Tutto su mia madre è un film di Pedro Almodovar, ma anche il titolo del programma dell’access prime time di Rai 3. Prodotto da Stand By Me, il format è un gioiellino del piccolo schermo, che continua a tracciare il percorso intrapreso anni fa dalla casa di produzione con Così è la vita, Dottori in corsia, ma soprattutto Sconosciuti, capostipite del genere.
Ogni puntata, dalla durata di circa venti minuti, offre un racconto intimo e diretto, semplice, del rapporto tra madri e figli. Un sobrio affresco familiare in cui, chi più chi meno, può rispecchiarsi. Con Tutto su mia madre la televisione si normalizza e punta i suoi riflettori sulla gente comune.
Il racconto di vite normali
I protagonisti raccontano alti e bassi della propria vita familiare, ma con un evidente tratto distintivo: è mera testimonianza. Non c’è morbosità, non vi sono camere che stringono su primi piani afflitti e lacrimevoli. È il racconto di vite normali, più o meno difficili, poste tutte sullo stesso piano.
A emergere in Tutto su mia madre è il punto di vista: il racconto è scandito attraverso lo sguardo del figlio, il quale regala un ritratto familiare in base alla propria percezione. Il leitmotiv del programma è chiaro: trasmettere messaggi positivi.
Le donne protagoniste di Tutto su mia madre
Importante, poi, la declinazione al femminile: protagoniste sono le donne di qualsiasi estrazione sociale, età, provenienza. Mondi diversi, talvolta distanti, accomunati dal rapporto universale per antonomasia: quello tra madre e figlio.
La casa di produzione lo definisce ‘eroismo quotidiano’ ed è così: donne capaci di smuovere mari e monti per portare avanti la famiglia, per rialzarsi, per crescere i figli, per superare ostacoli. Ovviamente è un racconto a tinte pastello: non lascia l’amaro in bocca e reca con sé il lieto fine. Allo stesso tempo, però, non lesina colpi di scena, momenti di difficoltà, cadute rovinose e pesanti rinunce. Sono storie di vita, talvolta semplici talvolta difficili, altre ancora ‘dolcemente complicate’.
In definitiva, è un format sobrio, soft, che regala venti minuti di evasione e anche riflessione. Aiuta, inoltre, a immedesimarsi nei panni degli altri e a capire che, forse, siamo tutti accomunati dall’imprevedibilità della vita. Se c’è una cosa che il format potrebbe arrogarsi il diritto di insegnare è la seguente: la vita è quella cosa che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti, come diceva John Lennon. Sta a te accettarlo e rimboccarti le maniche. E Tutto su mia madre è un ottimo aiuto per iniziare a farlo.
