Ferro è il nuovo documentario firmato Amazon Prime Video sulla vita di Tiziano Ferro, quell’artista tanto fragile e sensibile che, per la prima volta senza filtri, racconta di sé. Dall’adolescenza a Latina al volo salvifico a Los Angeles, il documentario è un potentissimo impatto emozionale che difficilmente lascerà indifferenti.
Tiziano Ferro, un inedito ritratto
Un tenero ritratto introspettivo senza filtri: è così che si presenta il documentario di Tiziano Ferro uscito il 6 novembre sulla piattaforma Amazon. Un alternarsi di inediti racconti, filmati datati e più recenti che guidano lo spettatore in un percorso artistico fortemente legato con quello personale. E raccontare di sé non è mai facile.
La fotografia è cupa, intensa, l’impatto è forte. Siamo a Los Angeles. I primi piani di alcuni volti a noi sconosciuti si alternano. Dicono di essere alcolisti. E il cerchio si chiude con quel volto, a noi noto, quello di Tiziano Ferro.
Subito dopo siamo a Milano, a pochi mesi dal suo quarantesimo compleanno. Siamo nel giorno dell’uscita di ‘Accetto Miracoli‘. Il film sulla sua vita comincia.
Non è facile essere di Ferro
Bullismo. Un termine che ha pesato non poco sulla sua adolescenza. Ferro dice: ‘Ero grasso, sfigato, per niente atletico. Mi prendevano sempre in giro‘. Il collegamento con il monologo che fece a Che Tempo Che Fa è immediato. Pesava 111 kg ma soffriva di bulimia, la sua fragilità era costantemente messa a dura prova. La sua timidezza non aiutava.
Poi ha cominciato a cantare scoprendo quasi una via di fuga che gli fosse solidale, amica. Inizia a fare musica a 17 anni, studia all’Accademia della Canzone di Sanremo e incontra Mara Maionchi e il marito Alberto Salerno. Passa da 111 a 70 kili. Inizia un periodo di grande successo con la pubblicazione di Xdono, partorita in un giorno di sole su una panchina di Latina, conservata tutt’oggi come ‘intoccabile’.
Fama e successo, un binomio imperfetto
La fama e il successo incombono così all’improvviso nella vita di Tiziano Ferro, i primi concerti, le prime fan, gli autografi, gli scatti. Le comparse in tv e le prime critiche. Il tutto parte integrante di un pacchetto che tanto giova quanto distrugge. Forse è accaduto troppo in fretta, forse a Tiziano mancava ancora qualcosa.
Arriva un altro problema: i produttori di tutta Europa iniziano a vociferare sulla sua presunta omosessualità. Tiziano è infelice, l’ambiente gli è scomodo e opprimente. Inizia così a bere. E l’alcool, si sa, è un falso amico: davanti ti aiuta e ti conforta, ma alle spalle ti distrugge.
Beve in compagnia, da solo, davanti a uno specchio. Giannini, il suo manager, racconta di un episodio – avvenuto dopo un’importante esibizione a Roma- in cui Tiziano è scoppiato in lacrime, saturo di un’insofferenza ormai intollerabile. Ripensa a tutti gli sbagli, e piange, ancora.
L’amore a (per) Los Angeles
Trasferirsi a Los Angeles è una liberazione. Tiziano Ferro è una celebrità internazionale che si comporta come una normalissima persona, e solo una città come Los Angeles può permettergli di condurre una vita per lui ottimale e soddisfacente.
Una delle scene più simpatiche ed emozionanti del film è quando Ferro viene invitato da una professoressa di italiano che insegna la lingua ai propri studenti attraverso le sue canzoni. Ecco, proprio in quell’occasione, in risposta a una domanda fatta da un’alunna, lui risponde: ‘La verità mi ha reso libero. E’ tutto quello che volevo‘.
E quella libertà gliel’ha concessa il fragile e coraggioso coming out, ancora troppo temuto in un Paese come l’Italia.
Il coming out e il matrimonio: la libertà è rinascita
Il coming out segna una svolta nella vita di Tiziano Ferro, una rinascita. In questo monologo intimistico di una profondità disarmante, l’artista parla di amore con quell’ingenuità e genuinità così rara e delicata, che aiuta a ritrovare speranza.
A Los Angeles conosce il compagno della sua vita, Victor Allen. Il 25 giugno 2019 si sposa, si circonda di tanti e buoni amici, è felice, e ‘la vita continua a succedere’. Ferro regala momenti inediti di un matrimonio privato, così intimo e sentito, celebrato in America e in Italia, con i suoi affetti più cari.
Poi la chiamata di Amadeus, che riporta Tiziano Ferro in Italia alla volta di Sanremo 2020: una settimana intensa che concretizza il sogno di sempre. Manca poco ai suoi 40 anni, e la vita, finalmente, gli sorride.
Il suo dolore si trasforma in aiuto per gli altri
E si torna così in quella stanza iniziale. Con gli alcolisti – ormai guariti -, con l’ultima battaglia che Tiziano Ferro ha dovuto affrontare. Lui è il segretario di quell’incontro, lui ne è l’organizzatore, lui ascolta e aiuta. Ripensa alla prima volta che ha preso parte a un meeting. Era a Londra, insicuro e preoccupato. Una signora gli disse: ‘Tranquillo, andrà meglio, stai facendo una cosa coraggiosa’. Da lì è iniziato un percorso bello, molto bello. Ammette però di aver capito quell’affermazione solo ora.
E mentre lo dice è terribilmente commosso, sembra un ragazzino, piange. E noi, con lui. Questa è l’essenza di tutto il film documentario di Tiziano Ferro. Quasi un monologo interiore senza filtri che vuol essere esempio per chi in lui si rivede, per chi tutt’oggi combatte con quei problemi, dall’alcool al bullismo, dal peso corporeo alla bulimia a quel terribile senso di inappropriatezza. Di sentirsi sempre e comunque sbagliato.
Sulle note di Non me lo so spiegare, si chiude il racconto di un animo sensibile, sensibilissimo, che ha accettato un miracolo e trasformato il proprio dolore in aiuto per gli altri. E questo racconto, vale la pena ascoltarlo.