Tra i pregi di Barbara D’Urso rientra quello di saper parlare alla pancia del Paese. Lo dimostra da sempre, da Pomeriggio Cinque a Domenica Live passando per Live – Non è la D’Urso. Lunedì 7 settembre è tornata in onda con il suo programma pomeridiano e, salvo colpi di scena, non sembra presentare particolari novità rispetto alle edizioni precedenti.
Anzi, sembra un prosieguo di quanto fatto fino alla scorsa primavera. Ciò risulta evidente, in particolar modo, durante lo spazio dedicato al COVID-19 e ai relativi contagi in Sardegna. Ospiti del blocco sono Candida Morvillo, Michele Cucuzza, Giovanni Ciacci, Antonella Mosetti, Aida Yespica, Daniela Martani e Eliana Michelazzo.
Al di là della Morvillo, invitata in qualità di giornalista, e di Cucuzza, gli altri sono volti conosciuti al salotto di Pomeriggio Cinque, ora esperti di COVID ora di corna tra vip. A colpire, però, non è la presenza della Mosetti o della Yespica, quanto quella di Daniela Martani e Eliana Michelazzo.
Daniela Martani ospite a Pomeriggio Cinque
La prima è assurta agli onori della cronaca per aver rifiutato di indossare la mascherina mentre stava per imbarcarsi su un traghetto. Ovviamente ne ha fatto un video e l’ha pubblicato. Purtroppo la stampa italiana ha pensato bene di farci degli articoli e guadagnarci qualche click. La conseguenza è che a Pomeriggio Cinque l’ex concorrente del Grande Fratello ha sostenuto a gran voce che COVID sia sinonimo di semplice influenza, che nel 2015 le persone morte per influenza sono state oltre 50.000 e bla, bla bla.
La domanda è la seguente: è proprio necessario dare voce e visibilità a soggetti in cerca di visibilità? Se li si invita in qualità di personaggio pubblico, andrebbe ricordato che il personaggio pubblico in quanto tale ha delle responsabilità. Non è libero di dire ciò che vuole e il conduttore non può e non deve dare la parola in nome dello share o della successiva cassa di risonanza sui social. Il rischio che vengano veicolati messaggi pericolosi è altissimo e ci si chiede come un programma, sotto testata giornalistica, possa decidere di assumersi una tale responsabilità. La riflessione vale per Pomeriggio Cinque e per qualsiasi altro programma continui a dare spazio a chiunque, pur di creare dibattito.
A onor del vero, Barbara D’Urso ha provato a zittire la Martani e arginare la gravità delle sue parole, ma non è stato sufficiente. Come se non fosse già abbastanza frustrante, poi, alle parole di questa si sono aggiunte quelle di Eliana Michelazzo, la ex agente di Pamela Prati ai tempi del caso Caltagirone, anch’ella vittima di un amore virtuale.
La Michelazzo è intervenuta per portare la propria testimonianza in quanto positiva al COVID, ma non era la prima volta che partecipava al salotto D’Ursiano. Dopo la soap opera Pratiful, il fantastico trio – Prati, Michelazzo, Perricciolo – avrebbero meritato l’oblio. Invece, la televisione, fingendo disgusto per la vicenda, continua a dare spazio a questi volti, nella speranza che il pubblico si affezioni e avere qualcosa su cui puntare per fare share.
Oltre il trash in nome dell’Auditel
Se l’Auditel rimane il chiodo fisso degli addetti ai lavori, bisognerebbe forse chiedersi se davvero la strada intrapresa sia quella giusta. Del resto, da un anno a questa parte i programmi di Barbara D’Urso non fanno faville. È vero che si assestano sulla media di rete, è vero che raggiunge gli obiettivi fissati dall’azienda, è vero che confeziona pomeriggi e prime serate con un budget minimo, ma è altrettanto vero che forse è giunto il momento di parlare, sì, alla pancia del Paese, ma di farlo anche con personaggi che siano tali e non figuranti in cerca d’autore, rectius di gettone.
Ricominciare la stagione di Pomeriggio Cinque con Daniela Martani fa sorgere qualche domanda: diventerà ospite fissa del programma? A breve torneranno anche Paola Caruso, Francesca Cipriani, la madre di Luigi Favoloso e tutto il carrozzone? Si può unire alto e basso, intrattenimento e trash, attualità e cronaca rosa, ma va fatto scegliendo ‘artisti’ o personalità che abbiano qualcosa da dire. A lungo andare, anche la pancia del Paese potrebbe stufarsi.
