Emanuela Aureli: ‘I Fatti Vostri? Un grande privilegio’, intervista

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Umile, pragmatica e realista. Sono i primi tre aggettivi che vengono in mente parlando con Emanuela Aureli. Classe 1973, è una delle imitatrici più famose e versatili della televisione italiana. La sua carriera è iniziata all’età di 18 anni e da allora non si è mai fermata. Ciononostante, è rimasta con i piedi per terra, sempre pronta a ricominciare, senza farsi abbagliare dalle luci della ribalta. ‘La tv è un lavoro’, dice nel corso dell’intervista ad ApMagazine, ‘poi c’è la vita’. Dal 2012 ricopre il ruolo di coach a Tale e Quale Show e dallo scorso settembre è nel cast de I Fatti Vostri, accanto a Salvo Sottile e Anna Falchi.

Come sta andando a I Fatti Vostri?

«E’ un’esperienza straordinaria. Mi trovo molto bene, è una bella famiglia. Salvo Sottile e Anna Falchi sono persone carinissime, che mi stanno valorizzando e mi sono entrati nel cuore. Mi diverto e giochiamo insieme, in un contesto veramente sereno, grazie alla mano eccellente di Michele Guardì che ci dà le giuste direttive, ci illumina in questo cammino bellissimo. E’ una persona da cui si impara tanto».

Durante la conferenza stampa de I Fatti Vostri ha detto: ‘E’ una grande opportunità e la accolgo come un miracolo. Bisogna sempre ricominciare, è un esame, come la vita’. Perché è un miracolo? 

«Perché è una vetrina. E’ come avere un negozio senza vetrina. Se hai la vetrina ci puoi mettere cose che puoi fare vedere. E’ un modo per misurarti, per imparare e stare sempre a galla. Nel mio mestiere è sempre un miracolo quando si lavora. Del doman non v’è certezza, ma devo dire che non c’è mai stato un anno in cui non abbia lavorato».

Quante volte ha ricominciato?

«Sempre. Ogni anno, ogni minuto, ogni secondo della vita. Nel lavoro non bisogna mai dare niente per scontato. Pensi di aver conquistato un pezzo di strada e poi devi riasfaltare, poi rifai la cementata e così via. Nessuno ti spiana la strada, te la devi conquistare. E’ come nel calcio: il giocatore deve sempre afferrare la palla, correre sul campo non basta. Quest’anno mi ha aiutato a portare la palla verso la rete di un grande come Michele Guardì, che mi ha dato questa opportunità».

E’ questa sua forza innata a consentirle di mantenere una carriera sempre in auge?

«Forse il fatto di prendere questo mestiere q.b., quanto basta, per viverlo con passione. Vedi una porticina, la apri, entri e conosci questo mondo bello, fatato, che però è finzione, allegria e opportunità di giocare. Poi chiudi la porticina e c’è la vita. Questo entrare e uscire dalla finzione serve sempre perché, al di là di quella porta, ci sono la famiglia, gli amici, le cose concrete. La vita vera è un’altra cosa».

Una vita artistica a fare imitazioni. Come ha sviluppato questa capacità?

«Per caso, piano piano, coltivandola come un contadino fa con l’orto. Ho cercato di arare questo campo minato. Ho sempre trovato quell’entusiasmo nel voler giocare con le voci».

Come ha iniziato?

«A scuola facevo le imitazioni dei professori, ero la mattacchiona della classe. Poi mi sono ritrovata per caso su un palco. Grazie a una mia compagna di scuola ho conosciuto il mio primo manager di Terni, che poi mi ha fatto conoscere il manager che ho avuto per vent’anni. La mia vita è un domino: le cose precedenti hanno sempre determinato quelle successive. Via via, una cosa conseguente all’altra».

Il personaggio a cui è maggiormente affezionata.

«A tutti, perché sono creazioni che ho fatto nel tempo, affezionandomi a ciascuno di loro. Siamo cresciuti insieme, forse mi hanno cresciuta ed è grazie a loro se vivo artisticamente. Ho potuto giocare con le loro vite, con il loro modo di essere. Li amo tutti come se fossero dei figli. Ci sono quelli la cui imitazione è più facili, come nel caso di Milly Carlucci, Al Bano e Maria De Filippi».

Qualcuno si è offeso?

«No, che io sappia no. Capita, invece, il contrario. Milly Carlucci, ad esempio, ironizza lei stessa con le mie imitazioni. Anni fa venne a Tale e Quale come giurata. Carlo (Conti, ndr) mi chiese di fare Milly e la Carlucci intervenne dicendo: ‘Rispondo io: sì, sì, sì, sì, sì, sì, stop al televoto!’. Una grande donna, grande professionalità, simpatia e la porto sempre come esempio perché non è da tutti e provo tanto affetto nei suoi confronti».

Affinché un’imitazione riesca alla perfezione, bisogna un po’ annullarsi?

«No, mai. E’ una fusione tra il tuo carattere, il tuo modo di essere, e il personaggio che vai ad accogliere. La tua pasta si unisce alla sua e ottieni un pane più saporito».

Nel 2022 festeggerà 30 anni di carriera. Si sente valorizzata abbastanza dalla televisione o l’etichetta di imitatrice l’ha un po’ incastrata?

«Nel 2022 saranno 30 anni e forse sì, sono stata un po’ incastrata, ma piano piano la vita ti porta in un’altra strada e ti dà un’opportunità che non ti aspettavi. Questo mestiere è altalenante e pieno di sorprese. Non mi sarei mai aspettata che mi chiamasse Guardì ed è un grande privilegio. In questo lavoro, poi, potresti rimanere intrappolata nel dimenticatoio, invece non è accaduto. La direzione che prende la vita dipende molto da noi, da quello che siamo e che vogliamo. Mi piacerebbe fare un grandino in più, ma non sono io a doverlo decidere. Se qualcuno vedrà qualcosa in me, magari mi libererò di questo ruolo, però sicuramente mi piacerebbe fare un programma tutto mio dove poter intervistare i miei amici del mondo dello spettacolo in chiave ironica, come nelle salette di Tale e Quale. Lo intitolerei Le interviste matte della Aureli».

L’umiltà l’ha sempre aiutata?

«Sono ancorata a terra, qualsiasi cosa faccia. Anche in aereo sto con i piedi per terra perché potrebbe essere l’ultimo volo. In questo modo apprezzi quello che c’è perché può non ricapitare, può arrivare di peggio o di meglio, ma non si sa. Bisogna essere consapevoli che non sempre le cose continueranno così, non bearsi troppo di quello che si ha e di dove si è. Bisogna sempre tornare a camminare».

E’ il suo undicesimo anno a Tale e Quale Show. 

«Dopo tutti questi anni è come se fosse il primo. Sta andando benissimo».

Con Carlo Conti che rapporto ha?

«Carlo è una conferma, una garanzia. Sempre».

Parteciperebbe mai nelle vesti di concorrente? 

«No, perché lì partecipa chi arriva da un altro campo. Vedere me che imito qualcuno non sarebbe una novità. La novità, invece, la vedi a Ballando con le Stelle, dove una persona che non fa quello si mette in gioco e impara a ballare. Se ci fosse una scuola per imparare a fare fiction, parteciperei».

Forse sarebbe troppo brava rispetto al resto del cast. 

«No, io non sono tale e quale. A me piace fare un dipinto a modo mio».

Come si prepara per imitare un nuovo personaggio? 

«Nasce tutto dall’osservazione, dal gradimento. Se ti piace imitarlo lo fai, altrimenti lasci perdere, anche se riesci a fare la voce».

Un artista impossibile da imitare.

«Tanti. Ultimamente, però, non ci sono tante voci che mi allettano, devo essere sincera. Devi anche mettere in conto quanto la gente ama quel personaggio. Se fai un cantante che non è amato o non è conosciuto è inutile che lo fai, non interessa a nessuno. Devi fare un  personaggio che piace al pubblico».

Dopo I Fatti Vostri?

«Mi piacerebbe fare una cosa tutta mia, magari diretta da Michele Guardì. Per cominciare mi patirebbe intervistare Salvo Sottile e Anna Falchi!».

 

 

Photo credits: Ivan Palombi 

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