Su discovery+ arriva Second chance, documentario ideato e diretto da Erika Brenna, con Cristiana Capotondi nel ruolo di narratrice. Al centro, le storie di rinascita dei protagonisti. Realizzato con la collaborazione di Cisco Italia e della Comunità di Sant’Egidio di Roma, sarà disponibile in streaming a partire dal 19 ottobre.
Second chance, la ricerca di una seconda possibilità
Tutti meritano una seconda possibilità, recita il detto. Accade davvero? Non sempre, ma nella moltitudine di sconfitte costanti dell’essere umano, c’è chi riesce a risollevarsi, sempre e comunque. A non darsi per vinto e a rialzarsi, nonostante le batoste. In quest’ottica, Second chance vuole raccontare le storie di chi non si è lasciato sopraffare dalle ingiustizie o dalle circostanze della vita. Di chi merita una seconda possibilità e fa di tutto per ottenerla, per poter continuare o ricominciare a delineare il proprio futuro.
Sono quattro le storie raccontate nel documentario. Due provengono dal carcere di Bollate e due affrontano i temi dell’emarginazione e dell’esclusione. In un comunicato ufficiale, Discovery le definisce «forti, suggestive, diverse fra loro», ma legate dia un fil rouge: una seconda possibilità.
Si parte dall’esperienza carceraria resa possibile grazie ai corsi di specializzazione informatica di Cisco Networking Academy, presenti in alcuni istituti penitenziari italiani. Si tratta delle carceri di Bollate, Rebibbia e Regina Coeli a Roma, il minorile Beccaria a Milano e Secondigliano a Napoli. Sono più di 1000 i detenuti formati in vent’anni di attività, che grazie alle competenze acquisite lavorano nel settore ICT, ovvero nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Da segnalare che il tasso di recidiva per chi ha intrapreso questo percorso è pari a zero. Un esempio virtuoso di «rieducazione del condannato», previsto all’art. 27 co. 3 della Costituzione.
Le testimonianze di Luca, Giulia, Renato, Nour e Hasan
Second chance racconterà la storia di Luca, condannato al fine pena mai per omicidio, che grazie alle competenze acquisite, ogni giorno può uscire dal carcere per recarsi al lavoro. Giulia, anche lei condannata per omicidio, a cui il futuro – sebbene difficile e non senza difficoltà – non fa più paura.
Dopodiché ci si sposta a Roma. Qui Cristiana Capotondi racconterà la storia di Renato, un uomo che a causa della pandemia ha perso tutto. Oggi vive a Trastevere e la sua nuova casa è una panchina. Nonostante le difficoltà e lo stravolgimento che ha dovuto affrontare, ha trovato aiuto e conforto nella Comunità di Sant’Egidio. Infine, l’incontro con Nour e Hasan, una coppia borghese di Damasco, fuggita dalla guerra in Siria, in cerca di una nuova vita.
