La regina degli scacchi, la mossa perfetta di Netflix

0
la regina degli scacchi netflix the queen's gambit

Dal 23 ottobre è disponibile su Netflix La Regina degli Scacchi (The Queen’s Gambit). Si tratta dell’adattamento televisivo dell’opera letteraria del 1983 di Walter Travis con protagonista Elizabeth Harmon, interpretata dalla stella nascente Anya Taylor-Joy.

‘Nella vita accade come nel gioco degli scacchi: noi abbozziamo un piano, ma esso è condizionato da ciò che si compiacerà di fare, nel gioco degli scacchi l’avversario, nella vita il destino’.

Il valore estetico della storia de La Regina degli Scacchi

La Regina degli Scacchi è esteticamente perfetta. Non servono troppe premesse e giri di parole per definire un progetto (mini)seriale di altissimo valore. Di disarmante meticolosità nella composizione di un’immagine, di un’inquadratura, o in termini di fotografia, selezione musicale, movimenti di macchina.

Un gioco di luci e ombre dai tratti vintage e malinconici che coccolano e straziano lo spettatore, proiettato negli anni ’60 in una storia un po’ drammatica, un po’ di formazione. Ora romantica, ora eroica.

Il gambetto di donna di Beth Harmon

Al centro vi è la storia di una bambina che si avvicina in giovanissima età al mondo degli scacchi in un’atmosfera quasi di dissonante armonia. È un esordio che prevede la perdita di ogni punto di riferimento familiare, dall’impatto triste, ruvido e aggressivo.

L’incontro nel seminterrato dell’orfanotrofio con l’anziano custode le cambierà la vita per sempre. Ne esce una vocazione che tramuta in predisposizione per un raro talento in uno dei giochi più antichi del mondo. Un gioco logico-matematico così maschile quanto in realtà femminile, perché astuto e intuitivo. La scacchiera ha una fortissima potenza evocativa per Beth.

Beth Harmon, nient’altro. La sua presenza è sufficiente a riempire la scena. Basta il suo sguardo magnetico, quegli occhi penetranti, quella capigliatura arancione dalle punte all’insù. Quel viso pallido, così intimorito dal mondo esterno, così sensibilmente freddo sul gioco. È una partita (im)perfetta, tra pedine bianche e nere. E bisogna saperla giocare, questa partita. Nella vita.

anya taylor-joy attrice la regina degli scacchi

La storia è secondaria

Prendiamo in considerazione la storia che, di per sé, non presenta particolari tratti originali. Se non per il gioco degli scacchi, raramente centrale nei racconti seriali o cinematografici. Ma non importa.

Si capisce sin dal primo episodio – anzi dal titolo, oserei dire – quale sarà l’epilogo della storia. Un po’ perché elegantemente banale, un po’ per la ricorrenza dell’oscura storia di abbandono e tragedia. Eppure lo spettatore perdona senza la minima esitazione: ha ben altro di cui godere.

La sfera personale è una microparticella che ondeggia tra successi, ricadute, scoperta del glamour della popolarità e di una femminilità esorbitante che avrà l’espressione migliore con l’età più adulta. Potremmo definirlo il ritratto di un genio per antonomasia che oscilla tra bagliori trionfali e autosabotaggi.

La vittoria della Regina in un mondo dei Re

È evidente che il progetto avanzato da Scott Frank voglia sottolineare la posizione femminile – nel gioco in questo caso, come nel lavoro e nella vita – in una guerra fredda di restrizioni e pregiudizi di un mondo dettato dal maschile. L’affermazione di una donna – di una bambina – in un gioco di uomini è quasi umiliante. O questo traspare.

Eppure, con tutte le difficoltà e le debolezze del caso, la passione irrefrenabile per il gioco degli scacchi la premia di un talento e di un’intuizione quasi paranormali. Se si pensa alla scacchiera vista sul soffitto e alle mosse studiate mentalmente, fa quasi rabbrividire.

Perché Beth è caldamente fredda, desta tenerezza e compassione, innervosisce, ma chiede subito perdono. E la si perdona, accompagnandola con solidarietà, amicizia e comprensione in un viaggio di trasferte che la porterà allo scontro finale. All’ultima partita.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui