente di non aver mai avvertito l’istinto materno. Una scelta coraggiosa, che se da un lato merita apprezzamento, dall’altro presta il fianco alle critiche un tanto al chilo, tanto care alla platea social. Tuttavia, il ‘coming out’ della Orlando non solo non viene criticato, ma viene persino premiato da chi segue il reality ed è pronto a scatenare l’ira di Twitter davanti al pensiero non conforme.

‘Una donna può essere donna anche senza figli’

Al di là della reazione a caldo dei social, parlare pubblicamente di un aspetto così privato con cui ogni donna, prima o poi, fa i conti, è ammirevole. ‘Forse sarei più popolare se dicessi che ci ho provato. Potrei dire che non ho potuto averne, la verità è che non ne ho voluti. Credo che una donna possa essere donna anche senza figli’, ribadisce nel botta e risposta con Alfonso Signorini.

‘La tua volontà non avere figli quanto ha combattuto con l’istinto di maternità che tutte le donne sentono?’, chiede il conduttore. ‘Sono sincera, Alfonso. Io non ho mai sentito così forte il desiderio di diventare mamma. Forse dovrei vergognarmi di questa cosa, ma lo dico con grande onestà’. 

Madre e donna in carriera?

Ed è questo il punto. La vergogna. La società che spinge la donna a fare carriera è la stessa che fatica ad accettarla in un ruolo diverso da quello di madre, la considera un peso nel momento in cui rimane incinta e la declassa a incompleta se non si riproduce. Se ciò accade, è destinataria del senso di colpa, dell’obbligo di provare vergogna perché non conforme alle regole. Viene indicata con una sorta di lettera scarlatta dove la A non indica la condizione di adultera, ma comunque qualcosa di sbagliato. Non solo, diventa destinataria degli sguardi compassionevoli di chi si sente in dovere di giudicare le scelte altrui, sguardi che possono ferire tanto quanto una pugnalata. 

La vergogna va a braccetto, poi, con la diversità. Il sentirsi diverse perché non conformi. È Antonella Elia, opinionista del programma, a introdurre il tema: ‘Io sento di essere mancante di qualcosa. So che la società ci impone di essere madre, di essere moglie, di creare una famiglia perché è il nostro dovere. Noi siamo diverse, però dobbiamo essere coraggiose e accettare la nostra diversità’.

La Orlando fa un passo in più e motiva ancora meglio la sua scelta: ‘Una donna è completa anche senza un figlio. Si può essere madri anche con il proprio marito, con gli amici, con gli animali e con i propri genitori. Il mio unico rammarico è per mio marito perché la mia paura è che Simone, un domani, possa avvertire forte il desiderio di diventare padre e io non potrò (dargli un figlio, ndr)’. 

Una scelta individuale

Un pensiero lucido, frutto di una libertà conquistata negli anni e di cui è certa. L’unico segno di cedimento sono le lacrime che scendono copiose mentre dà voce ai suoi pensieri. Non è dato sapere se dietro il volto rigato si nasconda un barlume di rimpianto o di semplice consapevolezza. In ogni caso, non è importante. La scelta di diventare genitore è individuale e dovrebbe essere esentato dal verdetto di qualsiasi tribunale.

E se la Fallaci nella sua Lettera a un bambino mai nato metteva nero su bianco il suo concetto di maternità, la Orlando lo esplicita dai megafoni della casa di Cinecittà. Certo, il paragone è azzardato, ma il quesito è sempre lo stesso, anche a distanza di quarantacinque anni: una donna è libera di sfilarsi dai dettami della società? Verrà considerata completa, degna, risolta e realizzata anche se decide di non diventare madre? 

Stefania Orlando infrange un tabù

A prescindere da come la si pensi, avere l’audacia e la forza di esporsi pubblicamente su un tema universale e andare controcorrente, rischiando la gogna mediatica, merita un plauso. Con le sue parole, Stefania Orlando infrange il tabù dei tabù e nessuno può arrogarsi il diritto di giudicare. 

Se c’è un merito che va riconosciuto al Grande Fratello VIP 5, è quello di affrontare argomenti tanto attuali quanto spinosi. Dal razzismo alla questione di genere, dai rapporti genitore-figlio alla maternità, il racconto non si arresta alle solite dinamiche che afferiscono al gossip stricto sensu, ma si allarga. Il risultato è una fotografia realistica portatrice di messaggi importanti. Insomma, oltre al trash c’è di più. 

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