Il Festival di Sanremo 2021 si avvicina e ogni giorno scoppia una nuova polemica. Giovedì 28 gennaio è il turno di Dario Franceschini, Ministro della Cultura e del Turismo, che affida a Twitter il suo pensiero sulla kermesse.
‘Il Teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro Speranza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile’.
Franceschini: ‘Il Festival non avrà pubblico’
Una presa di posizione durissima che non lascia spazio a interpretazioni. Il Festival di Sanremo non potrà avere pubblico. Il ragionamento non fa una piega, se lo si accosta agli spettacoli teatrali stricto sensu. Sanremo, però, è un programma televisivo. Inoltre, non sarebbe il primo programma a ospitare un pubblico al suo interno.
Amici, Stasera Tutto è Possibile, X Factor, Maurizio Costanzo Show: sono solo alcuni esempi di programmi televisivi che hanno ripristinato il pubblico nel proprio studio. Dunque, se dovessimo sostenere la logica del perché Sanremo sì e i teatri no, dovremmo anche chiedere: perché gli altri programmi sì e Sanremo no?
La differenza tra Sanremo e uno spettacolo teatrale
Qui la questione è semplice. Il Festival di Sanremo è televisione. Creata, fatta e trasmessa da un teatro, a questo adattata, ma pur sempre televisione. Inoltre, il monito del ministro Franceschini arriva il 28 gennaio, quando la Rai ha già vergato il bando di selezione dei figuranti e la macchina produttiva è in piena attività.
Si dimentica di considerare che la Rai si impegna a monitorare le condizioni di salute dei figuranti mediante i tamponi. Un controllo capillare e certosino, dunque, che dovrebbe ridurre al minimo i rischi di contagio.
Se aprissero cinema e teatri, come potrebbero i gestori degli stessi garantire lo stello livello di sicurezza? Offrirebbero tamponi rapidi a chiunque entri nelle loro strutture? Sebbene la situazione sia gravissima e disperata, va tenuto presente che non è utile mettere tutto nello stesso calderone.
La risposta di Amadeus
Pochi giorni fa, Amadeus, conduttore e direttore artistico, in un’intervista al Corriere ha ribadito la sua posizione: o siamo tutti uniti in un fronte unico o Sanremo non si fa. Il tweet di Franceschini di questa mattina ha inevitabilmente riacceso le polemiche tra chi considera Sanremo un programma televisivo e chi urla allo scandalo perché i teatri sono chiusi.
Al netto delle considerazioni e delle esigenze personali, facciamo una riflessione: è proprio necessario passare dai social per affrontare questioni importanti? Intanto la Rai fa sapere che è in corso una riunione tra Amadeus, Fiorello e Rai 1. L’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, è invece impegnato in una riunione del Cda che prevede, tra i punti all’ordine del giorno, proprio il Festival di Sanremo.
Una matassa difficile da sciogliere in un momento in cui l’argomento Sanremo colpisce la pancia del Paese e aizza le fazioni solitamente impegnate a darsi addosso per questioni politiche.
Su Twitter si vocifera che Amadeus abbia minacciato di lasciare il Festival. Sarà così o si troverà un accordo? Di certo, quello che doveva essere il Festival della rinascita si sta trasformando nel Festival delle polemiche. E dopo il putiferio dell’anno scorso, pensavamo fosse difficile raggiungere nuovamente vette simili. Invece, come sempre, la realtà supera la fantasia.