La Pupa e il Secchione Show 2022, specchio di una TV anacronistica

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Houston, abbiamo un problema. Anche più di uno, in realtà. La Pupa e il Secchione Show 2022, in onda su Italia 1 e condotto da Barbara D’Urso, continua a non mietere successi. Colpa di vari elementi, che non aiutano gli ascolti. La puntata di martedì 12 aprile ha totalizzato 1.258.000 telespettatori, pari all’8,66% di share. Un risultato non eccellente, che inizia a far pensare che si tratti di un’edizione flop.

La lite tra Paola Caruso e Mila Suarez

I motivi sono diversi. Della trasformazione del format in una succursale di Live-Non è la D’Urso si è parlato sin dalla prima puntata. Adesso, a mettere il carico, gli sviluppi tra i componenti del cast. Ultima, in ordine di arrivo, la lite tra Paola Caruso e Mila Suarez. Una scena da brividi, che la televisione dovrebbe evitare di mostrare.

Per sintetizzare, Paola Caruso è accusata di aver dato uno schiaffo alla Suarez. Dopo essersi scusata, la soubrette ha aggiunto che lo rifarebbe altre mille volte. Un’affermazione raccapricciante, per la quale è stata redarguita da Barbara D’Urso, la quale però la ospita da anni nei propri programmi.

Va osservato, poi, che benché la produzione prenda le distanze dal gesto, la comunicazione della squalifica viene fatta alle 00.55. Come dire, siamo contro l’accaduto, ma lo trasformiamo nel feuilleton di puntata, così ci assicuriamo abbastanza pubblico fino a poco prima della chiusura.

Il nulla al centro del format

Al di là del litigio, però, La Pupa e il Secchione Show 2022 non fa breccia nel cuore del pubblico anche per altre ragioni. Il format è specchio di un televisione che non esiste più. Oltre a ricalcare le dinamiche di Live-Non è la D’Urso, ricorda la Buona Domenica di Maurizio Costanzo e Il brutto anatroccolo. Il trash oltre ogni limite è passato di moda e, nonostante i tentativi di riportarlo in auge, i telespettatori cercano altro.

La sensazione è che il programma sia una scatola di quattro ore a settimana riempite con il nulla. Ce lo ricorda Flavia Vento, tornata in studio per chiedere di essere riammessa in gioco. Per convincere la giuria, si lascia andare a uno strampalato canto delle sirene. Un minuto, forse due – forse meno, chi lo sa, comunque un’eternità – di vocalizzi, davanti a uno studio attonito. Un intero blocco di nulla, che potrebbe aver contribuito alla diaspora.

La Pupa e il Secchione, show dal linguaggio anacronistico

Ci si chiede perché Mediaset si ostini a riproporre un titolo vetusto e poco interessante. Allo stesso tempo, ci si chiede perché Barbara D’Urso continui a riproporre le dinamiche del suo Live, chiuso proprio da Mediaset dopo mesi di bassi ascolti.

Tralasciando le esigenze della rete e della padrona di casa, è d’uopo sottolineare la discrasia tra la proposta de La Pupa e il Secchione Show e la stringente attualità. Siamo nel pieno di battaglie culturali protese a scardinare i dogmi e i pregiudizi della società. Il linguaggio utilizzato dal programma sa, invece, di anacronistico e incompatibile con l’oggi. Due esempi su tutti, la contrapposizione tra bello e brutto e la camera che indugia su seni e fondoschiena. Un elemento del tutto superfluo che non aggiunge nulla, anzi toglie qualità al format.

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