Valeria, il (riuscito) Sex and The City di Netflix in salsa spagnola

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Quattro amiche, una metropoli, uno spaccato generazionale. Sono gli ingredienti di Valeria, la serie TV spagnola di Netflix ambientata a Madrid e incentrata sulla vita delle protagoniste, quattro trentenni alle prese con piccoli e grandi problemi quotidiani. Valeria, il personaggio principale, è una giovane scrittrice al lavoro sul suo primo romanzo. Sposata con Adrian, trova nelle amiche Carmen, Lola e Nerea il suo punto di riferimento, un porto sicuro in cui rifugiarsi.

La sinossi di Valeria

Sulla carta, Valeria ha tutto ciò che si possa desiderare: un matrimonio felice, il lavoro dei sogni, una vita colorata e spensierata. La realtà, invece, è un’altra. È in pieno blocco dello scrittore e trascorre le giornate a fissare il computer. La pagina è bianca, la mente affollata.

Alla crisi professionale si accompagna quella personale. Il matrimonio con Adrian è in profonda crisi. Dopo sei anni, i silenzi e l’abitudine prendono il sopravvento e il rapporto di coppia appare più una convivenza tra coinquilini, ma, nonostante il malessere reciproco, nessuno dei due ha il coraggio di dirlo a voce alta.

Anziché chiedere aiuto e affrontare i suoi drammi, Valeria opta per mettere la testa sotto la sabbia, mente ad Adrian e alle amiche, dunque a sé stessa, nella speranza che fingere sia la soluzione giusta. Le cose si complicano quando nella sua vita irrompe Victor, un uomo bello, bravo, interessato; insomma, perfetto.

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Valeria, un (riuscito) Sex and The City in salsa spagnola

Quando nel lontano 1998 Sex and The City fece il suo debutto sulla televisione americana, scompaginò le regole dello storytelling. In poco tempo, Carrie Bradshaw, Samantha Jones, Miranda Hobbes e Charlotte York divennero le migliori amiche e beniamine di tutte le donne, New York si trasformò nella città ideale per la realizzazione personale e professionale e la serie divenne sinonimo di girl power e women empowerment.

SATC, infatti, ha sdoganato tutte le tematiche legate al mondo femminile, sesso compreso. Dalla disuguaglianza sul posto di lavoro all’omosessualità, passando per la libertà sessuale e la ricerca dell’amore, la serie HBO ha spianato la strada per tutti i prodotti che le sono succeduti.

Valeria ricalca parecchio lo scheletro di Sex and The City. Quattro amiche, la metropoli, la voglia di affermazione e indipendenza a prescindere dalla presenza di un uomo, un’amicizia che va oltre i legami familiari, il rapporto con il sesso.

Le analogie sono molteplici, ma non scimmiotta il cult HBO né ha la pretesa di eguagliarlo. Saggiamente, perché voler riproporre oggi un nuovo Sex and the city risulterebbe quantomeno anacronistico. Il mondo è completamente cambiato da allora.

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Girl power e women empowerment

Valeria, Carmen, Lola e Nerea non trascorrono le giornate tra un paio di Manolo Blahnik e un party esclusivo, bensì si presentano come le ragazze della porta accanto. Non sono icone a cui aspirare, ma esempi in cui ritrovarsi. L’effetto immedesimazione, infatti, è assicurato.

Anche in questo caso, Netflix offre un prodotto pregevole sotto tutti i punti di vista. I dialoghi fotografano appieno il momento storico attuale, crisi lavorativa e personale incluse, con particolare riguardo all’annoso dualismo amore-carriera, dunque compromesso-indipendenza.

Gli accadimenti degli otto episodi che compongono la prima stagione fanno presagire che ve ne sarà una seconda. Al momento, ciò che si evince dalla serie è che, alla fine, le protagoniste di Valeria sono alla ricerca del vero amore, ‘quello per la vita’. Esattamente come le protagoniste di Sex and the city.

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