L’Aria di Domenica, la scommessa di La7 e di Myrta Merlino

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LA7 inaugura la domenica pomeriggio con L’Aria di Domenica, spin-off del giorno di festa de L’Aria che Tira, condotto da Myrta Merlino. Al centro, la stringente attualità, dunque la pandemia, la gestione dell’emergenza sanitaria, l’arrivo del vaccino, la chiusura delle scuole. La sigla del programma è No surrender di Bruce Springsteen, un invito a resistere, a non arrendersi.

La prima puntata di domenica 15 novembre si apre con una riflessione della padrona di casa, che sottende l’obiettivo del programma: ‘È il momento di stare insieme. Per me la domenica è un giorno nuovo, con cui dovrò prendere le misure. Oggi il messaggio è: ‘Non arrendiamoci, resistiamo!’.

Gli ospiti de L’Aria di Domenica

Il primo ospite è il Ministro degli Esteri Luigi di Maio. La lunga intervista si concentra su pandemia e dissidi interni al Movimento Cinque Stelle. In studio Vauro e Gerardo Greco, in collegamento Mario Monti, nella prima parte. Il Senatore compare sullo schermo in un televisore in bianco e nero, ‘vintage’ – come sottolinea la Merlino – forse per strizzare l’occhio al tempo (e al mondo) che fu. Lo stesso accade con le sedie, sostituite da alcune poltroncine da cinema. L’intento è forse quello di offrire al pubblico lo spettacolo della domenica pomeriggio in un momento in cui i cinema sono chiusi e si è costretti a stare in casa. A Gerardo Greco sono riservati gli approfondimenti, dall’importanza dei vaccini nella storia ai possibili scenari dei prossimi mesi.

Enrico Mentana è il protagonista della seconda parte. Un racconto dell’approccio giornalistico alla pandemia, a quello che è stato, che è e che forse sarà. Un’analisi puntuale e ritmata, come è nel suo stile. ‘La cosa più sgradevole è stata sentire ricette diverse’, afferma, quando la Merlino gli chiede un parere sull’infodemia degli ultimi mesi. Infine, un collegamento con una scuola di Caivano, una realtà difficile, dove la scuola è simbolo di salvezza per i suoi studenti.

Gli argomenti trattati e il tono della conversazione ricalca quello di tutti i programmi dedicati all’attualità. Nella prima puntata non si registrano scontri, tutto si svolge all’interno di una linea parecchio soft, che ben si confà alla domenica pomeriggio.

La nota di colore è regalata da Claudio Amendola, opinionista fisso collegato da casa, portavoce della pancia del Paese, e volto pop che può fare presa su un pubblico più ampio. ‘Io farei un lockdown generale dal 20 dicembre al 6 gennaio’, dice, ‘Se Natale diventa il nostro Ferragosto passato sarà un disastro perché dopo ci sarà Carnevale e dopo Pasqua. Ferragosto non mi ha fatto paura, mi ha fatto molto inca**are’.

Poi azzarda un’analisi più puntuale di quella operata da decine di esperti in giro per i salotti televisivi dal giorno zero della pandemia. ‘Questo Paese ha dimenticato i sentimenti di comunità e le belle frasi come ‘Ce la faremo’ dal 4 maggio in poi. È cambiata l’opinione pubblica nei confronti dei medici, che non sono più eroi, ma persone che ci fanno stare a casa per un falso virus’.

Presenti anche i virologi. Il Professor Galli e il Professor Ricciardi, massimi esponenti della categoria più gettonata del piccolo schermo, rispondono alle domande della Merlino, e cioè i grandi quesiti a cui si cerca soluzione da mesi. Entrambi forniscono dati e parlano in modo asciutto e preciso, scevro da qualsiasi interpretazione.

In generale, L’Aria di Domenica è uno spin-off de L’Aria che tira. Una prima puntata non dà certo la misura completa di quel che sarà, ma è possibile formulare alcune osservazioni. L’esperimento voluto dal direttore di rete Andrea Salerno è pregevole. La domenica pomeriggio di La7 era una fascia spenta, occuparla con un talk show prova a conferire identità al canale in uno spazio storicamente vuoto.

È evidente che l’intento non sia portare sulla rete di Urbano Cairo l’intrattenimento leggero, ma occupare la fascia postprandiale con l’attualità. Un po’ troppo? Forse. La domenica pomeriggio è storicamente dedicata all’evasione, ma è altrettanto vero che il momento necessita di approfondimenti sull’emergenza sanitaria.

La sfida di La7 e di Myrta Merlino

Inoltre, il diretto competitor di La7 non è Rai 1 e non è Canale 5, ma Rai 3. La sfida potrebbe, dunque, giocarsi con Lucia Annunziata e la sua Mezz’ora in più. Dunque, le opzioni sono due: rosicchiare pubblico all’Annunziata o intercettare nuove fasce/coinvolgere il pubblico di La7 anche la domenica pomeriggio.

Vi è poi il rischio sovraesposizione di Myrta Merlino. L’Aria di Domenica è un prolungamento de L’Aria che tira e, a conti fatti, la conduttrice sarà in video sei giorni su sette. Ricalca le orme della collega di Canale 5 Barbara D’Urso. Se, da un lato, la presenza costante di un volto può rafforzare l’autorevolezza dello stesso, dall’altro potrebbe produrre un effetto saturazione.

Adesso è presto per imbattersi in analisi di questo genere. Di certo, è possibile osservare che se il programma rappresenta una novità per La7 per via della collocazione, non può dirsi lo stesso per i contenuti. I palinsesti sono pieni di talk show politici, in questi ultimi mesi invasi dai virologi. Virologi hanno conquistato territori sconosciuti, ovvero i programmi di intrattenimento puro, come Domenica In e Domenica Live.

‘Sono un po’ stanco di queste comparsate televisive’, afferma il Professor Galli. Parafrasando, si potrebbe dire che il pubblico prova la stessa sensazione nei confronti dei talk politici. Gradimento a parte, ci si chiede: la TV necessita di un ulteriore talk? Forse no. È giusto che La7 sperimenti e accenda una fascia fino ad ora spenta? Sì.

Affidare a Myrta Merlino questa difficile sfida è una scelta intelligente e anche giusta. Negli anni L’aria che tira è cresciuto, si è allungato, diventando il programma di riferimento della mattina di La7. Se L’Aria di Domenica dovesse funzionare, Merlino continuerà a condurre anche la mattina? Al momento non è dato sapere, ma bisognerà attendere per capire che direzione prenderà il programma e quale sarà la risposta dei telespettatori.

La chicca interessante riguarda il cambio cromatico dei collegamenti. Amendola e Monti vengono inizialmente mostrati in bianco e nero, forse per sottolineare i tempi bui che stiamo vivendo. Sul finire della puntata, tornano a colori, forse per rimandare al messaggio iniziale, ovvero ‘Non arrendiamoci, resistiamo’. In quest’ottica il programma si fa portatore di quella speranza di cui abbiamo bisogno e che non deve far desistere, benché la luce in fondo al tunnel sia ancora lontana.

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