Canale 5 compie 40 anni, una storia di innovazione e (contro)programmazione

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L’11 novembre 2020 Canale 5 compie 40 anni: quarant’anni di (contro)programmazione, innovazione e pubblicità, di Maurizio Costanzo o Grande Fratello. Un canale che ha sdoganato nuove regole narrative e palinsestuali, che ha radicalmente influenzato le abitudini di una televisione vecchia. E, di conseguenza, di un’Italia abituata alle regole dettate dal monopolio Rai.

11 novembre 1980, cambia la TV

L’11 novembre 1980 è la data di inizio della programmazione di Canale 5. Una programmazione che cambierà per sempre l’approccio televisivo e che segnerà un periodo di ‘Allegria‘ con il nostro Mike Bongiorno.

E non solo per qualità dei prodotti audiovisivi che Silvio Berlusconi importa dall’estero (dall’America, in particolare modo), bensì per un linguaggio che svia totalmente dall’impostazione della televisione pubblica.

Canale 5, all’epoca concorrente di Rete 4 (Mondadori) e Italia 1 (Rusconi), inaugura la sua perspicace innovazione inserendo subito Dallas nel palinsesto. Il telefilm era già andato in onda sulla Rai senza successo poiché le singole puntate erano programmate senza alcun criterio cronologico.

Canale 5 e RAI, una sfida a colpi di palinsesto

Si inizia così a parlare in maniera più conscia e approfondita di quella che chiameremo serialità televisiva, che determinerà una sfida a colpi di palinsesto tra RAI e Canale 5, e non solo.

Numerosi format di vario genere iniziano a popolare le fasce orarie tralasciate dalla RAI, permettendo a Canale 5 di conquistare una fetta di pubblico sia nella mattinata con Buongiorno Italia, sia a mezzogiorno con Il pranzo è servito.

Il Maurizio Costanzo Show va in onda per la prima volta nel 1982 e sarà destinato a diventare uno dei programmi più longevi del nostro panorama televisivo. Così come Forum, ad esempio.

Tra i colpi grossi più rilevanti si ricorda anche il ‘passaggio di proprietà’ di due volti emblematici della televisione italiana come Pippo Baudo (Festival) e Raffaella Carrà (Raffaella Carrà Show e Principe Azzurro).

canale 5 compleanno 40 anni

Un linguaggio che influenza la società

In un calderone di trasgressive novità, le ripercussioni sulla società sono inevitabili. La televisione è da sempre lo specchio della società, talvolta semplicemente riproduzione, talvolta importante influenza.

Si pensi subito all’impero ‘trash‘ firmato Canale 5 inaugurato in maniera embrionale dai grandi programmi di varietà condotti da Loretta Goggi (Hello, Goggi!) , Iva Zanicchi (Ok, il prezzo è giusto), oppure dal veterano della rete ammiraglia Maurizio Costanzo con il longevo Buona Domenica.

Un impero che iniziava ad andare letteralmente in contrasto con la missione educativa RAI. Che impostava stereotipi di bellezza, linguaggi svecchiati, giochi interattivi. E influiva sugli atteggiamenti e, soprattutto, sulla moda degli anni ’90. I programmi di varietà iniziavano, inoltre, a dare sempre più spazio alle persone comuni.

Con Non è la RAI si vedono per la prima volta ragazze comuni ballare e alcune di loro diventeranno poi celebrità del mondo dello spettacolo nazionale – vedi Ambra Angiolini o Claudia Gerini -.

Gli anni 2000 e la rivoluzione dei reality show

Con gli anni 2000 si inaugura l’era dei reality show, un vero e proprio genere televisivo che designerà la supremazia – oggi si può dire confinata a quegli anni – della rete ammiraglia di Mediaset.

Il Grande Fratello… bene o male, l’importante è che se ne parli

Va così in onda, con incredibile successo, la prima edizione de Il Grande Fratello che, come sappiamo, sarà un caposaldo della rete ammiraglia.

Il reality show olandese mantiene ancora oggi un’importante rilevanza in termini di ascolti, ma i tempi son cambiati e il gioco sembra non reggere più a dovere. Che sia un problema di scrittura, o di un pubblico ormai stufo?

Era partito come esperimento sociale, poi è diventato il re del famoso ‘trash’: per la prima volta si chiudevano ragazzi comuni in un’unica casa – isolandoli dal mondo esterno – e il pubblico si divertiva a ‘spiare’ l’insolita convivenza.

L’impero di Maria De Filippi

Gli anni 2000 accendono anche i riflettori sul mondo di Maria De Filippi, che porta sulla scena Amici di Maria De Filippi (dal 2003 su Canale 5) inaugurando l’era del talent show – Amici è, ad oggi, il talent show più longevo della tv italiana -.

Il resto è storia contemporanea: nel 1996 va in onda la prima puntata di Uomini e Donne, in versione adulta. Poi sbarca la prima edizione di C’è posta per te, che consacra la De Filippi come regina della televisione italiana.

Gli anni 2000 sono gli anni anche del TG5, di Verissimo e di Stranamore. Sono gli anni di  Chi vuol essere milionario?, che ancora oggi contribuisce a dare un certo valore (e rigore) alla prima serata di Canale 5.

Canale 5, quale direzione bisognerà prendere ora?

Come si è potuto evincere dalla breve analisi sopra riportata, la programmazione di Canale 5 si è rivelata essere fortemente influente per una società ancorata alla missione educativa del monopolio: ha sradicato costumi e diffuso nuovi generi incrementando una competizione di qualità con le reti concorrenti.

Oggi, però, che direzione sta prendendo la rete ammiraglia dell’impero Berlusconi? Gli ascolti sono scesi vertiginosamente, e il problema non è (solo) Netflix o Amazon.

Se si leggesse attentamente il palinsesto, l’attenzione cadrebbe sui soliti nomi, su Barbara D’Urso o il Grande Fratello, che ormai stuzzicano sempre meno la curiosità dei telespettatori.

Stiamo parlando di una rete sempre meno propensa a sperimentare nuove tipologie di linguaggio, a sperimentare con creatività e astuzia programmi che possano riportare l’attenzione di un tempo su quella rete che si era presentata come caposaldo di Mediaset.

Eppure, oggi, sembra che si diverti a fare leva sul trash. Forse perché giocare d’astuzia significa proprio questo: non è importante che sia bello o brutto, l’importante è che i social, e i telespettatori, ne parlino. Comunque sia, lunga vita a Canale 5! Buon Compleanno!

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