Un Po’ Sto A Casa, Rai3 riscrive Un Posto Al Sole e fa Servizio Pubblico

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un po' sto a casa un posto al sole

Se la televisione si ferma, la creatività si attiva. Ecco che Un posto al sole diventa Un po’ sto a casa e la soap opera Rai si reinventa. Nel mese di marzo, l’emergenza sanitaria ha stoppato la totalità delle produzioni in essere e in partenza, provocando un forte scossone in tutto il mondo dell’intrattenimento.

La soap opera più longeva della televisione italiana non è rimasta con le mani in mano e si è reinventata, perseguendo al contempo due obiettivi: raccontare la stringente attualità e mantenere acceso il rapporto con il pubblico.

Un Po’ Sto A Casa su RaiPlay

Un po’ sto a casa è uno spin-off versione casalinga, pensato per il web e disponibile su RaiPlay, che vede protagonisti gli attori della soap. Prodotto da Fremantle, Rai Fiction e Centro di Produzione Rai di Napoli, ogni episodio è una pillola in cui, di volta in volta, due personaggi discutono in videochiamata della nuova vita casalinga.

Molteplici gli argomenti trattati: dalla mancanza di lievito per impastare dolci e pane alla ricerca di amuchina e disinfettanti, dalla celeberrima diatriba sulle penne lisce all’annoso problema delle doppie punte e della ricrescita, passando per l’eccesso di acquisti online.

Non manca, poi, la preoccupazione per le attività commerciali, un problema importantissimo e trasversale che riguarderà milioni di famiglie. A occuparsene Diego e Silvia che, nel primo episodio, parlano proprio del Caffè Vulcano, delle nuove regole e delle difficoltà che queste comportano. Infine, il plauso al lavoro di medici e infermieri e un consiglio su come evitare gli hater, semplicemente ignorandoli.

I protagonisti vicini al pubblico

Un po’ sto a casa è un pot-pourri utile per cavalcare l’attualità, analizzarla e fornire ai telespettatori gli strumenti per affrontarla al meglio. Il titolo è un gioco di parole, tanto semplice quanto geniale, che offre il gancio perfetto per rappresentare in modo efficace il presente. I protagonisti, infatti, vivono le stesse difficoltà di chi li guarda, si immedesimano nel pubblico e i dialoghi sono tutti costruiti strizzando l’occhio a ciò che accade nella quotidianità.

Come sempre, la narrazione sceglie temi comuni, trasversali e di grande impatto sociale, e su quelli si sviluppa. Il format è un esperimento assolutamente positivo e utile. È servizio pubblico vero e proprio. I volti amati della soap opera fungono da divulgatori. Le ansie, i dubbi, l’insofferenza sono quelli della gente comune.

Non mancano, inoltre i messaggi positivi: ‘Hai capito quanto è lussuoso godersi il tempo?’, si chiedono. I consigli, invece, sono le direttive che provengono dalla politica e che, attraverso le loro parole, assumono connotati più ‘morbidi’. Non risultano imposizioni dall’alto, bensì regole giuste per una pacifica convivenza.

‘Il lockdown è stato faticoso, ma non ci possiamo lasciare andare. Evitiamo di affollare le strade. Restate al sicuro’. Un messaggio ormai diffuso urbi et orbi, da qualsiasi mezzo di informazione, che qui, però, acquisisce una potenza ulteriore.

La forza di Un Po’ Sto A Casa

La forza risiede nel linguaggio utilizzato. Il tono è colloquiale e nessuno dei due interlocutori ha la pretesa di voler convincere l’altro. Non è una lezione di educazione civica, ma una chiacchierata a quattr’occhi con un amico o un parente.

La forza, poi, risiede anche nel rapporto di fiducia che, negli anni, Un posto al sole ha costruito con il proprio pubblico. Ecco perché i protagonisti possono farsi portavoce di messaggi fondamentali senza risultare anticipatici, invadenti o eccessivi.

Il racconto dell’attualità non è una novità, anzi, è una caratteristica fondamentale del prodotto. La soap si distingue proprio per la grande capacità di captare gli argomenti di maggiore interesse e raccontarli.

Non è una scrittura cristallizzata, ma un canovaccio che, di volta in volta, si plasma per meglio raffigurare la realtà.

La messa in onda delle repliche

Per ciò che concerne, invece, la messa in onda, Rai3 ha optato per le repliche delle puntate del 2012. Una scelta non condivisa da gran parte del pubblico, che sperava di rivedere le prime puntate, quelle degli anni ’90, con Maurizio Aiello e Gianguido Baldi, rispettivamente Alberto e Alessandro Palladini.

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