Mentre il mondo si apprestava a cambiare definitivamente, i social si divertivano a ironizzare sulla mise di Giovanna Botteri. Un polverone senza precedenti, che ha alimentato il dibattito sul body shaming e indignato l’opinione pubblica. In quei mesi, la giornalista Rai, inviata in Cina, compariva sui teleschermi italiani giorno e notte per raccontare l’andamento dei contagi su suolo cinese. Un lavoro impegnativo, che la faceva assurgere a ponte tra Roma e Pechino, un faro nelle giornate cupe che si erano abbattute sul Belpaese.
Contrariamente a ciò che accade in genere, da subito si sono levati copiosi attestati di solidarietà. Soprattutto, si è puntato in modo compatto alla professionalità della Botteri. I colleghi e la stampa hanno fatto squadra per difendere una professionista dagli attacchi beceri di cui era vittima.
È stata Giovanna Botteri stessa, però, a fornire la risposta migliore. ‘Qui a Pechino sono sintonizzata sulla BBC, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi, orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa e ci si aspetta da una giornalista’.
Da inviata a ospite
Qualche tempo dopo, è rientrata in Italia. Dal suo arrivo è stato un susseguirsi, poco alla volta, di ospitate televisive grazie alle quali il pubblico ha potuto conoscere meglio quell’inviata che per anni ha raccontato il presente da prospettive diverse, talvolta distanti, molto spesso difficili.
Domenica In, Che Tempo Che Fa, Maurizio Costanzo Show. Giovanna Botteri non è più solo la corrispondente Rai dalla Cina, ma un volto riconosciuto dal grande pubblico. Ospite di programmi popolari, che contribuiscono a metterne in luce lati fino ad ora nascosti.
Domenica 8 novembre è intervenuta a Domenica In e si è raccontata a Mara Venier in un’intervista intima, certamente inedita. Gli inizi della carriera come inviata di guerra, gli anni negli Stati Uniti, il rapporto col padre Guido, anch’egli giornalista venuto a mancare nel 2016, il rapporto con la figlia, che ha cresciuto da sola, la passione per la musica e l’amore per il teatro: tanti gli argomenti trattati, che regalano un ritratto della persona e non solo della professionista.
Giovanna Botteri, giornalista per missione
Poco alla volta, Botteri si sbottona, pur non dimenticando mai la propria missione: informare l’opinione pubblica. Osservando il suo operato, è facile affermare che ha sposato appieno il concetto di giornalisti ‘cani da guardia della democrazia‘. Lo si evince dalle sue parole, pronunciate al Maurizio Costanzo Show: ‘Il giornalista non deve essere amico dei politici, deve fare il c**o ai politici’. Un pensiero chiaro e diretto, che non si presta a interpretazioni e da cui si evince cosa intenda per giornalismo.
Vederla bazzicare gli studi televisivi come tanti esimi colleghi è una carezza al cuore. Finalmente non è più ‘solo’ l’inviata Rai per la Cina, ma anche una professionista a tuttotondo, che sa adattarsi tanto alle bombe quanto ai salotti televisivi. La sua professionalità emerge anche dal modo in cui si presenta: è consapevole della sua bravura, ma non fa nulla per sottolinearlo. Racconta aneddoti singolari, importanti, con la stessa naturalezza con cui si fa il resoconto della spesa al supermercato. La sua semplicità è il manifesto della sua caratura.
Il futuro televisivo
I cieli con la Cina sono ancora chiusi e non si sa se e quando tornerà in Asia per raccontare quella fetta di mondo. Dalle dichiarazioni mozzate di questo periodo parrebbe trapelare una sua volontà di rientrare definitivamente in Italia. Se così fosse, il giornalismo nostrano, interno, non potrebbe che beneficiarne.
Se, poi, riuscisse a rosicchiare un po’ di spazio, potrebbe rivelarsi una bella scoperta per i telespettatori. Sarebbe, inoltre, un’ottima risposta a coloro i quali si soffermavano sulla piega dei capelli o sul trucco acqua e sapone scelti per andare in video.
Il merito come metro di giudizio
La storia della giornalista triestina dovrebbe far riflettere e far capire, una volta per tutte, che l’immagine è solo un dettaglio e che a contare è sempre e solo la preparazione. O almeno così dovrebbe essere. Intanto la giornalista applica le regola di dantesca memoria del ‘non ragioniamo di lor ma guarda e passa’, il modo migliore per mettere a tacere malelingue e malpensanti.
Agli attacchi ha sempre risposto con un sorriso e con il proprio operato, come ha sempre fatto nella sua carriera. Un esempio raro in un mondo, giornalistico e non, in cui si fa a gara per mettersi in mostra e risultare il primo della classe. Giovanna Botteri non ne ha bisogno e la ragione è semplice: lo è già.