In tempi di lotta al body shaming, Vanessa Incontrada prende posizione in modo deciso e posa senza veli per la copertina di Vanity Fair. Una scelta forte e, soprattutto, inaspettata. Oggi è la regina delle fiction di Rai 1, ma nel 2008 era una giovane conduttrice di successo, attaccata e derisa per l’aspetto fisico.
Era il 2008 e stava per diventare mamma. Le forme iniziarono a cambiare e la stampa pensò bene di puntare il dito contro quei centimetri di pelle in più. Ai titoli dei giornali si aggiunsero i commenti dei cosiddetti haters, che accusavano l’attrice di non essere più degna di lavorare in televisione. In un solo giro di giostra, venne distrutto il momento più delicato della vita di una donna.
Se oggi la lotta alla dittatura dei canoni estetici è una delle tematiche più dibattute, nel 2008 non lo era. L’estetica era tutto, i riflettori erano costantemente puntati sulla forma fisica e la parola d’ordine era omologazione.
Le critiche ferirono profondamente la Incontrada e ci sono voluti parecchi anni per superare lo shock e iniziare a parlarne. Lo scorso novembre, durante la prima puntata di 20 anni che siamo italiani, ha recitato un monologo dal titolo ‘La perfezione non esiste’, in cui ha riversato tutta la sofferenza di questi dodici anni.
Il coraggio di Vanessa Incontrada
Accettare oggi di mostrarsi senza veli su una copertina è un atto di coraggio enorme, con un significato altrettanto grande. Vanessa non si nasconde più, non ha più paura della sua immagine, del suo corpo in passato giudicato imperfetto. Si mostra al naturale e così facendo ottiene un duplice effetto: esorcizza il dolore accumulato negli anni e dona coraggio a chi insegue un ideale di perfezione sinonimo di accettazione.
Si è amati solo se perfetti
Ed è proprio questo il punto. Credere che si possa essere amati solo se perfetti, solo se scevri da qualsiasi imperfezione fisica e caratteriale. La perfezione non esiste, recitava la Incontrada, e andrebbe ribadito urbi et orbi.
Nella società dell’immagine, della magrezza a tutti i costi e dei filtri non solo delle foto, ma anche dell’anima, farsi immortalare nuda è un atto di coraggio, un atto di forza talmente dirompente da meritare soltanto un grande applauso.
Anni fa, quando la Incontrada iniziò a parlare delle difficoltà psicologiche vissute in seguito agli attacchi denigratori, aveva dichiarato di aver distrutto tutte le foto della gravidanza. Il giudizio esterno si era insinuato nelle pieghe dell’anima, poggiando sulla fragilità e aveva offuscato la gioia di quel momento magico.
Ciò che rimarrà di questo lungo percorso è questa copertina. Una copertina che grida bellezza, normalità. In una parola: vita.
Vanessa Incontrada: ‘Nessuno ti può giudicare’
Il lancio dell’intervista è stato preceduto da un monologo dell’attrice pubblicato su Instagram: ‘Quando vedo abbassare lo sguardo di una donna perché viene criticata per come si veste, per come si trucca, se è magra, se è grassa, quanto profumo si mette, come guida, quanto parla, quante persone frequenta, se vuole un figlio, se non lo vuole, se è troppo dolce, se è troppo severa, se è troppo maschile, se è troppo femminile. (…) Ogni volta mi ricordo quante volte io ho abbassato lo sguardo per quello che mi son sentita dire finché ho capito che nessuno mi può giudicare, perché ho capito che nessuno ti può giudicare‘.
Il monologo si ispira a ‘Be a lady, They said’, un video di denuncia recitato nel 2017 da Cynthia Nixon, scritto da Camille Rainville e diventato virale.