Speaker radiofonico e inviato de Le Iene, Giovanni Mencarelli in arte Mitch DJ è da poco sbarcato su TV8. Dal 17 marzo va in onda Scemi da matrimonio, programma dedicato agli scherzi in uno dei giorni intoccabili della vita di una persona: le nozze. Coraggio? Follia? Lo abbiamo chiesto proprio a Mitch DJ, conduttore e deus ex machina del format insieme a Gibba.
Il matrimonio è uno dei giorni sacri della vita di una persona. Come vi è venuta l’idea di movimentarlo con gli scherzi?
Siamo abituati a vedere gli scherzi fatti ai VIP, noi volevamo dare visibilità alle persone comuni. Per farlo, abbiamo pensato di sviluppare uno scherzo in un momento importante. Ci siamo chiesti: cosa può succedere a un matrimonio che provochi una reazione forte? Rovinarlo.
Vi siete sentiti in colpa?
Più di una volta. A un ricevimento un cameraman è stato preso dal magone e non è riuscito a riprendere la scena. Alla fine abbiamo dovuto mandare lo scherzo con la sposa in lontananza. Ci vuole un po’ di cinismo e pelo sullo stomaco.
Cinismo e pelo sullo stomaco aiutano nella vita?
Nel giusto contesto e a piccole dosi credo che facciano bene. Bisogna regolarsi e non esagerare, disprezzando ad esempio i valori morali o sociali, quello no. Sono molto rispettoso, mi sono anche sposato in chiesa.
Al suo matrimonio è stato vittima di uno scherzo?
Ai matrimoni gli scherzi realizzati dagli amici non mancano mai. Nel mio caso, hanno cambiato i piatti stampati sul menù, ma ero talmente preso dall’euforia che non ci ho fatto neanche caso. E’ stata mia moglie ad accorgersene.
Per Scemi da matrimonio è stato difficile trovare la complicità di uno dei due futuri sposi?
Non è stato facile perché già solo realizzarlo sembrava un’eresia. All’inizio, quando presentavamo il progetto, ci dicevano che sarebbe stato impossibile trovare persone disponibili. Poi è arrivata la pandemia, che ha annullato la quasi totalità dei matrimoni. A questo bisogna aggiungere il salto nel buio che doveva fare il complice, accettando di fidarsi di Gibba e Mitch Dj. Alla fine siamo riusciti a portare a casa il risultato.
Qual è il valore aggiunto di Scemi da matrimonio?
In uno scherzo c’è una vittima. In un matrimonio un insieme di persone ignare di tutto, che vivono lo scherzo. Quando alla fine ti sveli hai creato uno spettacolo. Tante volte un matrimonio può essere noioso, invece così facciamo intrattenimento. Agli sposi rimane il ricordo di una giornata diversa, gli invitati ne parleranno per tanto tempo. Poi, noi non roviniamo il giorno delle nozze, ci ritagliamo quei venti minuti di scherzo all’interno della giornata e finisce lì.
Qualcuno ha reagito male?
Non è una candid camera per strada né stiamo colpendo un vip o una persona senza che ci sia un complice al suo fianco, che è sempre il coniuge o un familiare. Noi siamo invitati, non entriamo a casa di altri facendo imboscate. Se uno si dovesse arrabbiare, non se la dovrebbe prendere con noi, ma col complice. E’ sempre finito tutto con un bel bacio e amici come prima, anzi alcune volte ci hanno anche invitato a rimanere al ricevimento.
Il punto di forza del programma risiede nell’essere dissacranti, ma con leggerezza? In fondo, non siete cattivi.
Non siamo mai cattivi. Il nostro obiettivo è rendere speciale quella giornata, regalare un contenuto diverso rispetto al filmino del matrimonio, che può essere anche noioso.
Scemi da matrimonio ha diversi ospiti che commentano la cerimonia. Il più divertente e il più pungente.
Ognuno di loro ha dato un valore aggiunto. Gli scherzi sono soggettivi e suscitano reazioni diverse, con ognuno di loro abbiamo creato una sinergia diversa. Sono stati tutti simpatici: da Ciacci alla Volpe, con Raffaella Fico addirittura balliamo. Nella puntata del 31 marzo ci sarà Herbert Ballerina, che è rimasto con noi dall’inizio alla fine.
Non è la sua prima volta alle prese con gli scherzi. Da dove nasce questa passione?
Fa parte del mio DNA. Da adolescente facevo recapitare fiori e pizze ai vicini di casa oppure suonavo il campanello, ma non scappavo: inventavo ca**ate, tipo che avevano vinto una lavatrice. Poi ho portato lo scherzo in televisione con Le Iene.
Ha trasformato un talento in lavoro.
Sono riuscito a creare un lavoro da qualcosa che faceva già parte di me. In generale, mi piace comunicare e l’ho sempre fatto in vari modi.
Speaker radiofonico, inviato de Le Iene, adesso protagonista di Scemi da matrimonio con Gibba. Il suo futuro artistico è in TV?
Ho sempre vissuto il momento, guardare al futuro non fa parte di me. Cerco di godermi il viaggio e forse quello che mi fa male è che a volte trovo persone che salgono a bordo e ne condividono una parte, poi scendono e ognuno prende la sua strada.
Quando accade si ferma o prosegue?
Proseguo. Sono sempre andato avanti, a volte stando male, a volte non pensando a quello che era successo. Se si crea un problema, penso a cosa posso fare per superarlo.
Sperimenterà anche altro?
Mi piacerebbe. Sono aperto a tutto, un’Isola dei Famosi la farei volentieri. Da conduttore il Festival di Sanremo, ovviamente, il sogno del cassetto.
Si dice che la televisione sperimenti poco. E’ così o Scemi da matrimonio dimostra il contrario?
Per sperimentare c’è sempre tempo e spazio, però devi assumerti i rischi e non vengono a bussarti alla porta. E’ difficile. Noi siamo andati avanti perché credevamo in questo progetto. Tanti miei colleghi hanno passato un anno a casa perché non avevano altri sbocchi lavorativi, io mi sono reinventato. L’anno scorso avevo un’attività, andavo in giro a fare serate e da febbraio mi è crollato il mondo. E’ stato lì che ho fondato la mia società di produzione e ripreso in mano il progetto di Scemi da matrimonio.
Si divide tra radio e TV. Un mezzo inizia a prevalere sull’altro?
Ogni mezzo ti dà la possibilità di comunicare. Io ho scelto di farlo come lavoro. Cerco di creare uno spazio di spensieratezza in un periodo in cui la gente cerca l’evasione. Che poi sia radio, tv, web, poco importa. Tornando al viaggio di prima, è come se cambiassi macchina e ne usassi un giorno una, un giorno un’altra.
Dopo Scemi da matrimonio cosa farà?
Mi piacerebbe dare la possibilità a giovani talentuosi di emergere. Ho costruito tutto da solo e se riesco ad agevolare qualcuno lo faccio volentieri.