La televisione di oggi attinge dal passato, ma quanta tristezza!

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raffaella carrà corrado canzonissima 1970

Ah, la televisione! Grande invenzione del secolo scorso. Fonte d’informazione, di intrattenimento e svago, compagnia per chi è solo, tata per i piccoli di casa prima dell’avvento dei social network. Dal punto di vista sociologico, è tra i mezzi di comunicazione di massa più diffusi e utilizzati, anche se negli ultimi anni il suo potere viene reso sempre più vacillante dalle piattaforme social.

La TV ha accompagnato la crescita di più generazioni divertendo, informando e spesso formando. Tra gli aspetti più pregevoli, quello di aver tradotto in immagini ciò che avveniva nel mondo, portando nelle case fatti e accadimenti che diversamente non si sarebbero potuti conoscere.

I meriti della televisione

Ai suoi albori, ha contribuito all’alfabetizzazione di una larga fascia di popolazione. Prima con Telescuola e poi col mitico programma Non è mai troppo tardi, condotto dal maestro Alberto Manzi, contribuì alla divulgazione della lingua italiana su tutto il territorio nazionale in anni in cui il tasso di analfabetismo era molto elevato. Per anni ha rappresentato per tante famiglie l’unico svago dopo una lunga giornata di lavoro.

Orde di autori competenti mettevano a punto piacevoli e divertenti programmi per allietare le serate degli italiani. Nulla veniva lasciato al caso, si provava e riprovava finché si aveva la certezza che il programma risultasse un buon prodotto. A chi ne faceva parte venivano richieste preparazione e professionalità. La parola d’ordine era qualità. 

C’era rispetto per il telespettatore e nel contempo si cercava di non scardinare le regole della buona creanza e della comune morale. Tutti lavoravano con la consapevolezza che, oltre ad intrattenere, la televisione dovesse avere il compito, insieme alla famiglia e alla scuola, di formare le nuove generazioni.

I programmi cult

Un vivaio di autori lungimiranti diede vita a programmi diventati veri e propri cult. Dai quiz di Mike Bongiorno al Portobello di Enzo Tortora, dalla mitica Canzonissima al Fantastico del grande Pippo Baudo, sono tantissimi i titoli di successo che hanno fatto la storia del piccolo schermo italiano. Particolare attenzione, poi, era riservata al pubblico giovane. Nella fascia pomeridiana dedicata ai bimbi e agli adolescenti, una menzione la meritano Chissà chi lo sa di Febo Conti e Bim Bum Bam, condotto da Paolo Bonolis.

La TV di oggi

Molti di quei programmi li ritroviamo, pur se con vesti diverse, nella televisione di oggi. Grande fucina il Portobello di Tortora, che con le sue rubriche racchiudeva in nuce quello che sarebbero diventati buona parte dei programmi della televisione degli anni successivi.

Idee attinte da una televisione più garbata e tranquilla del tempo che fu, ma riportata ai giorni nostri con una narrazione diversa, meno ragionata, più incline agli strafalcioni, agli svarioni e degli autori e di chi sta davanti alle telecamere. Oggigiorno sembra tutto meno curato. La professionalità talvolta latita e a risentirne sono sia il pubblico sia il mezzo televisivo. Un’occasione mancata, che svilisce il grande lavoro di intellettuali, studiosi e appassionati che hanno fatto la storia della TV nostrana.

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